Diario di due giorni al Giro-E
Non é una prova contro il tempo ma nemmeno una passeggiata. Chiedetelo al suo direttore, Roberto Salvador, per conferma. Il Giro-E è una e-bike experience unica nel suo genere e senza eguali, almeno per il momento, a livello mondiale. Evento cicloturistico del calendario federale, partito nel 2019 con l'obiettivo di sensibilizzare mobilità sostenibile e cura dell'ambiente, il Giro-E è giunto quest'anno alla sesta edizione.
L'esperienza offre a un gruppo di fortunati la possibilità di pedalare sulle strade del Giro d'Italia durante il Giro d'Italia con e-bike di ultima generazione al fianco di leggende e personalità. Con Bike Channel abbiamo avuto l'opportunità di pedalarne due tappe dell'edizione 2024, vestendo il blu del team Yamaha, la moto ufficiale della Corsa Rosa.
Le due tappe erano: la prima la Torino-Torino, e la seconda, la Valdengo-Oropa, con la leggendaria ascesa verso il Santuario nel venticinquesimo dall'impresa di Marco Pantani. Quest'ultima piuttosto impegnativa considerando i quasi 2mila metri di dislivello. Verificare sul 'Garibaldi' - sì anche il Giro-E ha il suo Roadbook - per credere. Noi l'abbiamo fatto prima di attaccare sulla maglia, come veri campioni, il numero di gara, con le spille da balia per centrarlo al meglio, anche a beneficio delle telecamere.
Le tappe del Giro-E si svolgono proprio sul medesimo tratto finale, della tappa del giorno al Giro. Nel nostro caso trenta kilometri il primo giorno e settanta il secondo ma, come detto, con la bellezza di quasi 2mila metri di dislivello dove non in pochi hanno dovuto dar fondo alle batterie. Il fatto di poterli percorrere con l'assistenza di una bicicletta elettrica, del resto, consente anche ai meno allenati di godere di un'esperienza unica.
Pedalare sulle strade del Giro con il Giro-E, infatti, è un po' come se si avesse la possibilità di scambiare due passaggi sul terreno di San Siro prima del derby Milan-Inter o di fare un giro di pista su una Formula 1 o MotoGp giusto a un paio d'ore dal momento in cui veder sfrecciare sul medesimo asfalto Leclerc, Hamilton o Bagnaia.
Ad allietare il tutto è la compagnia di una squadra: sono una ventina scarsa in tutto quelle che partecipano al Giro-E, ciascuna con il suo capitano. A guidare i ciclisti elettrici di blu vestiti del team Yamaha è il simpaticissimo creator Andrea Ziliani, che quando non impenna sulla sua bici dalla grafica speciale è sempre attento a consigliare i suoi.
Mentre pedali e ti metti alla prova con le divertenti sfide di regolarità (il limite dell'assistenza elettrica anche al Giro-E, che non è una competizione, è sempre di 25 km orari) puoi provare tutto lo spettro delle emozioni possibili: dal tifo incondizionato del pubblico assiepato in attesa di veder passare Pogacar, alla goliardica ironia degli appassionati che ti gridano "facile pedalare in salita su una e-bike". Anche se poi le gambe devi farle andare comunque, specie sulle rampe dell'ascesa, dove la gestione della batteria è fondamentale.
Intanto ti passano di fianco, tanto per far qualche nome, grandi ex come Gianni Bugno e Damiano Cunego, che un Giro l'hanno anche vinto tra i tanti successi, Andrea Tafi e Sonny Colbrelli, Claudio Chiappucci e… anche qualche star, come Justine Mattera, o campioni di altre discipline ma con la passione della bicicletta, come lo sciatore Giorgio Rocca.
Oggi che il Giro-E si ferma e riposa, proprio come la Corsa Rosa, vogliamo cogliere l'occasione per ringraziare Yamaha Italia dell'invito e quanti hanno reso possibile questa nostra incursione elettrica sulle orme del Trofeo senza fine. A rischio di dimenticare qualcuno, e ce ne scusiamo, un saluto speciale va a: Silvia Casazza di Team Lewis, Emanuele Crosta in ammiraglia e tutte le persone che ci hanno assistito durante i due giorni: dalla preparatissima meccanica, Sofia, alla discreta e attenta Danila, Mauro, Mattia, Daniele, Belen - che il primo giorno ha gioito per il suo connazionale Jhonatan Narváez in rosa! - e Diana di Yamaha Europa.
Ma soprattutto ringraziamo i "boss" pedalatori: Paolo Pavesio, direttore marketing di Yamaha Eu, e Andrea Colombi, country manager di Yamaha Italia. Senza dimenticare gli invitati: dall'ex corridore oggi medico ortopedico, Stefano, all'influencer del volo Marco Romboli, che pedalava con la sua selfie stick come fosse una lancia in resta. Altri ne sono seguiti, in primis Olivier Prévost, presidente e ceo di Yamaha Motor Europe, e molti ancora ne seguiranno nelle ultime due settimane di corsa.
A noi resta il bel ricordo di due giorni spesi in compagnia (per inciso, chi volesse potrebbe anche acquistare l'experience del Giro-E su Ticket-one), dell'ospitalità della cantina Anzivino a Gattinara, della gentilezza di Paola e Momo al Bar La Piazzetta di Valdengo; e una curiosità, scoperta conversando tra una presentazione sul palco nel Green fun village e una birra al paddock in attesa dell'arrivo dei campioni: a inventare il motore elettrico 31 anni fa parrebbe che sia stata proprio Yamaha, la casa dei tre diapason. Robe da Giro-E.