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Redazione

Lombardia, Pogacar fa la storia

di Salvatore Riggio

La meravigliosa fuga di Tadej Pogacar inizia a 48,4 chilometri dal traguardo, come ormai ci ha abituato da tempo. Il campione del mondo in carica conquista il Giro di Lombardia, l’ultima Monumento dell’anno, per il quarto anno di fila, scrivendo la storia e l’ennesimo sontuoso capitolo della sua carriera. Lo sloveno vince ininterrottamente dal 2021 e ha raggiunto Alfredo Binda a quota quattro vittorie nella Classica delle foglie morte. Davanti c’è solo Fausto Coppi con cinque trionfi. Però, attenzione: con la vittoria di oggi Pogacar ha eguagliato proprio il Campionissimo nel numero di successi consecutivi (1946, 1947, 1948 e 1949).

Le fasi iniziali

Rispetto ai corridori annunciati, non sono al via Andrea Biagioli (secondo nell’edizione 2023), il britannico Tom Pidcock, il sudafricano De Bod e lo sloveno Tratnik, mentre si registra subito un ritiro, quello del francese Romain Bardet. Il primo allungo è di Tobias Bayer, Giulio Masotto e Connor Swift, ma alla prima salita di questo Giro di Lombardia – che porta al Forcellino di Bianzano, a quota 665 metri di altitudine – il gruppo si ricompatta. Arrivati ai piedi del Selvino, c’è un altro tentativo di fuga: in testa, a +30” rispetto al resto del gruppo, ci sono i francesi Laurance e Rochas e lo sloveno Mohoric.

Corsa veloce

Dopo un’ora di corsa la media è altissima (46,2 km/h). Scollinato anche il Selvino, a 199 chilometri dal traguardo, davanti sono in 12 con 1’05” di margine sul gruppo. Sono Lopez, Mohoric, D. Martinez, Tiberi, Rochas, Rubio, Bernard, Tusveld, Dunbar, Fabbro, Kelderman. Sul Valpiana, però, Tiberi perde terreno e a 115 chilometri dall’arrivo – prima del Ghisallo – il vantaggio sui big del gruppo di testa (composto adesso da 21 uomini) è di poco più di tre minuti. I corridori passano davanti all’iconica chiesa del patrono dei ciclisti sul Ghisallo e il distacco tra i fuggitivi e il gruppo scende a 1’40”.

L’ultima salita

Si arriva all’ultima grande salita (ed è anche la più attesa), quella che porta ora alla Colma di Sormano (1.121 metri di altitudine). Sono 12,9 chilometri al 6,4% di pendenza con 835 metri di dislivello che partono da Nesso. Ed è qui che inizia l’ennesimo capolavoro di Pogacar, che scappa via senza mai farsi raggiungere. A quattro dallo scollinamento della Colma di Sormano, Pogacar ha già un distacco di 35”. I più vicini allo sloveno sono Evenepoel, Van Eetvelt e Mas, che scivolano a un minuto una volta scollinata la Colma di Sormano.

L’arrivo

A 20 chilometri dal traguardo il vantaggio di Pogacar su Evenepoel è di 1’37”, mentre Van Eetvelt e Mas scivolano rispettivamente a meno 2’ e 3’. Inizia così la “passerella” finale del campione sloveno. Il distacco aumento chilometro dopo chilometro. Vince Pogacar a oltre tre minuti, a conferma della sua straordinaria stagione. Secondo il rivale Evenepoel, terzo Giulio Ciccone a 4'31". «Non un brutto finale, sempre qui a Como e sono molto felice di aver potuto alzare in cielo la bicicletta dopo l'arrivo. Sono molto felice: è stato uno sforzo molto duro da fare ma sono felice di essere riuscito a farcela», l'entusiasmo di Pogacar.

(Photo credits: Lapresse)