Girardengo spiega lo spirito Eroica
Ecco alcuni estratti dell'intervista a Michela Moretti Girardengo, presidente del Giro d'Italia d'Epoca e pronipote di Costante Girardengo, pubblicata all'interno del numero 19 del magazine Bike, che si può scaricare gratuitamente a questo link https://bikechannel.it/newsletter
[...] “Mi presentai per la prima volta all'Eroica nell’ottobre 2014 con il desiderio di provare la sensazione di pedalare su strade bianche con le bici dell'epoca del mio bisnonno. È stato amore a prima vista perché ho scoperto un mondo meraviglioso. Questa modalità di ciclismo molto lenta che permette di condividere un viaggio con tanti appassionati che col tempo diventano amici, questa filosofia per cui nessuno resta mai indietro e se c’è qualcuno in difficoltà ci si ferma a dare una mano e ad aspettare. È una cosa molto bella e positiva”.
Un amore a prima vista che col tempo si è evoluto: “All'Eroica conobbi qualche rappresentante del Giro d'Italia d'Epoca, associazione già in attività da quattro anni, nata con l'idea di creare un circuito di eventi dedicato alle biciclette d'epoca in giro per l'Italia basate sulla stessa filosofia dell'Eroica. L'anno dopo il mio esordio, nel 2015, ho cominciato a pedalare con il Giro d'Italia d'Epoca, poi entrai nel consiglio direttivo e ne diventai presidente [...]". Il cognome del primo Campionissimo della storia del ciclismo ha influito tra oneri e onori: “La mia frequentazione delle ciclostoriche nasce dalla passione che ho per questo mondo. Il mio cognome ha sicuramente influito. Pedalo cercando di non far dimenticare il mio bisnonno, quindi cerco di essere presente agli eventi perché si ricordino di Costante Girardengo ma anche di Fausto Coppi, Gino Bartali e altri ciclisti minori di quell'epoca. La memoria del grande ciclismo è la memoria d'Italia, il ciclismo all'età del mio bisnonno era lo sport nazionale prima ancora del calcio, era la storia della società italiana, con gli atleti che andavano a lavorare in fabbrica o nei campi in bicicletta e io cerco di portare avanti anche questo messaggio”.
Una fatica ripagata dal legame indissolubile che si crea con il territorio: “Per me la ciclostorica è la possibilità di vivere a 360 gradi un territorio – prosegue Girardengo – conoscerlo a livello turistico pedalando lentamente perché non ha elementi agonistici e ti permette di scoprire il territorio con tutti i sensi [...] Dalla mia prima Eroica in poi ho visto il moltiplicarsi di presenze femminili in un mondo prevalentemente maschile. L'Eroica si è trasformata sempre di più in una manifestazione rosa. [...] Ora il prossimo passo, già intrapreso, è avvicinare i giovani, che in realtà sono già interessati al mondo del ciclismo d'epoca: le nuove generazioni sono molto più sensibili al tema della sostenibilità e del rispetto dell'ambiente quindi credo che il movimento non può che continuare a crescere”.
(Photo credits: Paolo Martelli)