Dal Polimi arriva il nuovo Atlante interattivo degli incidenti ciclistici
Pedalare in sicurezza non è certo un fattore legato al caso, basta scorrere i numeri di un rapporto esclusivo, disponibile per tutti, lanciato pochi giorni fa in versione beta, l’”Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta”, la più dettagliata mappatura del tasso di incidenti sulle due ruote mai realizzata in Italia. Frutto di uno studio del Competence Centre on Anti-Fragile Territories (CRAFT), il gruppo di ricerca, guidato dal professor Paolo Bozzuto, docente del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani (DAStU) del Politecnico, nasce con l’obiettivo di approfondire la conoscenza sul fenomeno degli incidenti che vede coinvolto chi sta in sella alla bicicletta. E lo fa indagando i fattori di rischio e le molteplici criticità (condizioni spaziali, dotazioni infrastrutturali, pratiche d’uso della strada) che nei vari contesti del nostro Paese - metropolitano, urbano ed extraurbano - continuano a causare morti e feriti tra chi sceglie le due ruote per gli spostamenti, in modo trasversale a tutte le pratiche d’uso, che sia il mezzo di trasporto d’elezione per gli spostamenti quotidiani, per svago o adottato da chi pratica il ciclismo come sport amatoriale o agonistico. Il risultato? 5 dashboard interattive, disponibili gratuitamente e di facile consultazione da parte di cittadini, enti, istituzioni, amministratori e operatori pubblici, che rappresentano un prezioso strumento per interrogarsi, e di conseguenza attivarsi, per aumentare il livello di sicurezza e la qualità della mobilità ciclistica. Un tema quanto mai caldo e attuale, dopo la lunga estate segnata da numerosi incidenti che hanno coinvolto le due ruote, sia nei circuiti dei professionisti sia per le strade, occupando le prime pagine dei giornali. Non solo uno strumento di prevenzione, ma anche un valido alleato per contrastare uno tra i maggiori fattori critici che minano pesantemente le prospettive di sviluppo della mobilità attiva e sostenibile, la percezione diffusa del rischio che si corre nel guidare una bicicletta, che determina una conseguente scarsa propensione a farne uso.
La ricerca ha introdotto una metodologia di lavoro originale, basata sull’elaborazione dei dati sugli incidenti stradali rilasciati annualmente da ISTAT (“Rilevazione degli incidenti stradali con lesioni a persone: microdati a uso pubblico”). Il sistema messo a punto dal gruppo di ricercatori ha consentito di estrarre e analizzare le sole informazioni relative agli incidenti ciclistici, a partire dalla totalità di quelli stradali. Attraverso le singole Dashboard si può poi effettuare una ricerca e una consultazione dei dati contenuti nel database che raccoglie e filtra informazioni sugli incidenti avvenuti in ogni comune italiano, basandosi sui numeri ISTAT relativi a incidenti stradali con lesioni gravi o, peggio, che hanno causato decessi dal 2014 al 2023. In particolar modo, gli incidenti avvenuti nel corso del 2022 e 2023 sono stati geolocalizzati con doviziosa precisione, permettendo una mappatura puntuale senza precedenti. Con il suo approccio innovativo, lo strumento messo a punto dal Politecnico rappresenta un vero e proprio spartiacque per l’analisi della sicurezza ciclistica, fornendo uno strumento essenziale, per la prima volta in modo così approfondito e interattivo, per la pianificazione urbana e la progettazione mirata di interventi ad hoc sulle infrastrutture stradali. Un’analisi dinamica che, oltre a essere una fotografia puntuale dello stato di fatto continuamente aggiornabile, si propone come strumento di stimolo e riflessione perché ci si pongano domande e ci si interroghi sui possibili miglioramenti attuabili.
“L’unica certezza è che della mobilità ciclistica, in Italia, sappiamo ancora relativamente poco. Proprio per questo, abbiamo deciso di rendere pubblici i nostri dati, contributo concreto per un dibattito costruttivo sul tema dell’incidentalità ciclistica, ma anche uno strumento operativo per il futuro”, commenta Paolo Bozzuto.
Qualche spunto interessante viene da questi numeri, che dimostrano come la sicurezza non sia un caso ma il risultato di buone politiche per i cittadini. Gran parte degli incidenti (73%) avviene nei centri urbani, ma una morte su due (48%) riguarda chi pedala fuori città, dove si corre di più e la separazione tra i veicoli è spesso inesistente. Tra il 2014 e il 2023 in Italia si sono registrati oltre 164.000 incidenti, con più di 3.000 morti e oltre 150.000 feriti. Solo nel 2023, i feriti gravi sono stati 17.000, in lieve calo rispetto al 2022. La Lombardia è la regione con il maggior numero di incidenti in assoluto: ben 41.502 tra il 2014 e il 2023. Seguono Emilia-Romagna (30.447), Veneto (23.139) e Toscana (133.719). Le cose vanno meglio nelle regioni con meno traffico e più infrastrutture ciclabili protette, tra cui alcune province del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, dove la qualità delle piste ciclabili e la segnaletica riducono sensibilmente il rischio.
Fonte: "Atlante italiano dei morti (e dei feriti gravi) in bicicletta" del Centro di Competenze CRAFT (DAStU - Politecnico di Milano)