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Pozzovivo

Redazione

Il caso Pozzovivo-Ulissi fa discutere

Qual è la sensibilità generale verso i ciclisti in Italia? La domanda viene riproposta dalla vicenda che ha visto protagonisti Domenico Pozzovivo e Diego Ulissi condotti in caserma e multati da una pattuglia dei carabinieri perché stavano pedalando affiancati nel tratto tra Gravedona e Colico lungo le sponde del Lago di Como.

Ulissi si stava allenando in quanto professionista ancora in attività, Pozzovivo continua a pedalare dopo aver lasciato l'attività proprio al termine della stagione appena conclusa. In caserma ai due ciclisti è stata verbalizzata una multa da 18.50 euro. Si è acceso un dibattito molto divisivo, come sempre quando si tratta di ciclisti sulle strade italiane dove impera un’insofferenza spesso incomprensibile verso chi pedala, atteggiamento ben diverso rispetto a quanto accade in altri Paesi europei. Da un lato, c’è chi ricorda che è consentito anche dal Codice della Strada andare in bici affiancati. Anzi, è un modo per farsi notare meglio dalle auto e quindi rischiare meno. Dall’altro c’è chi evidenzia il fastidio provocato da questo comportamento alla circolazione automobilistica.

Capita in alcuni casi che le forze dell’ordine, ad esempio alcuni agenti della Polizia Locale chiamati a intervenire in caso di incidenti, abbiano un atteggiamento tutt'altro che benevolo verso i ciclisti. Basta ascoltare i racconti di alcune vicende dai protagonisti diretti per rendersene conto. Multe comminate più facilmente al ciclista ferito che all’automobilista incolume. Verbali nei quali l’apertura della portiera, che fa cadere il ciclista, non viene nemmeno sanzionata nonostante sia un comportamento potenzialmente pericolosissimo. Verbali surreali nei quali si sostengono dinamiche contrarie a una logica elementare. Sono ricostruzioni che peggiorano la sofferenza di chi viene ferito e complicano anche le procedure di risarcimento assicurativo.

Il caso Pozzovivo-Ulissi fa discutere perché in Italia si fatica terribilmente a capire che il ciclista è l’utente debole della strada, al pari dei pedoni. Proprio per questo viene discusso da una parte dell'opinione pubblica, anziché ricevere solo consensi, un provvedimento come quello di Bologna Città 30. Il dibattito nato dalla multa a Pozzovivo e Ulissi rientra in questa polarizzazione molto più ampia. 

(Photo credits: Shutterstock)