Immagine
Bicicletta
Salvatore Riggio

Vittime della strada: associazioni replicano al ministro Salvini

Arriva la risposta delle associazioni dei Familiari Vittime sulla strada e per la mobilità attiva a Matteo Salvini, ministro dei Trasporti. Chiedono meno parole al vento e più politiche incisive per la sicurezza sulle strade. Aveva parlato di una presunta riduzione del 25% sulla mortalità stradale dopo sole due settimane dall’entrata in vigore della riforma del Codice della Strada. Ma in realtà è ancora troppo presto, visto il brevissimo arco di tempo, fare una qualsiasi valutazione. La richiesta è quella di non giocare sui dati di mortalità stradale. Ed è grave, gravissimo, utilizzare certi dati solo parziali per fare politica.

«La replica del Ministro è peggiore del buco perché dimostra di usare dati incompleti spacciandoli per generali, facendo quindi disinformazione, o, anche peggio, di non conoscere come vengono raccolti i dati sull’incidentalità stradale», si legge nel comunicato dell’associazione dei Familiari Vittime sulla strada e per la mobilità attiva. E ancora: «Appare fuori luogo l’accusa di svilire l’opera delle forze dell’ordine, quando da tempo si chiedono maggiori controlli e soprattutto maggiori risorse, negate dalle politiche di governo nonostante le note carenze di organico».

Non bisogna mai sottovalutare questi dati che contano tremila vittime e 200mila feriti l’anno: «L’attuale situazione mostra invece l’incapacità di ben due Ministeri, Interni e Trasporti, di fornire dati attendibili, completi, pubblici e aggiornati su scontri stradali e vittime. Mostra inoltre assenza di responsabilità nelle comunicazioni da parte dei membri delle istituzioni che hanno il dovere di fornire informazioni accurate e non di trarre conclusioni affrettate, parziali e strumentali. Dal Ministero, le vittime sulla strada vengono non solo ignorate e strumentalizzate, ma anche nascoste sotto il tappeto».

Accuse legittime: «Le dichiarazioni politiche sono in contraddizione con la realtà dei fatti: dal Ministero sono arrivati tagli per centinaia di milioni di euro alla sicurezza stradale e alle infrastrutture di mobilità attiva e trasporto pubblico e i decreti ministeriali contro Città30 e autovelox hanno reso ancora più difficile in Italia salvare vite, soprattutto in ambito urbano, dove muoiono i tre quarti delle vittime totali», si legge sempre nel comunicato.

Infine, c’è una richiesta a Salvini: «Esortiamo il Ministero dei Trasporti a rivedere le posizioni obsolete dell’intera riforma del Codice della Strada, che affossano la prevenzione e la mobilità attiva. Si aggiorni e lavori per una riscrittura, ancora aperta dalla delega al Governo, e per rivedere i decreti, intervenendo sulla velocità, grande assente e maggiore responsabile dei morti. Saremo felici quando vedremo ridursi la mortalità anche in Italia, come avviene già in altri Paesi con ben altre politiche e approcci al problema».

(Photo credits: Shutterstock)