
Lillehammer CK, storia dello Swatt Club norvegese
Assenza di stipendi, ambiente familiare, la passione a cui aggrapparsi insieme alla voglia di lanciare la propria carriera. Questi sono gli elementi di una storia che, negli ultimi mesi, abbiamo imparato a conoscere piuttosto bene ovvero quella dello Swatt Club, team non professionistico guadagnatosi prepotentemente gli onori della cronaca con la vittoria del Campionato Italiano su strada firmata da Filippo Conca.
Tale successo, se da una parte ha avuto per alcuni un effetto sconvolgente, dall’altra ha definitamente aperto gli occhi su una squadra e un modo di fare ciclismo agonistico che in tanti neppure contemplavano e che, per finalità e risorse, ricalca da vicino quello di un altro piccolo team nordeuropeo con sede in Norvegia: il Lillehammer Cykleklubb. Fondato nel 1974 e forte oggi di oltre 400 tesserati tra giovanissimi, ragazzi e atleti élite su strada e fuoristrada, questo club è diventato col tempo tra i più noti e numerosi del paese permettendo a diversi giovani transitati tra le sue fila di crescere e mettersi in mostra prima di approdare in contesti di livello superiore.
Rimasto con la stessa conformazione fino al 2023, il Lillehammer CK (che coi propri colori ha visto maturare corridori oggi professionisti come Johannes Staune-Mittet, Rasmus Tiller, Anders Skaarseth, Ådne Holter, un campione del Mondo a cronometro come Tobias Foss e il compianto Andrè Drege) ha deciso la scorsa stagione di alzare il tiro ottenendo una licenza Continental che gli ha aperto le porte a un calendario di gare più internazionale e allenante rispetto ai precedenti.

È così che quest’anno il team ha potuto prender parte per la prima volta nella sua storia all’Arctic Race of Norway, suggestiva corsa ProSeries organizzata da A.S.O. in cui la squadra neroverde si è trovata opposta ad alcune delle qualificate rappresentative WorldTour e ProTeam e in cui noi, parallelamente, abbiamo avuto l’occasione di addentrarci nella storia e nel reale funzionamento del team riscontrando, con grande sorpresa, numerose affinità con il club italiano.
“Il Lillehammer CK è un club piuttosto grande e con una certa tradizione in Norvegia. Ha avuto per anni una formazione élite che ha corso come club ma, con questo status, non è possibile essere invitati a corse del livello dell’Arctic Race of Norway. Per questo abbiamo deciso di fare un passo ulteriore e diventare Continental” ci ha spiegato Kristoffer Skjerping, vecchia conoscenza del ciclismo World Tour e oggi direttore sportivo della squadra norvegese a cui ci siamo rivolti per scoprire meglio la realtà del Lillehammer CK.
“Non abbiamo però grandi risorse economiche: da noi sono i corridori ad aver messo di tasca propria il 50% del budget, con la restante parte che invece è stata messa dal club. Non è chiaramente qualcosa di usuale, ma è solo così che ora possiamo provare a ottenere quei risultati necessari per attrarre potenziali nuovi sponsor e dare ai ragazzi maggiore visibilità” ha continuato il trentaduenne di Bergen.

“Ci troviamo in una situazione per nulla ideale che non ci permette di avere prospettive a lungo termine. Al momento, infatti, i corridori non ricevono alcun tipo di stipendio ma solo i premi gara. Metà di loro studia e vive grazie ai sussidi universitari, mentre l’altra metà lavora part-time. Il contributo di genitori e amici in questo è fondamentale. Anche lo staff non è pagato e pure io sono qui come coach e direttore sportivo ma lavoro full time in una scuola sportiva: il club mi dà giusto qualcosa ma mi consente comunque di viaggiare coi ragazzi. La speranza, dunque, per noi è quella di trovare sponsor e, grazie a essi, quelle risorse necessarie per andare avanti con la nostra attività”.
Sentendo queste parole è stato inevitabile accostare la situazione della squadra scandinava a quella dello Swatt Club, un parallelismo che Skjerping non ha rifiutato affatto dimostrando anzi grande apprezzamento per quanto ottenuto in questo 2025 dai ragazzi di Carlo Beretta.
“Credo che la nostra sia una condizione non molto dissimile da quella in cui si trovano loro in Italia: anche noi, al giorno d’oggi, per correre dobbiamo far leva solo sulla nostra passione e su ciò che abbiamo e non è affatto semplice. È stato fantastico, da qui, vederli vincere una corsa come il campionato nazionale, un risultato davvero pazzesco. Anche noi ogni anno andiamo ai campionati nazionali ma la Uno-X ci batte perché hanno troppi corridori forti: non so se un giorno riusciremo a conquistare il titolo o meno ma è il nostro sogno e ci proveremo”.
Quest’anno il miglior risultato conseguito dai portacolori neroverdi al campionato nazionale è stato il 15° posto di Toralf Rydningen Martinsen, fratello di quel Georg Rydningen Martinsen che all’Arctic Race of Norway è andato in fuga per tre giorni consecutivi venendo premiato come corridore più combattivo della seconda tappa.

Nessuno dei due questa stagione è riuscito a finora ad alzare le braccia al cielo, cosa che invece hanno fatto rispettivamente al Tour of Rhodes e alla Visit South Aegean Islands Ludvik Holstad e colui che, stando a Skjerping, è forse il prospetto più interessante della squadra ossia Ulrik Tvedt.
“Ulrik ha vinto a inizio stagione a Rodi, poi si è rotto la clavicola, ma nonostante questo è andato in Olanda per fare dei test con la PicNic che sono andati bene. È davvero un ragazzo promettente ma ci sono altri corridori come lui. Le cose si stanno muovendo e questo chiaramente è un buon segnale anche se tutto dipende sempre dai risultati”.
E per avere risultati non si può prescindere dal competere in quante più gare di qualità possibili, requisito questo che l’anno prossimo, allo stato attuale delle cose, il Lillehammer CK potrebbe avere non poche difficoltà a soddisfare in quanto verrà meno il sostegno economico di Uno-X, da anni sponsor della compagine di Skjerping.
“Uno-X è stato il nostro sponsor principale per anni, ma questa sarà l’ultima stagione insieme. Dal prossimo anno non sarà più al nostro fianco: il motivo è perché penso voglia concentrare tutte le risorse sulle squadre maschili e femminili puntando al WorldTour con gli uomini ed è qualcosa di comprensibile. Da parte nostra, questo significherà perdere circa 50.000 euro di budget per cui abbiamo bisogno di trovare un nuovo grande sponsor e questa sarà decisamente una grossa sfida”.
Qualora tali risorse venissero reperite, il Lillehammer CK potrebbe anche pensare di allargare ulteriormente il proprio calendario di gare e inserire, magari, qualche corsa in Italia, terra che Skjerping ha avuto modo di conoscere bene nei suoi trascorsi in maglia Cannondale (“Ho condiviso tante trasferte con Alan Marangoni, un bravissimo ragazzo di cui sarò sempre amico, ma ho corso anche con Moreno Moser e Bettiol, gente davvero in gamba”) nel 2015 e 2016.

“L’Italia per me, considerando i posti, il cibo e gli hotel, resta il posto migliore in cui correre. Mi piacerebbe molto gareggiarvi coi ragazzi ma in autunno ci sono più che altro tante classiche e per noi è complicato prendervi parte perché nelle gare di un giorno gli organizzatori non coprono le spese dei team e per noi la trasferta diventerebbe troppo onerosa a livello di costi e spostamenti. Qui in Norvegia, invece, riceviamo un piccolo contributo e questo ci consente di schierarci al via di diverse corse”.
Corse in cui, come abbiamo avuto modo di ammirare oltre il Circolo Polare Artico a inizio agosto, gli uomini in neroverde non si sono risparmiati e non si risparmieranno nemmeno nelle prossime settimane quando, spinti dalle circostanze, tenteranno ancor di più di lasciar tutto quello che hanno sulla strada per regalare a sé stessi, e di riflesso al team, un futuro più solido.
(Photo Credit: ARN/ASO, Lillehammer CK Continental Team)