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Anversa

Alessia Bellan

L’Italia a metà strada nella classifica di chi pedala di più in Europa  

Green, versatile, economica. La bicicletta è sempre più apprezzata da milioni di europei come mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani e per il tempo libero. La conferma arriva dall’ultima analisi di Eco-Counter, leader nella raccolta e nell'analisi di dati per la trasformazione delle città e la conservazione degli spazi naturali che, con un sistema efficace e integrato, censisce i passaggi delle biciclette nei centri urbani e lungo i percorsi cicloturistici. L’Indice 2025 non lascia spazio a dubbi: la bici non è più solo uno sport per appassionati o una scelta di nicchia, ma è parte integrante, e con numeri davvero importanti, della mobilità. Belgio, Irlanda e Francia fanno da capofila e guidano il cambiamento, ma il trend è comune a tutta l’Europa. Sotto la lente i flussi ciclistici da gennaio a giugno 2025 in dodici Paesi europei, che hanno rilevato una crescita media del 5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel lungo periodo, utilizzando come riferimento il traffico ciclistico del 2019, è possibile osservare l'evoluzione complessiva del passaggio delle bici nel panel studiato: dopo un forte aumento nel 2020 legato al contesto sanitario (necessità di esercizio fisico e di fare attività all'aria aperta), il traffico ha registrato un leggero calo negli anni successivi, stabilizzandosi comunque a circa +8% rispetto al 2019. Nei giorni feriali del 2025 la crescita rilevata da Eco-Counter Index si attesta al 6%, l’utilizzo prevalente quello per il tragitto casa-lavoro. L’aumento nei weekend è più contenuto, il +2%, ma comunque significativo, a conferma della bici come scelta anche per muoversi nel tempo libero. 

I più virtuosi Belgio, Irlanda e Francia

eco-counter index 2025

Tutti le nazioni oggetto della ricerca mostrano valori in crescita ma i meglio classificati sono Belgio (+14,55%), Irlanda (+13,65%) e Francia (+9.9%). Un risultato positivo frutto anche delle politiche di queste nazioni che negli ultimi anni hanno scommesso e investito molto sulla mobilità delle due ruote. Mentre il Belgio si appresta a varare il programma BeCyclist 2.0, il nuovo piano nazionale per la mobilità che prevede l’obbligo di registrazione per le nuove biciclette, agevolazioni diffuse e un miglioramento delle infrastrutture dedicate nelle stazioni ferroviarie, oltre alla continua promozione del cicloturismo, l’Irlanda vanta una rete ciclabile nazionale con numeri da record, grazie anche all’ambizioso progetto – annunciato nel 2024 dal Dipartimento dei Trasporti – che prevede di raggiungere quota 3.500 km di ciclabili, collegando 200 città e villaggi. Lo sviluppo di una rete capillare, per lo più separata dal traffico automobilistico, servirà 2,8 milioni di persone e sono già stati stanziati 677 milioni di euro per completare i primi 1.000 km entro il 2030. Anche la Francia, più timidamente, conferma lo stesso trend di crescita, con un aumento stabile dell’uso della bici iniziato nel 2019, complice anche una generale e diffusa condizione meteo favorevole all’inizio di quest’anno, con temperature miti che hanno incoraggiato gli spostamenti dei ciclisti, spesso disincentivati da pioggia e freddo, oltre agli effetti post-pandemia, i successivi Piani Nazionali per la Bicicletta e una crescente sensibilità ambientale della popolazione francese. Nel Regno Unito la tendenza è simile, con un aumento sensibile tra il 2019 e il 2020, cui è seguito un volume di traffico medio costante negli anni successivi.

 E anche da noi…

La sorpresa? Gli italiani sono tra quelli che pedalano di più, con un soddisfacente sesto posto si colloca esattamente a metà nel panel dei 12 paesi mappati. L’uso della bici cresce più della media; rispetto al medesimo periodo dello scorso anno Eco Counter ha rilevato una crescita complessiva del 5,65% su tutto l’arco della settimana, un dato lievemente superiore alla media complessiva con un notevole aumento dei ciclisti nel corso della settimana (+9,34%) controbilanciato dalla flessione dello 0,97% durante il fine settimana. Un dato che lascia supporre che la strada per i ciclisti e futuri ciclisti del Belpaese sia in discesa, a patto che alla crescente volontà diffusa di spostarsi in bicicletta seguano di pari passo politiche e azioni mirate per promuovere la ciclabilità e la sicurezza, come dimostrano i dati dei Paesi che hanno portato avanti in questi anni politiche attive pro-bici. Insomma, se in medio stat virtus, per raggiungere il podio dell’indice mondiale che misura il tasso di ciclisti non bisogna mollare. E lo sa bene chi ci legge.

(Fonte Eco-Counter)