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Millenial e zoomer più green

C’è molto da fare per colmare il gap esistente tra i millennial (definiti anche gen Y, quella dei nati tra il 1981 e la fine degli anni ‘90) e gli zoomer (la gen Z, che include chi è nato tra il 1997 e il 2010) e la tanto dibattuta transizione ecologica. Se è vero infatti che i giovani italiani si stanno avvicinando a uno stile di vita sostenibile (solo uno su tre usa la macchina o la moto), l’auto di proprietà resta un desiderio a cui non si rinuncia.

È quanto emerge dalla survey “I giovani e la mobilità sostenibile” condotta nelle scorse settimane da Skuola.net per ECO Festival della Mobilità Sostenibile e delle Città Intelligenti, l’evento che espone lo stato dell’arte della transizione ecologica nei trasporti di persone e merci in Italia, che si è svolto a Roma il 17 e 18 settembre. È emerso che il 60% degli intervistati (2.500 studenti tra i 15 e i 35 anni) si ritiene promosso in termini di attenzione quotidiana alla riduzione delle proprie emissioni carboniche negli spostamenti da un luogo all’altro. Oltre due su tre, infatti, affermano di aver pressoché abbandonato i mezzi di trasporto più inquinanti: il 33% preferisce il servizio pubblico (bus, tram, metropolitane, treni locali), il 13% si divide tra biciclette e monopattini, il 4% sta già sperimentando forme alternative di micromobilità elettrica (hoverboard, monowheel e affini), mentre il 19% si sposta a piedi. Solo il 31%, dunque, continua a prediligere i classici veicoli a motore (automobili, moto e motocicli), come passeggero o alla guida.

“Cammina, condividi, ricicla, ripara e riusa”, sono le 5 regole d’oro, secondo le nuove generazioni, per condurre uno stile di vita amico del pianeta. Il 39% sostiene che gli spostamenti a basso impatto ambientale siano l’aspetto principale della causa green. A seguire, la raccolta differenziata (24%) e il recupero/riuso degli oggetti (23%), come testimoniato dal grande successo che stanno riscuotendo le piattaforme online di compravendita second-hand. Non manca, poi, chi mette in pratica comportamenti virtuosi come limitare risorse preziose per il benessere personale, acqua ed energia in primis (8%) o utilizzare prodotti cosmetici meno inquinanti (7%). Anche lo shopping online - che secondo recenti studi può ridurre le emissioni di CO2 di quasi tre volte rispetto a un acquisto tradizionale - rappresenta uno dei contributi alla causa, seppure inconsapevole: solo il 16% ne è a conoscenza mentre l’8% pensa che l’e-commerce abbia addirittura impatti ambientali negativi.

Ma che cosa lamentano i giovani d’oggi e cosa propongono? Innanzitutto un riassetto del trasporto pubblico, con potenziamento delle corse, allargamento della rete al maggior numero possibile di aree cittadine, contenimento dei prezzi di biglietti e abbonamenti. La macchina di proprietà, però, resta indispensabile o quasi, addirittura uno status symbol: il 61% è certo che ne acquisterà una in futuro, mentre il 23% potrebbe rinunciare solo se dovessero affermarsi definitivamente i servizi di car sharing e noleggio. Solo il 16% esclude a priori di comprarla. Un dato apparentemente in controtendenza rispetto ai numerosi studi che vedono gli appartenenti alla Generazione Z lontani dall’auto di proprietà e che risente della sfiducia rispetto a quanto il Paese sta mettendo in pratica.

Secondo gli intervistati, dunque, per imprimere una spinta decisiva verso un approccio ecologico al settore delle auto, si dovrebbe da un lato incrementare la presenza di colonnine di ricarica nelle città, dall’altro promuovere il passaggio a mezzi meno inquinanti attraverso bonus e incentivi. Ritenute marginali, invece, le campagne sulla conoscenza dei benefici dell’elettrico e dei benefit pratici (parcheggi gratuiti, accesso ai centri storici). Il contesto urbano resta, in ogni caso, il fulcro del discorso. Per incoraggiare i cittadini a inforcare le due ruote negli spostamenti di tutti i giorni, dall’indagine emerge che occorra lavorare su due aspetti: il 47% degli intervistati ritiene fondamentale aumentare le infrastrutture dedicate (piste ciclabili, bike station), il 27% crede sia fondamentale ripensare gli spazi urbani con maggiore attenzione a ciclisti e pedoni.

(Photo credits: Eco/Skuola.net)