Immagine
title

Redazione

Una petizione per salvare il ciclomuseo Gino Bartali

L'Italia è un paese che affonda le proprie radici nella tradizione ciclistica, non c'è paese e regione che non abbia avuto il suo piccolo o grande campione, la sua corsa, le sue storie legate alla bicicletta. Sono storie che restano vive nella memoria e nella tradizione orale, ma che con il passare degli anni rischiano di perdersi nell'oblio. Un rischio che non riguarda solo i corridori locali, ma anche i campioni più grandi della storia del nostro sport. E' il caso di Gino Bartali, grande uomo del ciclismo, campionissimo celebrato su scala mondiale tra i più grandi di sempre, una vera e propria icona dello sport e della storia moderna italiana.
 
A Gino Bartali è stato dedicato un museo a pochi metri dalla sua casa natale a Ponte a Ema (Firenze). Il Museo fu inaugurato nell'aprile del 2006, a sei anni dalla scomparsa di "Ginettaccio", con l'intenzione di creare un polo di riferimento non soltanto per i "bartaliani" ma per tutti gli appassionati di ciclismo e per tutti gli sportivi toscani. A 10 anni di distanza, purtroppo, queste prospettive sembrano sempre più lontane.
 
Il museo da Ottobre 2015 è gestito dalla Direzione Sport e Cultura del Comune di Firenze ed ha in comodato d'uso, per tre anni, il materiale dell'Associazione Amici del Museo del Ciclismo Gino Bartali. Attualmente il museo ha un solo vigilante, che non riesce a coprire la struttura, con il rischio che il materiale esposto possa essere trafugato. Viene aperto solo 12 ore nei fine settimana, non vengono coinvolti enti, scuole, non vi è cartellonistica che indichi la sua locazione. Il materiale esposto non viene manutenuto da Ottobre e si sta deteriorando. In questo modo il rischio è la chiusura. Un museo che rappresenta un campionissimo, un "giusto" capace di ribellarsi alla dittatura durante la seconda guerra mondiale, una persona che è entrata nella storia del dopoguerra italiano non può e non deve subire questa fine o rimanere confinato nel limbo in cui si trova.
 
Con queste parole, i rappresentanti dell'Associazione hanno voluto richiamare l'attenzione di tutti i ciclisti e gli appassionati che non possono non avere a cuore questa causa. Il primo invito è a firmare una petizione che chiede al sindaco di Firenze Dario Nardella il rilancio del museo tramite risistemazione, coinvolgimento di nuovi partner e inserimento in circuiti turistici e percorsi culturali. La petizione si puà firmare a questo link, un piccolo gesto che può salvare un grande patrimonio.