Nibali: “Alpi e Alleghe decisive”
Un percorso equilibrato ma con margini per poter inventare a fare la differenza. A margine della presentazione del Giro d’Italia 2026, Vincenzo Nibali ha analizzato le peculiarità della 109a edizione della Corsa Rosa. Dopo aver presentato le tappe sul palco dell’Auditorium Parco della Musica, il due-volte campione del Giro si è soffermato ai microfoni di bikechannel.it su alcuni passaggi che potrebbero essere decisivi.
Nella prima metà di corsa, in due giorni l’accoppiata Blockhaus-muri marchigiani, potrebbe essere già importante: "La tappa del Blockhaus non ha un profilo altimetrico durissimo, però sono oltre 240km e dipende da come verrà interpretata: può essere una gara a sfinimento e il giorno dopo la fatica si sentirà".
Anche la cronometro toscana potrà spostare gli equilibri tra i big, considerando profilo e chilometraggio (oltre 40km, ndr) ma il focus principale è sui due tapponi, quella valdostano di Pila e quello dolomitico di Alleghe. Due tappe dure e molto diverse tra loro, ma il Vincenzo Nibali corridore non avrebbe dubbi: "da fondista, ritengo l’ultima settimana molto intensa (anche la tappa svizzera dopo il giorno di riposo) e ci punterei. Rispetto alle Alpi, le salite dolomitiche, diverse anche per la vegetazione che c’è, hanno delle asperità più adatte a scalatori puri anziché passisti scalatori".
Per questo, la squadra e la fantasia potrebbero movimentare la corsa anche da lontano: per il campione siciliano ci sono delle possibilità in entrambi i tapponi ma anche sul Piancavallo nell’ultima frazione di montagna. "Le energie sono quelle che sono, ma non è detto che potrebbe riaccadere una situazione di corsa come quella vista sul Colle delle Finestre con Van Aert in appoggio a Simon Yates: bisogna stare attenti a non mandare in fuga dei corridori molto importanti che potrebbero fare dei punti d'appoggio. Non è solo un gioco di tattica, ci sono tante cose da considerare: devono essere bravi anche i compagni di squadra che vanno in fuga a non finirsi, gestirsi e farsi trovare pronti quando serve".
Occhio a Pellizzari e (magari) Seixas
Tra i corridori attesi, oltre alla possibilità di poter vedere al via Jonas Vingegaard, Nibali è curioso di vedere due giovani promettenti: "Quest’anno voglio vedere Pellizzari nelle vesti di capitano ufficiale sin da subito (dopo che l’anno scorso è partito come luogotenente di Primoz Roglic, ndr), e chissà se corridori giovani come Seixas se faranno un approccio al Giro, ma di solito i francesi sono più nazionalisti e puntano subito sul Tour. Pensandolo da giovane, quando sono passato professionista, non avrei pensato di fare subito un Tour de France perché il livello è più duro. Avrei pensato di fare come primo approccio in una grande corsa a tappe prima una Vuelta o un Giro".