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Salvatore Riggio

Mondiali 2028 ad Abu Dhabi, una montagna per Pogacar: le polemiche

Tadej Pogacar fa discutere, nel bene o nel male. A dividere il mondo del ciclismo è l’indiscrezione che arriva da Abu Dhabi, dove sembra si stia erigendo una montagna che possa permettere al campione sloveno di vincere i Mondiali del 2028, che si terranno proprio nella capitale degli Emirati Arabi Uniti. Che è poi la casa dell’Uae Team Emirates, la squadra per la quale corre il campione sloveno. In sostanza, la salita di Al Wathba oggi è di 1.400 metri con una pendenza media del 6%. Si potrebbe trasformare in una salita di 3,8 km al 6,5% entro il 2028. «Non so davvero cosa pensare, non sono un ayatollah dell’ecologia. Però, ci sono comunque le basi e le regole di fondo da seguire. E se ciò che viene riportato dalla stampa fosse verificato», ha detto Marc Madiot, responsabile di Groupama FDJ nel programma televisivo «Grandes Gueules du Sport».  «Se arrivassimo a questo tipo di situazione, sarebbe drammatica per il nostro sport e indirettamente per gli altri, dove significa che possiamo fare qualsiasi cosa», ha proseguito.

Le polemiche

Lo sfogo di Madiot non è finito qui. Ha alzato la voce: «È una sorta di cambiamento distorto su ciò che lo sport dovrebbe essere o può ancora essere. Penso che la Federazione Internazionale e il suo presidente debbano riprendere il controllo di questo tipo di situazioneha continuato nel suo commento –. Mi dispiace, è l’Uci che assegna i campionati mondiali. Basandomi su un insieme di specifiche, non oso immaginare che l’Uci possa accettare di costruire una montagna artificiale con il pretesto di rendere la gara più difficile o addirittura per dare un vantaggio a un singolo». Da questa parte del mondo, i paesi arabi sognano di portare lo sport dalle loro parti. È un esempio l’Arabia Saudita, come ha analizzato sempre Madiot: «Penso oramai che siamo in una situazione senza più inibizioni, dove l’Arabia Saudita vuole organizzare le Olimpiadi invernali. Quindi, anche in quel caso sono pronti a fare qualsiasi cosa. Organizzeranno i Giochi invernali e ho paura. Ho paura dell’Uci, del Cio, della Fifa, di tutte le federazioni internazionali, anche dell’Itf. Siamo più che mai servi di questo modo di vivere lo sport, in futuro possiamo davvero pentircene».

(Photo credits: A.S.O.)