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I 60 anni del Giro della Valle D’Aosta

Sessanta edizioni e non sentirle. Nato nel 1962 a Pont-Saint-Martin per volontà di un gruppo di amici appassionati delle due ruote, il Giro Ciclistico Internazionale a tappe della Valle d'Aosta-Mont Blanc, noto come Giro della Valle d'Aosta, ha festeggiato l'anniversario lo scorso luglio con atleti provenienti da 13 diverse nazioni che si sono sfidati per 559 chilometri e 13.000 metri di dislivello: cinque tappe trasmesse in diretta da Bike Channel.

La gara, fortemente voluta da Giovanni Cossavella e Raimondo Jans, è sempre stato un giro con molte salite e pochi tratti pianeggianti e, proprio per questo, attirava giovani desiderosi di mettersi alla prova per dimostrare il proprio talento e aprirsi la strada verso il successo. La prima edizione si concluse con Gilberto Vendemiati primo, Marcello Mugnaini secondo e Italo Zilioli terzo. Tutti dilettanti all’epoca, perché il Giro venne creato per loro, per i dilettanti, e divenne presto una delle migliori occasioni per vedere in anteprima il ciclismo del domani. Sulle sue strade si sono sfidati campioni come Gianni Motta, Gianbattista Baronchelli, Franco Chioccioli, Ivan Gotti, Wladimir Belli, Gilberto Simoni, Thibaut Pinot, Fabio Aru, Enric Mas, solo alcuni dei protagonisti della corsa a tappe valdostana.

Con quella manifestazione, scriveva Gigi Boccaccini su La Stampa, nasceva una “corsa dura, impegnativa e senza respiro, adatta agli arrampicatori di razza buona”. Una competizione tosta, ma nata all’insegna della convivialità e dei profondi legami che si creavano tra organizzatori e partecipanti, per poi celebrare le vittorie con balli e bevute di gruppo dalla grolla, simbolo valdostano dell’amicizia.

Eccetto una breve pausa a cavallo degli anni Sessanta, il “Petit tour” è proseguito fino a diventare la più longeva corsa internazionale per dilettanti, e lo spirito di amicizia che la contraddistingueva ha lasciato il passo al carattere più serioso e all’efficienza di una manifestazione ambita che richiama turisti e impiega un grande spiegamento di forze. Una corsa a tappe riservata a corridori under 23 appartenenti a squadre professionistiche italiane o "Continental" e dilettantistiche di ogni nazionalità. Con i suoi percorsi (tra i più selettivi del vecchio continente) e con la partecipazione delle principali squadre europee, la gara è considerata ai massimi livelli nel panorama ciclistico giovanile mondiale. Oggi non si festeggia più intorno alla grolla ma i vincitori sfilano in albergo sotto le luci dei flash.

In occasione dell’importante anniversario, ne ripercorre la storia un interessante volume scritto a due mani da Cesare Cossavella, valdostano doc, figlio dell’ideatore del Petit Tour Giovanni Cossavella, e profondo conoscitore delle tradizioni e della storia della Valle. Insieme con lui Paolo Ghiggio, collezionista di bici d’epoca e appassionato divulgatore della storia delle due ruote che, dopo avere lasciato l’attività di chirurgo ortopedico, ha coltivato il suo interesse pubblicando numerosi libri sul mondo del ciclismo e i personaggi che lo animano.

Un progetto animato da entusiasmo, quello del 'Giro della Valle d'Aosta. Storia di amicizia campioni montagne paesaggi e fatica', edito da Pedrini, in cui gli autori hanno voluto ricordare ogni edizione del tour, a partire dagli esordi e arricchendo la narrazione con risultati, curiosità e aneddoti raccontati in prima persona dai veri protagonisti del Giro: corridori, direttori sportivi, meccanici, organizzatori, volontari e giornalisti.

Chicche che solo chi ha vissuto con entusiasmo la nascita del Giro della Valle può raccontare, come quando, nella discesa della Mongiovetta, Ruggero Bortolaso fu vittima di una rovinosa caduta: gli alberi gli impedirono un volo di oltre cento meri nella Dora Baltea e si salvò miracolosamente, restando agganciato ai rami con le gabbiette dei pedali. Per grazia ricevuta, il giovane ciclista prese i voti come frate, anche se dopo qualche anno sciolse il giuramento e si sposò. Una raccolta di interviste intrise di ricordi romantici, completata dalle più belle e rappresentative immagini per ricordare quegli anni, anche lontani, un volume da non mancare per immergersi nella bellezza e unicità di una competizione (storica.

(Photo credits: Paolo Ghiggio e girovalledaosta.it)