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Gianni Savio
Salvatore Riggio

Addio a Gianni Savio, ciclismo in lutto

Il mondo del ciclismo (e non solo) è in lutto per la morte, all’età di 76 anni, di Gianni Savio, storico dirigente sportivo che per tutti era «Il Principe». Più della metà della sua vita, ben 40 anni, li ha passati nel mondo del ciclismo ed è stato uno stimatissimo manager. Una persona dotata di grande umanità oltre che di competenza. Tutte qualità che gli hanno permesso di scoprire un numero importante di talenti.

Il più importante? Su tutti il colombiano Egan Bernal, vincitore del Tour de France nel 2019 e del Giro d’Italia nel 2021. Nato a Torino il 16 aprile 1948, Gianni Savio è scomparso dopo una lunga malattia che lo affliggeva da tempo.

«Era una grande persona», è stato il ricordo di Andrea Tafi, unico italiano capace di vincere sia il Fiandre sia la Roubaix. Era nota a tutti l’amore di Gianni per il ciclismo, ereditata dal nonno materno Giovanni Galli, campione italiano tra gli indipendenti nell’inizio del secolo scorso, a inizio Novecento. La sua carriera di dirigente è cominciata quasi 40 anni fa, nel 1985. Un percorso avviato grazie al corso da team manager organizzato dalla Fci.

Nella sua vita non c’è stato solo il ciclismo, ma anche il calcio. Da giovane aveva marcato in una gara amichevole nientepopodimeno che Paolo Rossi. Per poi lasciare un ricordo indelebile nel ciclismo. 

La VF Group Bardiani-CSF Faizanè ha espresso il suo più sentito cordoglio per la scomparsa di Gianni Savio. Bruno Reverberi, general manager del team, lo ha ricordato con affetto: "Gianni era una persona straordinaria, dotata di una passione e una professionalità uniche. Abbiamo condiviso momenti importanti agli inizi della squadra, e porterò sempre con me il ricordo del suo entusiasmo e della sua dedizione. È stato non solo un grande uomo, ma anche un caro amico".
 

(Photo credits: VF Group Bardiani - CSF Faizanè & Sprint Cycling)