Marassha³, il manubrio all’ennesima potenza
Si chiama M3 l’ultimo ritrovato di alta tecnologia sviluppato dal team di Toot Engineering - il brand di engineering design che progetta biciclette performanti, basandosi sull'integrazione tra esperienza motorsport e ricerca scientifica - in collaborazione con Bianca Advanced Innovations, Compmech Università di Pavia e Politecnico di Bari. Disponibile in tre diverse configurazioni in carbonio e in versione custom parametrica stampata 3D, è l'evoluzione "al cubo" del concetto Marassha, che aveva già fatto molto parlare di sé: non più una singola geometria ottimizzata, ma un sistema parametrico complesso che integra Width (W), Reach (R) e Stack (S) in configurazioni multiple progettate per ciclisti diversi e utilizzi specifici. Il progetto, frutto di sperimentazioni sulla stabilità di torsione dei manubri da corsa, ha introdotto il "Fattore di Stabilità e Agilità" (StabFactor) dimostrando che le geometrie che massimizzano questo fattore presentano maggiore resistenza alle oscillazioni, uno smorzamento più rapido delle perturbazioni, migliore controllabilità ad alta velocità tramite lean steering e una perfetta sinergia tra stabilità passiva e controllo attivo, risultando fino a 3.8 volte più stabili dei manubri tradizionali.
"Lo studio ha dimostrato che la geometria del manubrio influenza profondamente il sistema uomo-bici", afferma il team di ricerca COMPMECH di Pavia. "Il parametro StabFactor che abbiamo validato non è teoria astratta, è fisica applicata che si traduce in performance misurabili sul campo".
I manubri Marassha non sono semplici componenti, ma l'applicazione di un nuovo paradigma: la stabilità non è solo sicurezza, è efficienza. Che per l'atleta si traduce in una piattaforma di controllo superiore che gli permette di mantenere la posizione più efficiente più a lungo e con minore dispendio energetico. Disponibili in tre configurazioni parametriche, tutte conformi alle nuove regolamentazioni UCI 2026 - COMP dalla versatilità polivalente, RACE per un’aerodinamica ottimizzata con controllo garantito e AERO, che assicura massima stabilità ad altissima velocità - sono stati testati con successo dai migliori atleti internazionali tra cui Jan-Willem Van Schip, Cian Keogh, Felix Ritzinger, Miguel Heidemann, Justus Willemsen, oltre a decine di ciclisti su pista.
Non è detto che largo sia meglio

Si potrebbe pensare che un manubrio largo offra più controllo, come l'asta di un funambolo. Questo è vero solo a basse velocità, mentre lo studio dimostra che alle alte velocità il modello 2D fallisce poiché un manubrio largo diventa una leva svantaggiosa, agendo come una vela che cattura le perturbazioni esterne. La soluzione? Capire il controllo reale attraverso il modello 3D. In velocità, infatti, il ciclista non sterza girando il manubrio, ma piega la bici usando il proprio peso. Il controllo e la stabilità non dipendono quindi solo dalla larghezza, ma dalla relazione tridimensionale tra le leve di Reach (la distanza orizzontale tra l'attacco manubrio e le leve) e Stack (la distanza verticale tra l'attacco manubrio e le leve).
"M3 rappresenta un cambio di paradigma: dalla logica di adattare l'atleta al componente, alla progettazione del componente sul sistema atleta-bici specifico. Nel motorsport abbiamo imparato che se non controlli il mezzo, non stai correndo, stai sopravvivendo. Quando siamo entrati nel ciclismo, abbiamo trovato un mondo che inseguiva watt e CdA ma ignorava la stabilità dinamica. M3 riporta il controllo al centro della performance", spiegano da TOOT Engineering.

La ricerca e le sperimentazioni in simulazione e sul campo hanno dimostrato che gran parte della resistenza aerodinamica (CdA) non proviene solo dalla posizione statica del ciclista, ma dalle turbolenze parassite generate dall'instabilità nel movimento. Oscillazioni della bici e del ciclista dissipano energia e peggiorano il CdA. È proprio la proporzione tra larghezza e lunghezza degli appoggi delle mani sui comandi o sul drop a determinare la reale guidabilità, sicurezza e stabilità generata dalla posizione che il componente consente di ottenere. L’avanzamento del centro di massa dell’atleta produce un maggior equilibrio dinamico e consente una conduzione precisa e sicura. Ottimizzando la ratio W/S nei parametri ottimali anche il tempo di smorzamento di sollecitazioni esterne decresce esponenzialmente garantendo maggiore facilità nelle correzioni e nella stabilità delle traiettorie su percorsi veloci e sconnessi.
I manubri Marassha sono realizzati per limitare queste inefficienze, la progettazione del cockpit e delle sue caratteristiche massimizzano un parametro di stabilità tridimensionale che garantisce un avantreno solido e reattivo.
(Photo credits: © 2025 TOOT Engineering)