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Redazione

Su Muriel un silenzio assordante

Nessuno ha ancora sentito il bisogno di assumersi la benché minima responsabilità per l’assurda morte di Muriel Furrer, la giovanissima ciclista svizzera che ha perso la vita il 27 settembre scorso all’indomani di un inaccettabile incidente durante la prova juniores del Mondiale di Zurigo.

È passato quasi un mese, le indagini delle autorità elvetiche sono ancora in corso e sarà questo esito a stabilire eventuali condanne per quanto successo. Ma resta la sensazione di un silenzio assordante, troppo prolungato alla luce dell’enormità dell’accaduto. Il silenzio dell’Unione ciclistica internazionale (Uci), che ha sede proprio in Svizzera; di chi ha organizzato un Mondiale su tracciati pericolosissimi; della Federazione svizzera e di chi aveva in carico i soccorsi arrivati sul posto con scandaloso ritardo. Nessuno risponde. L’Uci si è limitata al comunicato che annunciava la tragica morte di Muriel con le condoglianze alla famiglia. La Federazione svizzera (Swiss Cycling) ha parlato tramite i suoi vertici in un paio di occasioni alla tv nazionale, senza spiegare nulla.

Il quotidiano svizzero Blick ha inviato dieci domande a Swiss Cycling per fare chiarezza: nessuna risposta. Bikechannel.it ha scritto all’Uci per chiedere se è stato individuato qualche responsabile in seguito a un’indagine interna o se quantomeno è in corso un’indagine interna. Anche in questo caso nessuna risposta. In Svizzera i media si chiedono come sia stato possibile che gli organizzatori e il personale delle nazionali non si rendessero conto per ore del mancato arrivo al traguardo di un’atleta, contando che la squadra era composta da sole quattro cicliste in quella prova.

Ha detto la sua con fermezza il presidente del sindacato mondiale dei ciclisti, Adam Hansen, che ha proposto di intensificare i contatti radio in corsa, anche per eventi come il Mondiale: ha suggerito di creare una radio corsa non solo per informare delle evoluzioni sportive, ma anche per mappare i singoli corridori con l’obiettivo di migliorare la sicurezza.

È vergognoso che, con tutti i mezzi tecnologici che consentono di localizzare le persone, Muriel Furrer sia stata abbandonata per ore. C’è un silenzio assordante intorno a questa morte sconvolgente. L’Uci non può semplicemente attendere la fine di un’indagine penale senza prendere alcun provvedimento interno. La vita spezzata di una ragazza 18enne merita una reazione molto diversa.

(Photo credits: Shutterstock)