Immagine
Mirko Sut

Redazione

Mirko Sut, lo chef dei campioni

Pubblichiamo alcuni estratti dell'intervista di Mirko Sut, chef della Nazionale e della Lidl-Trek, sul numero 21 di BIKE, che è possibile scaricare gratuitamente iscrivendosi alla newsletter (per i già iscritti l'invio è automatico). 

SutCome è avvenuto il suo avvicinamento professionale al mondo del ciclismo?
“Nel 2009 andavo a scuola e nei weekend lavoravo in un ristorante pizzeria vicino a casa a Portogruaro. Un cliente fisso Roberto Amadio manager della Liquigas sempre nello stesso anno mi propose di andare a fare un ritiro a San Pellegrino con la squadra che si stava preparando per il Tour de France. Ricordo che in quel gruppo c'erano Nibali, Pellizzotti e Kreuziger. Dopo quella prima esperienza, Roberto mi chiese di fare lo chef per la squadra alla Vuelta in Spagna. Ovviamente accettai. Mi ero appena diplomato. E avevo tempo da dedicare a ogni avventura lavorativa Ma avevo già un accordo con l’Hotel Cipriani di Venezia. Lì lavorai tre anni. Poi ho lavorato a Roma e Londra. Infine sono ritornato sui miei passi e nel 2016 ho ripreso i legami professionali con il mondo del ciclismo, presso la Tinkoff di Contador e Sagan".

In questi anni da chef nel ciclismo si è affezionato a qualche competizione in particolare?
“Sono tante: i grandi giri, altre corse a tappe più brevi come la Tirreno Adriatico e la Parigi Nizza. Poi tutte le gare con la Nazionale dove ho ritrovato Amadio che ha il ruolo di team manager delle squadre azzurre. In tutti questi casi provi sicuramente un grande orgoglio ma allo stesso tempo anche una grande responsabilità perché sei responsabile dell’alimentazione di atleti di prima fascia durante queste manifestazioni”.

[...] Ha mai fatto fatica a reperire la materia prima?
“Sì. Ad esempio in Giappone in occasione delle Olimpiadi del 2021. E in Australia per il Mondiale del 2022 abbiamo fatto fatica a trovare alcuni ingredienti. Siamo riusciti a risolvere questi problemi tramite fornitori italiani".

(Photo credits: Sean Hardy)