
Utrecht, paradiso dei ciclisti
Caso unico in fatto di mobilità ciclistica, tra i paesi più bike-friendly al mondo, nei Paesi Bassi più di un quarto degli spostamenti giornalieri sono compiuti in bicicletta. La due ruote unisce tutti gli olandesi, a prescindere da appartenenza politica, età e ceto sociale, fa parte di una cultura condivisa in cui non ci si stupisce nel vedere un primo ministro raggiungere la sede del Parlamento pedalando. Con una forte inversione a partire dagli anni ’80 e ’90 - fino ad allora si era investito in una pesante politica car friendly - i progetti modellati sulle esigenze dei veicoli a motore vennero stralciati e da allora la priorità per gli ingegneri del traffico è diventata trovare soluzioni viabilistiche che riconoscano la bicicletta come bene pubblico, promuovendone l’uso e disincentivando quello dell’auto. Via quindi a piste ciclabili, zone escluse al traffico veicolare, limiti di velocità più bassi, ampi parcheggi per le due ruote in prossimità delle stazioni in tutto il territorio.
Accanto ad Amsterdam, tra le città più attente alla mobilità green, ora c’è sicuramente Utrecht, dove la vita scorre slow e si è costretti a rallentare il passo, nonostante sia la quarta città olandese per dimensioni, con un’altissima concentrazione di studenti attirati dalla fama della rinomata università che ha sfornato, finora, ben 12 premi Nobel. Con il centro storico medievale attraversato da canali che scorrono tranquilli accanto a vecchie banchine trasformate in dehors, Utrecht è circondata da lussureggianti parchi e ovunque si respira il sapore di una storia millenaria che convive armoniosamente con un presente all’avanguardia. A partire dalla sostenibilità, con le percentuali più basse in assoluto per emissioni nocive. Quasi ogni residente, circa il 97%, possiede almeno una bicicletta e il 50% delle persone ne possiede 3 o più, in cifre su 350.000 abitanti si contano 130.000 biciclette che attraversano ogni giorno il centro. Il 47% delle persone pedala per spostarsi, mentre la quota di automobili, sottoposte a molte restrizioni, è solo del 20%.
Si pedala anche in biblioteca
A Utrecht, le piste ciclabili sono completamente separate dal traffico veicolare, con strade dedicate esclusivamente alle biciclette e relativa segnaletica, semafori, cartelli, sensi di marcia e parcheggi, per una mobilità sicura e ben organizzata.
Utrecht vanta la pista ciclabile con i colori dell’arcobaleno più lunga al mondo, all’interno dell’Utrecht Science Park, 570 metri simbolo di inclusione. Nella biblioteca pubblica tablet, telefonini e computer si ricaricano pedalando. Le scrivanie con biciclette incorporate incoraggiano gli utenti a fare attività fisica, contrastando gli effetti negativi sulla salute della sedentarietà prolungata, mentre producono parte dell'energia che alimenta l'illuminazione delle sale di studio e che viene messa a disposizione degli utenti.
Velostazione da record
La città è dotata di numerosi parcheggi multipiano per biciclette, tra cui il più grande d’Europa presso la stazione centrale, per sostenere l’integrazione tra bici e trasporto pubblico. Una velostazione su tre livelli da 13.500 posti, un'imponente opera ingegneristica e architettonica realizzata sotto il piazzale antistante la stazione, dove oltre il 50% dei viaggiatori arriva in bicicletta. Qui tutto è pensato per semplificare la vita dei ciclisti: officina e ciclo noleggio, rampe a pendenza lieve per spostarsi tra i piani senza mai scendere di sella, mentre display elettronici indicano in tempo reale i posti disponibili, con passaggi diretti che collegano alle banchine ferroviarie, permettendo di recuperare il proprio mezzo in pochi minuti.
Dimostrazione di una politica urbana che punta a ridurre traffico e inquinamento, favorendo soluzioni sostenibili, Utrecht continua a investire in nuove piste ciclabili e tecnologie innovative per rendere ancora più facile e sicuro l'uso della bicicletta, protagonista nella lotta contro il cambiamento climatico per una mobilità del futuro. Ne è un esempio la trasformazione, 3 anni fa, della “Smakkelaarsveld”, l’asse viario di collegamento tra il centro e la stazione, passata da essere un’arteria di traffico motorizzato a corsia dedicata ai mezzi pubblici all’attuale assetto di strada prevalentemente ciclabile. Memorabili, poi, i lavori che, alla fine degli anni Novanta, portarono a riqualificare lo storico canale Catharijnesingel, interrato negli anni ’70 per poi essere trasformato, tra le contestazioni, in autostrada urbana.
Merdewe, il quartiere senza auto
Partiti solo da pochi giorni i lavori per la realizzazione di un progetto urbanistico rivoluzionario, un quartiere a sud-ovest del centro città, tra il canale Merwede e il parco Transwijk, a soli 10 minuti di bicicletta dalla stazione centrale, interamente progettato per i ciclisti. Un ecosistema urbano completo, 24 ettari di superficie, questa nuova area residenziale si candida a diventare il più grande quartiere green dei Paesi Bassi.
(Photo credits: unsplash)