
Cento candeline per Drali, amata dai campioni
Passione e innovazione, un’eccellenza del made in Italy. Tutti d’accordo gli appassionati di 2 ruote quando si parla di un marchio che ha sempre avuto grande attenzione per la qualità. È un compleanno speciale, quello appena compiuto da Drali che, senza dimenticare le proprie origini, continua a proiettarsi verso il futuro con sfide sempre nuove, distinguendosi per la ricerca di precisione, un'innovazione costante e la cura dei dettagli di tutti i suoi prodotti. Il marchio nasce ufficialmente a Milano nel 1925 per opera di Carlo Drali, appassionato di ciclismo e creatore di telai per campioni come Costante Girardengo e il Campionissimo Fausto Coppi. Con dedizione e sacrificio, passo dopo passo, il marchio si distingue come simbolo di qualità sino a diventare un punto di riferimento assoluto per i grandi del pedale. Di padre in figlio, Carlo ha passato il mestiere a Giuseppe che ha inaugurato il negozio di via Agilulfo a Milano dove ha continuato le sue creazioni fino al 2014. Nella bottega sono passati tanti campioni che si sono affidati a Drali per avere telai all'avanguardia. Nel 2016 il marchio torna a risplendere grazie alla scommessa di Angelo Mantovani, Gianluca Pozzi, Andrea Camerana e Robert Carrara che danno nuova vita all'eredità di Beppe Drali, tenendo fede alla sua decennale tradizione. Ricomincia la produzione di telai e inaugura il nuovo Spazio in via Nicola Palmieri: una ripartenza in linea con l’attenzione da sempre dedicata alla storia del ciclismo. Tenendo ben saldi i piedi nell'esperienza passata, Drali incomincia a guardare anche oltre creando una squadra di scatto fisso e una squadra di amatori per la strada, ma soprattutto rinnovando la sua brand identity. Nel 2021 viene inaugurato il flagship store per la vendita e per fornire servizi esclusivi come la visita biomeccanica per l'ottimizzazione della posizione in bici, è solo l'inizio di tanti progetti legati al mondo delle corse come eventi, sponsorizzazione di gran fondo e non solo.
«Il legame del marchio Drali con Milano è la cifra che maggiormente attira i nostri clienti, affascinati dalla parte artigianale e locale del prodotto. È proprio questa caratteristica che rende il nostro marchio molto forte all’interno di un mercato sempre più difficile da accontentare. Ogni giorno cerchiamo di porci nuovi obiettivi e nuove sfide, se dovessi dire cosa vorrei tra 5 anni, direi il Giro d’Italia, sarebbe un sogno, un obiettivo gigantesco, ma sognare non costa nulla», racconta Robert Carrara.
Alla grande festa dello scorso 31 maggio hanno partecipato appassionati, clienti e amici. Un’occasione per rivivere tutti insieme il percorso compiuto da Drali Milano tra innovazione e omaggio alla tradizione. Durante la serata, gli ospiti hanno potuto ammirare un’esposizione di bici storiche che hanno segnato la storia del marchio; partendo dalla Drali Settebello del 1937 il telaio si è evoluto, ha cambiato caratteristiche e colori, puntando verso una sempre più evidente innovazione con modelli che hanno segnato la storia degli anni Settanta e Ottanta, fino alle chicche più recenti, tra cui Ametista, Miraggio e Opale. Ma la vera a sorpresa è stata Trinity 100, realizzata in esclusiva in soli 10 esemplari per celebrare l’importante ricorrenza. Progettata per offrire grandi prestazioni, con tubi in acciaio di diametro maggiorato che garantiscono una resistenza superiore alle sollecitazioni, la bicicletta si contraddistingue per comfort e maneggevolezza e per un design deluxe caratterizzato dal rivestimento dorato arricchito con foglia d’oro e l’emblema commemorativo dei 100 anni. Nella stessa occasione, il lancio dell’ultimo modello in carbonio, Iridio, mostrato in anteprima assoluta con il nuovo gruppo Campagnolo Super Record 13.
«Posso dire di avere avuto la fortuna di avere conosciuto Beppe Drali e di averlo frequentato per diversi anni. Venendo a questa serata ho pensato che il Drali ne sarebbe stato veramente orgoglioso, in particolar modo sarebbe stato affascinato dalla nuova bici Iridio che è equipaggiata Campagnolo, un grande omaggio al passato. Lui non ha mai parlato solo di corse, ma soprattutto di biciclette e di uomini, noi continuiamo nella sua direzione», ha commentato Angelo Mantovani al termine della serata.