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Guerciotti Vito DI Tano

Alessia Bellan

Al Museo del Ghisallo il mondo del ciclismo ricorda Vito Di Tano

Guerciotti Vito DI TanoSette mesi senza le sue straordinarie performance. E la sua voglia di non cedere al pessimismo, nonostante la dura lezione di un male che non gli ha lasciato scampo. Si terrà domani, martedì 30 settembre alle 17, la cerimonia per ricordare Vito Tano, il campione di ciclocross che gli amici e i professionisti hanno voluto organizzare al Museo del Ghisallo, a Magreglio. Riuniti in un momento di profonda emozione e di memoria condivisa per rendere omaggio non solo al grande atleta, ma anche all’uomo che ha lasciato un segno nel cuore di chi lo ha conosciuto, la cerimonia sarà aperta al pubblico e vedrà la partecipazione di familiari, amici, rappresentanti del mondo del ciclismo e appassionati. Sarà l’occasione per ricordare Di Tano non solo per le sue imprese sportive, ma anche per i valori che ha incarnato, l’impegno, la lealtà, la disciplina e il rispetto per lo sport.

Corridore di grande talento e determinazione, protagonista di una delle pagine più belle della storia del ciclocross italiano, Di Tano, classe 1954, è stato protagonista di una carriera intensa e costellata di successi. Dopo una iniziale esperienza su strada, si è affermato come uno dei grandi specialisti del ciclocross, vincendo due campionati mondiali e sei titoli nazionali conquistati nella squadra di Paolo Guerciotti – attualmente denominata Fas Airport Services Guerciotti Premac – dal 1978 al 1990. Un sodalizio fondamentale, quello con la famiglia Guerciotti, protagonista di una storia imprenditoriale e sportiva che ha accompagnato generazioni di atleti. Fondata da Paolo e Italo nel 1964 a Milano, Guerciotti è oggi un marchio di riferimento internazionale nella produzione di biciclette di alta gamma. Oltre alla produzione, la famiglia ha avuto un ruolo importante nello sviluppo del ciclocross in Italia, con la creazione della storica GS Guerciotti, squadra che ha lanciato e sostenuto campioni proprio come Vito Di Tano. Il loro impegno nel ciclismo è sempre stato sorretto da una profonda passione, che ancora oggi si riflette nelle attività sportive e aziendali.

“Vito è stato prima mio corridore, poi nostro direttore sportivo. Soprattutto, è sempre stato il mio migliore amico”, ricorda commosso Paolo Guerciotti. “Un legame mai creato con nessun altro corridore. L’amicizia che ci legava era fraterna e andava oltre il ciclismo. Non è stato solo un campione, bensì un grande uomo, ricco di valori. La perdita di Vito ha lasciato un grande vuoto nel mio cuore, in quello dei miei familiari e a tutto il ciclismo. Mi spiace solo che non abbia potuto godersi la vittoria dell’ultimo nostro titolo Mondiale vinto con Mattia Agostinacchio, un obiettivo storico che poteva rappresentare il suggello della sua carriera, nell’ultimo anno che avrebbe voluto fare”.

Pensieri condivisi da Antonio Molteni, presidente della Fondazione Museo del Ghisallo, che ha accolto subito la richiesta di commemorare qui il campione, nel tempio della memoria e della cultura ciclistica italiana. E allo stesso tempo esprime gratitudine per la donazione nella collezione permanente di due cimeli di grande valore simbolico, la bicicletta con cui Di Tano conquistò il titolo mondiale di ciclocross nel 1986 a Lembeek, in Belgio e la maglia iridata che lo consacrò sul tetto del mondo. 

“Un atto d’amore verso il ciclismo”, ha detto Molteni”, che permetterà alle future generazioni di conoscere e apprezzare la figura di un grande campione che ha scritto la storia del ciclismo fuoristrada”.