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Vento e Brezza: terzo giorno, tra fiumi e progetti ciclabili
Aveva proprio ragione Henri Lefebvre a sostenere che "a pensare l'impossibile, si realizza il possibile". Già perchè oggi VENTO è un po' più possibile di ieri visto che il Ministro Graziano Delrio, nella straordinaria cornice del Teatro Ponchielli di Cremona, ha definitivamente sciolto le riserve dicendo a tutti che "VENTO si farà". Il Governo sosterrà le spese di progettazione definitiva rendendo il progetto "appaltabile". VENTO smette di essere impossibile da oggi.
(Nella foto Il Ministro Delrio, Paolo Pileri e il Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali)
QUINTO GIORNO: CREMONA-PIACENZA
Finalmente le potenzialità del cicloturismo in quanto leva culturale, paesaggistica e occupazionale sono state legittimate. Il Ministro Graziano Delrio, e poi il Direttore Generale MIBACT Onofrio Cutaia, hanno parlato di "infrastrutture leggere" che possono solo far bene ad un Paese che ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo capace di riscattare anche le aree interne. Dopo 5 anni di lavoro, VENTO mette "in cascina" un risultato che apre le speranze a tutti coloro che vi hanno aderito. Fondazioni Bancarie e Regioni invitate al convegno hanno subito dato segni di sostegno e continutà a questo impegno del Ministro. Tutto si compone dando continuità all'impegno del Ministro Dario Franceschini, e onorando i patrocini dei Ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura
[5;55]
Castelnuovo Bocca d'Adda: foto di gruppo con gli amici del Corpo Forestale dello Stato e FIAB
QUARTO GIORNO: GOVERNOLO - TORRE OGLIO - CASALMAGGIORE
Si riparte da Governolo, dove il Mincio confluisce nel Po, alla volta di un'altra confluenza, quella dell'Oglio. Questa non è solo una confluenza tra due fiumi, ma anche un'intersezione tra due progetti, VENTO e BREZZA. Arrivano al ponte di barche i ciclisti dell'Oglio Bike Tour e il gruppo VENTO che da oggi conta quattro membri in più: tre rappresentanze di Fondazione Cariplo e Laura Bettini, giornalista di Radio 24 - Il Sole 24 Ore. Nel bellissimo contesto di Corte Motta si discute dell'opportunità di costruire una rete di infrastrutture leggere attraverso la quale rianimare territori dormienti.
[1;55] Quando i minuti per i trasferimenti sono contati o, come nel caso di questo pomeriggio proprio non bastano, il carro scopa corre in supporto. Così abbiamo raggiunto Casalmaggiore, dove abbiamo discusso con il Vice Sindaco e con l'associazione Slow Town delle ricadute che il cicloturismo può avere nelle località attraversate, i cui centri storici potrebbero adottare coraggiosamente nuove regolamentazioni del traffico veicolare gettando le basi per una rinnovata vitalità del piccolo commercio che ancora faticosamente sopravvive e delle tante vetrine putroppo abbassate.
[4;55]
A Casalmaggiore con Associazione Slow Town e Vice Sindaco si discute di cicloturismo e rivitalizzazione dei centri storici
TERZO GIORNO: 80 KM TRA FERRARA E GOVERNOLO
Tanta roba. Sarà brutto come titolo, ma rende. Già perché tra Ferrara e Governolo gli occhi non ce la fanno a tenere tutto quello che incontrano, troppa roba. A partire da Ferrara, ovvio. Elenchiamo le bellezze che grazie alla biciclette ti vengono letteralmente addosso. Il doppio filare di pioppi lungo il canale Burana. La Stellata. L’edificio della bonifica di Burana. La chiesa di Sermide. I torrioni di Ostiglia. Il museo della giostra di Bergantino. Le cascine dai rossi mattoni e dai portici ad arco. La bellezza delle migliaia di forme di grana padano tutte ben allineate nelle scalere del caseificio sociale di Bergantino. Le stupende immagini della bonifica acquerellate dal Nizzoli e mostrate da Chiara Visentin. L’ostello dei Concari a Governolo, dove una volta scorreva il Mincio. E poi le lucciole che sono tornate, caro Pierpaolo (Pasolini).
[2;55]
Da Bergantino verso Governolo, riconquistando l'argine
Tanta roba che solo se ci si mette in sella su una bici e si percorre il Po per la sua lunghezza (e non solo per attraversarlo in auto o treno) si ha la possibilità di scoprire. Il patrimonio degli italiani è vastissimo e disseminato ovunque. Va rianimato dando ai cittadini le occasioni e le infrastrutture per rimettersi in contatto con il paesaggio che li rappresenta ma che hanno perduto. Tanta roba di cui prendersi cura.
Non possiamo concludere senza ringraziare l’Ostello dei Concari e Nicola per l’ospitalità e la sua passione a dedicarsi all’accoglienza di cicloturisti, scarponauti e turisti.
[3;55]
Al Museo del fiume si discute di cicloturismo come occasione di riscatto delle aree interne
SECONDO GIORNO: ADRIA-RO FERRARESE-FERRARA
L’unione fa (e di molto) la forza. Questo è sicuramente il titolo della tappa di oggi. VENTO infatti ha incontrato non un comune ma l’unione di comuni Terre e Fiumi (Copparo, Berra, Jolanda, Tresigallo, Formignano, Ro) e di Polesella. Nella cornice suggestiva del Mulino del Po, a Ro, è stata firmata l’adesione al progetto che è molto significativa visto che, come abbiamo sempre detto, la frammentazione amministrativa è un grosso ostacolo per VENTO perché non ci si può permettere il rischio di avere pezzi di ciclabile sconnessi tra loro in quanto farebbero naufragare l’attrattività turistica che invece ci si aspetta.
Sull'argine, Papozze alle nostre spalle, si pedala alla volta di Ro
Accompagnati dal sindaco di Ro, Antonio Giannini, abbiamo raggiunto Ferrara lungo la destra Po ferrarese che è uno dei tratti di VENTO già pronti e senza necessità di intervento visto che già ora si tratta di una ciclabile.
Tornando al concetto dell’unione che fa la forza, a Ferrara, la Regione Emilia Romagna ha ufficialmente aderito a VENTO. E così ora le regioni sono due e VENTO si fa più possibile. A rappresentare la regione è stato l’assessore Patrizio Bianchi al teatro OFF di Ferrara che abbiamo raggiunto dopo un lungo giro urbano, capitanato dal vicesindaco Massimo Maisto, lungo le mura estensi, sempre bellissime, sempre suggestive, sempre un pezzo di Italia straordinariamente bello. Ferrara è la citta delle biciclette per eccellenza: non c’è un solo cittadino a rinunciare all’uso della bici. Al termine di tutto non poteva mancare SlowFood Ferrara a offrici cibo e frutta e la scuola di musica della città ad allietare a tutti la serata.
A Ferrara, Città delle biciclette, Regione Emilia-Romagna aderisce a VENTO
PRIMO GIORNO 40 KM TRA VENEZIA E PAPOZZE (QUASI)
Se il buongiorno si vede dal mattino, il buon VENTO Bici Tour si vede dalla prima tappa. Ed è così che è stato. All’appuntamento di Sacca Fisola, Venezia, siamo partiti con la sfida delle sfide ovvero dire che il ccicloturismo può essere un’opportunità anche per generare occupazione dignitosa per chi arriva da un passato in carcere e ha tutto il diritto di trovare un lavoro dignitoso e qualificato. Tra i tanti lavori che il cicloturismo può generare c’è posto anche per l’inclusione sociale.
È una sfida non impossibile. Basta crederci e volerlo. Basta mettersi lì a ragionarci. Basta essere generosi e pensare progetti che includano tutti e non solo alcuni. VENTO, chi lo conosce lo sa, da tempo sostiene che investire in infrastrutture cicloturistiche è una leva non solo per generare mobilità ciclabile, ma per lanciare un nuovo modello di sviluppo, spazioso, dove c’è posto per tanti e non per pochi. Giorgio Mainoldi della cooperativa il Cerchio di Venezia – a cui va il nostro ringraziamento per l’ospitalità e per l’esperienza dei trasferimenti in motoscafo – sa bene che rianimare la speranza in ex carcerati è dura ma è possibile se si prevede per loro proposte alte e belle. Ma come hanno detto Stefano Munarin – IUAV – Sandro Simionato e Claudio Borghello, la ciclabilità deve essere sempre vista come un progetto di territorio che ri-insegni ad avere confidenza con il paesaggio.
La generazione di oggi è generazione GPS: hanno bisogno del GPS per andare da Venezia a Mestre perché non sanno più nulla dei luoghi, mentre solo un paio di decenni fa non si perdevano neppur con la nebbia. Allora bisogna riportare fuori i cittadini e VENTO prova a farlo. È chiaro che bisogna fare rete, abbattendo ogni resistenza alla cooperazione inter istituzionale o intersoggetti, come ha detto Giuseppe Merlin di FIAB. Tutti concetti che condividiamo e rilanciamo a chi ci legge come spunti per pensare il cicloturismo sempre più come progetto di territorio prima che di bicicletta.
Ma torniamo al viaggio di oggi. Da Venezia siamo approdati a Lido con il suo mitico Malamocco e poi nella magica Pellestrina e poi ancora a Chioggia, vaporettando per la laguna. Da Chioggia veloce trasferimento fino a Loreo lungo la via Romea (esperienza da non consigliare a nessuno visto il traffico che c’è) per incontrare il nostro furgone che ci ha portati a Papozze, nella sala consiliare. Qui è avvenuto il solito piccolo miracolo a cui VENTO ci ha abituati. Tanti cittadini ad aspettarci, amministratori (con tanto di Sindaco e vicesindaco in testa) ad accoglierci per sapere di più del progetto e per capire cosa poter fare.
Lido di Venezia, si pedala accanto al Palazzo del Cinema
Sosta ad ammirare l'Adriatico, tra 9 giorni vedremo le Alpi
Papozze è un piccolo centro di poco più di 1000 abitanti, fatto per lo più di pensionati e cittadini che per lavorare vanno ad Adria, Rovigo, Ferrara. Un comune che non sa come ricostruirsi un’ipotesi di futuro. Ipotesi che nessuno gli propone. Ancor più perché la beffa dei pochi abitanti li taglia rappresentatività politica. Eppure la sala era gremita. Gremita di persone che in bici non ci vanno da anni perché ormai l’età per andarci se ne è andata. Eppure erano lì. Lì perché hanno capito che non parlavamo di bicicletta ma di un’ipotesi di futuro per quei territori, grazie alla bicicletta. Hanno capito che fare micro ciclabili pseudo urbane, un po’ qua un po’ là per accontentare qualche sindaco e qualche cittadino, non serve a molto perché non genera nuovo lavoro, ma solo nuova spesa pubblica. A meno che non si facciano ciclabili entro un quadro di sistema, con una strategia, un disegno e un programma che va da ipotesi generali a ipotesi particolari (prima la dorsale e poi le ciclabili laterali) e non viceversa.
In un piccolo comune polesano, tanti si interessano a VENTO e al cicloturismo
VENTO era lì per loro. VENTO impara da loro. La serata non poteva che concludersi a casa di Serena (ma solo dopo aver visitato la bella riserva WWF di Panarella gestita con tantissimo sacrificio da un piccolo gruppo di volontari ‘diversamente giovani, ma super determinati), la proprietaria del B&B la Zanzara (Papozze), che ci ha ospitato a casa sua offrendoci una cena buonissima e trattandoci come gli amici di sempre. E forse è proprio così.
COS'E' VENTO?
VENTO Bici Tour è una settimana di eventi sui territori attraversati dal progetto di infrastruttura cicloturistica per raccontare a cittadini, micro-imprenditorialita diffusa, associazioni e istituzioni le potenzialità del cicloturismo: la bici è il mezzo per spostarsi da un evento all'altro. Quando i minuti per i trasferimenti sono contati o, come nel caso di questo pomeriggio proprio non bastano, il furgone corre in supporto. Così abbiamo raggiunto Casalmaggiore, dove abbiamo discusso con il Vice Sindaco e con l'associazione Slow Town delle ricadute che il cicloturismo può avere nelle località attraversate, i cui centri storici potrebbero adottare coraggiosamente nuove regolamentazioni del traffico veicolare gettando le basi per una rinnovata vitalità del piccolo commercio che ancora faticosamente sopravvive e delle tante vetrine putroppo abbassate.
(Nella foto Il Ministro Delrio, Paolo Pileri e il Direttore Generale del Ministero dei Beni Culturali)
QUINTO GIORNO: CREMONA-PIACENZA
Finalmente le potenzialità del cicloturismo in quanto leva culturale, paesaggistica e occupazionale sono state legittimate. Il Ministro Graziano Delrio, e poi il Direttore Generale MIBACT Onofrio Cutaia, hanno parlato di "infrastrutture leggere" che possono solo far bene ad un Paese che ha bisogno di un nuovo modello di sviluppo capace di riscattare anche le aree interne. Dopo 5 anni di lavoro, VENTO mette "in cascina" un risultato che apre le speranze a tutti coloro che vi hanno aderito. Fondazioni Bancarie e Regioni invitate al convegno hanno subito dato segni di sostegno e continutà a questo impegno del Ministro. Tutto si compone dando continuità all'impegno del Ministro Dario Franceschini, e onorando i patrocini dei Ministeri dell'Ambiente e dell'Agricoltura
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Castelnuovo Bocca d'Adda: foto di gruppo con gli amici del Corpo Forestale dello Stato e FIAB
QUARTO GIORNO: GOVERNOLO - TORRE OGLIO - CASALMAGGIORE
Si riparte da Governolo, dove il Mincio confluisce nel Po, alla volta di un'altra confluenza, quella dell'Oglio. Questa non è solo una confluenza tra due fiumi, ma anche un'intersezione tra due progetti, VENTO e BREZZA. Arrivano al ponte di barche i ciclisti dell'Oglio Bike Tour e il gruppo VENTO che da oggi conta quattro membri in più: tre rappresentanze di Fondazione Cariplo e Laura Bettini, giornalista di Radio 24 - Il Sole 24 Ore. Nel bellissimo contesto di Corte Motta si discute dell'opportunità di costruire una rete di infrastrutture leggere attraverso la quale rianimare territori dormienti.
[1;55] Quando i minuti per i trasferimenti sono contati o, come nel caso di questo pomeriggio proprio non bastano, il carro scopa corre in supporto. Così abbiamo raggiunto Casalmaggiore, dove abbiamo discusso con il Vice Sindaco e con l'associazione Slow Town delle ricadute che il cicloturismo può avere nelle località attraversate, i cui centri storici potrebbero adottare coraggiosamente nuove regolamentazioni del traffico veicolare gettando le basi per una rinnovata vitalità del piccolo commercio che ancora faticosamente sopravvive e delle tante vetrine putroppo abbassate.
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A Casalmaggiore con Associazione Slow Town e Vice Sindaco si discute di cicloturismo e rivitalizzazione dei centri storici
TERZO GIORNO: 80 KM TRA FERRARA E GOVERNOLO
Tanta roba. Sarà brutto come titolo, ma rende. Già perché tra Ferrara e Governolo gli occhi non ce la fanno a tenere tutto quello che incontrano, troppa roba. A partire da Ferrara, ovvio. Elenchiamo le bellezze che grazie alla biciclette ti vengono letteralmente addosso. Il doppio filare di pioppi lungo il canale Burana. La Stellata. L’edificio della bonifica di Burana. La chiesa di Sermide. I torrioni di Ostiglia. Il museo della giostra di Bergantino. Le cascine dai rossi mattoni e dai portici ad arco. La bellezza delle migliaia di forme di grana padano tutte ben allineate nelle scalere del caseificio sociale di Bergantino. Le stupende immagini della bonifica acquerellate dal Nizzoli e mostrate da Chiara Visentin. L’ostello dei Concari a Governolo, dove una volta scorreva il Mincio. E poi le lucciole che sono tornate, caro Pierpaolo (Pasolini).
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Da Bergantino verso Governolo, riconquistando l'argine
Tanta roba che solo se ci si mette in sella su una bici e si percorre il Po per la sua lunghezza (e non solo per attraversarlo in auto o treno) si ha la possibilità di scoprire. Il patrimonio degli italiani è vastissimo e disseminato ovunque. Va rianimato dando ai cittadini le occasioni e le infrastrutture per rimettersi in contatto con il paesaggio che li rappresenta ma che hanno perduto. Tanta roba di cui prendersi cura.
Non possiamo concludere senza ringraziare l’Ostello dei Concari e Nicola per l’ospitalità e la sua passione a dedicarsi all’accoglienza di cicloturisti, scarponauti e turisti.
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Al Museo del fiume si discute di cicloturismo come occasione di riscatto delle aree interne
SECONDO GIORNO: ADRIA-RO FERRARESE-FERRARA
L’unione fa (e di molto) la forza. Questo è sicuramente il titolo della tappa di oggi. VENTO infatti ha incontrato non un comune ma l’unione di comuni Terre e Fiumi (Copparo, Berra, Jolanda, Tresigallo, Formignano, Ro) e di Polesella. Nella cornice suggestiva del Mulino del Po, a Ro, è stata firmata l’adesione al progetto che è molto significativa visto che, come abbiamo sempre detto, la frammentazione amministrativa è un grosso ostacolo per VENTO perché non ci si può permettere il rischio di avere pezzi di ciclabile sconnessi tra loro in quanto farebbero naufragare l’attrattività turistica che invece ci si aspetta.
Sull'argine, Papozze alle nostre spalle, si pedala alla volta di Ro
Accompagnati dal sindaco di Ro, Antonio Giannini, abbiamo raggiunto Ferrara lungo la destra Po ferrarese che è uno dei tratti di VENTO già pronti e senza necessità di intervento visto che già ora si tratta di una ciclabile.
Tornando al concetto dell’unione che fa la forza, a Ferrara, la Regione Emilia Romagna ha ufficialmente aderito a VENTO. E così ora le regioni sono due e VENTO si fa più possibile. A rappresentare la regione è stato l’assessore Patrizio Bianchi al teatro OFF di Ferrara che abbiamo raggiunto dopo un lungo giro urbano, capitanato dal vicesindaco Massimo Maisto, lungo le mura estensi, sempre bellissime, sempre suggestive, sempre un pezzo di Italia straordinariamente bello. Ferrara è la citta delle biciclette per eccellenza: non c’è un solo cittadino a rinunciare all’uso della bici. Al termine di tutto non poteva mancare SlowFood Ferrara a offrici cibo e frutta e la scuola di musica della città ad allietare a tutti la serata.
A Ferrara, Città delle biciclette, Regione Emilia-Romagna aderisce a VENTO
PRIMO GIORNO 40 KM TRA VENEZIA E PAPOZZE (QUASI)
Se il buongiorno si vede dal mattino, il buon VENTO Bici Tour si vede dalla prima tappa. Ed è così che è stato. All’appuntamento di Sacca Fisola, Venezia, siamo partiti con la sfida delle sfide ovvero dire che il ccicloturismo può essere un’opportunità anche per generare occupazione dignitosa per chi arriva da un passato in carcere e ha tutto il diritto di trovare un lavoro dignitoso e qualificato. Tra i tanti lavori che il cicloturismo può generare c’è posto anche per l’inclusione sociale.
È una sfida non impossibile. Basta crederci e volerlo. Basta mettersi lì a ragionarci. Basta essere generosi e pensare progetti che includano tutti e non solo alcuni. VENTO, chi lo conosce lo sa, da tempo sostiene che investire in infrastrutture cicloturistiche è una leva non solo per generare mobilità ciclabile, ma per lanciare un nuovo modello di sviluppo, spazioso, dove c’è posto per tanti e non per pochi. Giorgio Mainoldi della cooperativa il Cerchio di Venezia – a cui va il nostro ringraziamento per l’ospitalità e per l’esperienza dei trasferimenti in motoscafo – sa bene che rianimare la speranza in ex carcerati è dura ma è possibile se si prevede per loro proposte alte e belle. Ma come hanno detto Stefano Munarin – IUAV – Sandro Simionato e Claudio Borghello, la ciclabilità deve essere sempre vista come un progetto di territorio che ri-insegni ad avere confidenza con il paesaggio.
La generazione di oggi è generazione GPS: hanno bisogno del GPS per andare da Venezia a Mestre perché non sanno più nulla dei luoghi, mentre solo un paio di decenni fa non si perdevano neppur con la nebbia. Allora bisogna riportare fuori i cittadini e VENTO prova a farlo. È chiaro che bisogna fare rete, abbattendo ogni resistenza alla cooperazione inter istituzionale o intersoggetti, come ha detto Giuseppe Merlin di FIAB. Tutti concetti che condividiamo e rilanciamo a chi ci legge come spunti per pensare il cicloturismo sempre più come progetto di territorio prima che di bicicletta.
Ma torniamo al viaggio di oggi. Da Venezia siamo approdati a Lido con il suo mitico Malamocco e poi nella magica Pellestrina e poi ancora a Chioggia, vaporettando per la laguna. Da Chioggia veloce trasferimento fino a Loreo lungo la via Romea (esperienza da non consigliare a nessuno visto il traffico che c’è) per incontrare il nostro furgone che ci ha portati a Papozze, nella sala consiliare. Qui è avvenuto il solito piccolo miracolo a cui VENTO ci ha abituati. Tanti cittadini ad aspettarci, amministratori (con tanto di Sindaco e vicesindaco in testa) ad accoglierci per sapere di più del progetto e per capire cosa poter fare.
Lido di Venezia, si pedala accanto al Palazzo del Cinema
Sosta ad ammirare l'Adriatico, tra 9 giorni vedremo le Alpi
Papozze è un piccolo centro di poco più di 1000 abitanti, fatto per lo più di pensionati e cittadini che per lavorare vanno ad Adria, Rovigo, Ferrara. Un comune che non sa come ricostruirsi un’ipotesi di futuro. Ipotesi che nessuno gli propone. Ancor più perché la beffa dei pochi abitanti li taglia rappresentatività politica. Eppure la sala era gremita. Gremita di persone che in bici non ci vanno da anni perché ormai l’età per andarci se ne è andata. Eppure erano lì. Lì perché hanno capito che non parlavamo di bicicletta ma di un’ipotesi di futuro per quei territori, grazie alla bicicletta. Hanno capito che fare micro ciclabili pseudo urbane, un po’ qua un po’ là per accontentare qualche sindaco e qualche cittadino, non serve a molto perché non genera nuovo lavoro, ma solo nuova spesa pubblica. A meno che non si facciano ciclabili entro un quadro di sistema, con una strategia, un disegno e un programma che va da ipotesi generali a ipotesi particolari (prima la dorsale e poi le ciclabili laterali) e non viceversa.
In un piccolo comune polesano, tanti si interessano a VENTO e al cicloturismo
VENTO era lì per loro. VENTO impara da loro. La serata non poteva che concludersi a casa di Serena (ma solo dopo aver visitato la bella riserva WWF di Panarella gestita con tantissimo sacrificio da un piccolo gruppo di volontari ‘diversamente giovani, ma super determinati), la proprietaria del B&B la Zanzara (Papozze), che ci ha ospitato a casa sua offrendoci una cena buonissima e trattandoci come gli amici di sempre. E forse è proprio così.
COS'E' VENTO?
VENTO Bici Tour è una settimana di eventi sui territori attraversati dal progetto di infrastruttura cicloturistica per raccontare a cittadini, micro-imprenditorialita diffusa, associazioni e istituzioni le potenzialità del cicloturismo: la bici è il mezzo per spostarsi da un evento all'altro. Quando i minuti per i trasferimenti sono contati o, come nel caso di questo pomeriggio proprio non bastano, il furgone corre in supporto. Così abbiamo raggiunto Casalmaggiore, dove abbiamo discusso con il Vice Sindaco e con l'associazione Slow Town delle ricadute che il cicloturismo può avere nelle località attraversate, i cui centri storici potrebbero adottare coraggiosamente nuove regolamentazioni del traffico veicolare gettando le basi per una rinnovata vitalità del piccolo commercio che ancora faticosamente sopravvive e delle tante vetrine putroppo abbassate.