"Il bike fitting migliora la prestazione a parità di fatica"
Il giusto posizionamento in sella per il massimo del comfort. Uno studio dell’Università del Wisconsin-River Falls, pubblicato sull’International Journal of Exercise Science, conferma che un bike fitting ottimale è in grado di far registrare un aumento della potenza di picco, della potenza sostenuta e del comfort, riducendo fatica e malessere. La ricerca evidenzia inoltre come assetti percepiti come più “comodi”, come una distanza sella-manubrio troppo ridotta, possano favorire al contrario sovraccarichi e infortuni, confermando l’importanza di un’accurata regolazione in sella. La ricerca ha evidenziato che il posizionamento individualizzato e oggettivo tramite il sistema idmatch, la piattaforma di analisi biomeccanica sviluppata da Selle Italia, migliora notevolmente la performance e il comfort. E non incide soltanto sulle prestazioni - non è quindi prerogativa esclusiva dei professionisti - ma apporta vantaggi concreti soprattutto per i ciclisti amatoriali, che spesso assumono abitudini posturali imprecise con setup non ottimali. Basato su tecnologia markerless e scansione 3D, questo sistema avanzato offre un’esperienza personalizzata e rappresenta una soluzione innovativa per ogni esigenza di bike fitting. La regolazione con idmatch si è rivelata in grado di ottimizzare la posizione del ciclista aumentando così la potenza in sprint e sotto sforzo prolungato, riducendo la fatica percepita e i segnali precoci di sovraccarico.
«Il dato più interessante per i ciclisti amatoriali è che un bike fitting oggettivo può generare benefici immediati sia nella performance anaerobica sia nella capacità di sostenere uno sforzo prolungato, senza aumentare la richiesta cardiometabolica». In altre parole, più potenza a parità di fatica fisiologica. «Questo studio dimostra in modo chiaro che una posizione corretta non è solo questione di comfort, ma può trasformarsi in un beneficio misurabile in watt. È un risultato che conferma la visione alla base di idmatch: usare la tecnologia per mettere ogni ciclista nella condizione di esprimere il proprio potenziale», dichiara Matteo Paganelli, project leader di idmatch.
I vantaggi del fitting oggettivo

Il progetto ha coinvolto 12 ciclisti non agonisti, di cui 10 uomini e due donne di età media 37 anni, tutti dotati della propria bici personale. Gli atleti sono stati sottoposti a due test, prima e dopo un bike fitting completo con idmatch basato su rilevamento 3D del movimento, analisi antropometrica e algoritmi proprietari di ottimizzazione della posizione. Con idmatch i ricercatori hanno registrato un aumento della potenza di picco e della potenza media, l’incremento della coppia media sui pedali, una riduzione significativa del livello di fatica percepita e del discomfort in sella e nei punti di appoggio. L’aumento di performance è risultato strettamente associato ad alcune variazioni biomeccaniche prodotte dal sistema e in particolare l’aumento della distanza sella–manubrio e il riposizionamento più avanzato delle tacchette hanno mostrato le correlazioni più forti con i miglioramenti di potenza e coppia. Particolarmente interessante l’aspetto che riguarda la distanza sella-manubrio: tra molti partecipanti era infatti troppo ridotta ed è stata ampliata in modo significativo evidenziando come una postura più “eretta”, spesso considerata sinonimo di maggiore comfort, possa infatti favorire sovraccarichi e infortuni a causa di una distribuzione non ottimale del peso sulla colonna vertebrale e sulla parte superiore del corpo. Dopo il fitting, la presenza di dolore o fastidio si è ridotta in quasi tutte le regioni del corpo monitorate - mani, polsi, schiena, bacino, tendine del ginocchio con i muscoli posteriori della coscia e piedi - nonostante l’intensità dello sforzo durante i test fosse identica o superiore.
Lo studio rappresenta una delle prime verifiche sperimentali degli effetti complessivi di un sistema di bike fitting basato su motion capture 3D e algoritmi di ottimizzazione, confermando che l’approccio digitale riduce la variabilità tipica dei metodi soggettivi. Una ulteriore validazione indipendente del lavoro svolto sul piano biomeccanico negli ultimi anni da idmatch.