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campello monti
Andrea Ronchi

La ciclovia del paese dei Bulgari

Campello Monti è un luogo che vale la pena visitare e conoscere, non solo per le sue antiche origini walser, la sua storia e le eleganti dimore, ma anche per le numerose opportunità escursionistiche che offre. Un tempo era una frazione di Rimella, conserva ancora un angolo suggestivo: sotto la chiesa di San Giovanni Battista si trova il luogo in cui d’inverno venivano riposte le salme, in attesa che il valico verso la vicina Valsesia si liberasse da neve e ghiaccio, rendendo il passaggio di nuovo possibile.

 

Qui sorge anche la locanda "Alla Vetta del Capezzone," gestita dalla famiglia Volponi, che funge da rifugio alpino per i viandanti della GTA (Grande Traversata delle Alpi). Il rifugio propone salumi e formaggi locali e una gustosa pizza di montagna, assolutamente da provare. Mentre vi ristorerete, potrete scoprire che proprio qui affondano le radici della famiglia Bulgari, i celebri gioiellieri. Inoltre, la chiesa ospitò un tempo un prezioso dipinto di San Francesco che riceve le stimmate, opera del Guercino (1633), uno dei grandi esponenti del Barocco italiano. Sebbene l’opera sia stata trafugata e poi recuperata, oggi è custodita al Museo Diocesano di Novara, un luogo più sicuro per un tesoro artistico di tale valore. Un dettaglio che aggiunge fascino alla storia di Campello Monti e alle sue tradizioni montane.

 

Il nostro itinerario (47,8 km, 1007 metri di dislivello, durata circa 3 ore e 30) parte da Omegna, luogo dal quale inizia la Valle Strona. Dalla fine di via De Angeli si sale alla Canova del Vescovo. Al bivio per Germagno si può optare per una sterrata fra Chesio e Luzzogno oppure, svoltando a destra, una serie di tornanti sino a Germano. Proseguendo sulla sinistra ci si addentra in un bosco con pendenze moderate e costanti sino a Loreglia dove si trova la chiesa della Madonna del Rondone. Si sale sino al Mulino: al bivio si può scendere verso Prelo evitando lo sterrato oppure salire a Chesio con una salita con punte al 12%. Superato il paese, dopo una leggera discesa, si torna a salire verso l’Alpe Loccia, una delle salite più impegnative del VCO.

 

In cima finisce l’asfalto e inizia uno sterrato in buone condizioni che porta a Luzzogno e poi in discesa a Strona. Si svolta a destra superando il ponte per Fornero (che resta sulla sinistra), e si prosegue sempre dritto in direzione Forno superando la Piana di Fornero e due bivi per Massiola e Sambughetto. La prima salita ci porta a Piana di Forno e da lì ci si arrampica sino al paese con gli ultimi 300 metri veramente tosti. Una faticaccia ma guardatevi intorno, ne sarà valsa la pena.

 

(Photo credits: Pier Maulini e Marco Benedetto Cerini)