Una prima sperimentazione fra agosto e settembre di quest’anno, poi per tutto il 2016, nella speranza che da gennaio 2017 i freni a disco possano essere introdotti ufficialmente nelle gare World Tour. Siamo vicini a un punto di svolta importante nella storia del ciclismo professionistico.

I freni a disco sono stati introdotti nel mondo mtb già da circa un decennio (e da due anni nel ciclocross) ed è un’innovazione che, in linea teorica, piace parecchio anche al presidente dell’Uci, Brian Cookson. Il motivo? Abbastanza semplice. I freni a disco hanno il grosso vantaggio di migliorare la frenata, in qualsiasi condizioni meteo, specie su bagnato o con la pioggia. In discesa consentono di frenare più tardi, il che significa guadagno di secondi. Il problema però è che, quando tutti ce li avranno, tutti staccheranno più tardi in curva e i rischi aumenteranno.

C’è poi un altro elemento, solo all’apparenza di poco conto. Si tratta del cambio ruota in caso di foratura. Coi freni a disco questa operazione diventerebbe più lenta di una ventina di secondi, a meno di un totale cambio di bicicletta. Insomma, come sempre, dietro ad ogni possibile novità ci sono sempre inevitabili pro e inevitabili contro. Ma siamo comunque vicini ad un momento di svolta.