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Leonardo Serra

Scarlatta: "A Oropa l'emozione più bella"

Elisa Scarlatta, classe '86, biellese doc, racconta quanto la sua passione verso il ciclismo l’abbia portata a partecipare al Giro e-bike dalle prime pedalate da bambina fino all’essere influente sui social, un amore di famiglia che riporta e trasmette sinergia. Lei stessa si definisce motivatrice per la gente che la segue e che vuole intraprendere un percorso simile al suo, una divisione tra due amori, il ciclismo e i social.

 

Si può dire che sia nato tutto per gioco e abbia preso con il tempo una piega più professionale e approfondita verso collaborazioni con brand e personali?

"È iniziato davvero tutto per gioco, per 15 anni ho lavorato come parrucchiera. Non avendo fatto carriera nel ciclismo, dovevo iniziare a lavorare e così è stato. Quando sono rimasta a casa in maternità del mio primo figlio ho aperto i miei profili social. Era per me un mondo sconosciuto, non sapevo come funzionassero, non sapevo nemmeno che ci sarebbe stata la possibilità di far diventare quel tempo che sembrava sprecato un vero lavoro. Ho iniziato a pubblicare foto e video legati alla mia passione e ho iniziato ad avere successo. Mi contattarono le prime aziende per regalarmi una T-shirt o un paio di calze o per invitarmi a qualche evento. Per me era tutto molto strano... C’era parecchio da imparare e da conoscere per poterlo far diventare un lavoro vero e proprio".

 

A proposito di social, quale è il suo rapporto con il Giro e-bike?

"Il Giro E per me è stata fonte di grande crescita personale e lavorativa, sono sei anni che partecipo con Toyota. Non avrei mai pensato di arrivare lì in mezzo al Giro d’Italia non essendo più un'atleta professionista".

 

Come si prepara a un evento del genere?

"Le tappe non sono molto lunghe e con l’aiuto di un e-bike la fatica si sente poco. Iniziamo a essere stanchi all’ultima settimana del Giro, ma più che per le ore in sella, per i ritmi alti tra trasferimenti/accoglienza degli ospiti e tutto quello che comporta stare dietro ad un evento così grande".

 

Che significato ha per lei correre la corsa rosa?

"Essere sulle strade della corsa rosa per me è un’esperienza unica. In quei giorni in ogni paese, in ogni città, la gente è in festa e c’è un’atmosfera inspiegabile. E poi c’è la gente che mi segue ogni giorno con cartelloni, scritte sull’asfalto. Mi fa venire le lacrime agli occhi".

 

Correre in casa una tappa del Giro E cosa ha significato?

"Il giorno che la tappa è partita da Valdengo, il mio paese, con arrivo ad Oropa, la salita famosa per l’impresa di Pantani, ero euforica. I cartelloni con le mie foto stampate e le scritte "Forza Elisa", le voci che sentivo ad ogni metro sulla salita di Oropa che gridavano il mio nome mi hanno fatto capire quanto la gente mi voglia bene e credo che non ci sia nulla di più bello".

 

Alla fine pensa di essere riuscita a raggiungere i suoi obiettivi e i suoi sogni?

"Assolutamente sì. Ogni giorno, ogni evento, ogni esperienza unica che questo lavoro mi permette di vivere mi fa sentire di essere in un sogno. Non so se sono stata fortunata o sono stata brava, so solo che sto vivendo i momenti più belli della mia vita".