A scuola guida in bicicletta per mettersi nei panni di chi pedala
Non è la prima volta che se ne parla ma adesso le proposte iniziano a farsi sentire. Tra le più autorevoli, quella nata su iniziative della community di Bel Parcheggio che, oltre a sensibilizzare sull’uso delle due ruote, si prefigge di diffondere maggiore consapevolezza sulla sicurezza stradale in città. Che cosa prevede? L’introduzione, all'interno dei programmi delle autoscuole, di otto ore di lezione di pratica in bicicletta, oltre a quella naturalmente previste alla guida dell’automobile, obbligatorie per chi si accinge a prendere la patente per la prima volta. Al motto di “Un buon ciclista diventa sempre un automobilista migliore. Non servono miracoli: servono consapevolezza, rispetto, educazione. 8 ore in bici per costruire città più umane”, il punto di partenza, secondo i promotori, per fare prevenzione e migliorare l’educazione stradale. Un piccolo sforzo che consentirebbe di cambiare prospettiva e immedesimarsi negli altri utenti - soprattutto quelli più esposti e vulnerabili - della strada. Sensibilizzare gli automobilisti e futuri tali nei confronti dei ciclisti sembra essere infatti decisivo per assicurare una maggiore consapevolezza quando ci si mette alla guida di un’auto. Occorre dunque comprendere e sperimentare cosa significhi davvero condividere la strada con altre tipologie di mezzi. Si legge sulla pagina della petizione pubblicata su change.org:
“Uso regolarmente la bicicletta in città e spesso mi trovo in situazioni di pericolo a causa di conducenti che non rispettano il codice della strada. Ogni giorno nel nostro Paese le strade diventano una giungla, dove le biciclette devono sopravvivere accanto agli autoveicoli. Nel 2022, le statistiche hanno mostrato che ci sono stati oltre 15.000 incidenti che hanno coinvolto ciclisti, e il numero è in aumento. Le scuole guida devono giocare un ruolo cruciale nella formazione di conducenti più responsabili e rispettosi. Implementare un simile programma nelle scuole guida non solo ridurrebbe il numero di incidenti, ma aumenterebbe la consapevolezza dei benefici ambientali ed economici legati all'uso della bicicletta. Esistono già programmi simili in paesi come i Paesi Bassi e la Danimarca, dove gli incidenti tra auto e biciclette sono assai meno frequenti”.
Sulla pagina social di Belparcheggio il dibattito, come prevedibile, si è fatto serrato, tra detrattori e promotori della causa, tra chi pensa che siano piuttosto i ciclisti a dovere frequentare una scuola guida e chi invece è favorevole e addirittura estenderebbe l’obbligatorietà delle 8 ore anche ai rinnovi e alle categorie di patenti a uso professionale, come conducenti di tram e bus.
Che la proposta si realizzi o meno, non si può non essere d’accordo con il collettivo quando afferma: “Chi pedala non chiede un privilegio: chiede di restare vivo”.
E non è detto che, dopo 8 ore di lezione di bicicletta, qualcuno non decida addirittura di convertirsi e lasciare parcheggiata l’auto quando non è strettamente necessaria.