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Redazione

Pian del Re, che salita fantastica!

Pian del Re, 2020 mslm:  siamo nel cuore delle Alpi Cozie, alle pendici del Monviso, dove nasce il  Po'. Arrivare fin qui con la nostra bici da corsa , per noi cicloturisti bassaioli, cresciuti nella grande pianura che il grande fiume ha contribuito a formare nel corso dei millenni , è svelare finalmente una curiosità lunga ormai   più di mezzo secolo.

Scoprirne  la sua parte nascosta, quella meno conosciuta; il Pò dalle nostre parti, nella bassa Lodigiana , scorre pigramente tra grandi anse, formando enormi spiagge, circondato da  pioppeti ed alti argini. E così partiamo dal piccolo borgo di  Revello  350 mslm,in provincia di Cuneo; pedaliamo per scaldare la gamba per qualche chilometro fino ad arrivare a Santfront , 490 mslm . La strada sale in leggerissimo falsopiano tra una campagna che conserva ancora i tratti salienti delle coltivazioni di pianura. il traffico non disturba troppo anche se corre veloce sulla provinciale, fino a Paesana 614 mslm.

Adesso le pendenze cominciano a farsi  sentire ma non c'è ancora la sensazione che la salita vera sia cominciata ; la strada larga e con lunghi rettilinei si incassa sempre di più nella valle che si restringe . Dopo le quattro case di Calcinere, si inizia a" ballare" sul serio; la strada presenta anche qualche facile tornante e si prende quota  arrivando fino a Crissolo a 1380 mslm, piccolo centro della alta valle del Po'.

Usciamo dal piccolo paese,  entrando nel fresco del bosco ; la sede stradale si restringe e diventa molto ostica, sia come pendenze ,sia per la pessima qualità dell'asfalto che non aiuta il povero cicloturista già carico di acido lattico. Si  avanza attuando la solita, ormai consolidata tattica ; spingere  al nostro massimo sui pedali ed avere tanta pazienza, lasciando che la montagna ci lasci finalmente passare.  Arrivati a pian della Regina, circa 1700 metri di quota ,siamo in pieno ambiente di alta montagna.

I sibilanti fischi delle marmotte lacerano  il silenzio;  la vegetazione è praticamente assente , rocce e arbusti bassi, si sale sempre costantemente all'8/10 % con punte anche al 12/13 %. I cartelli  marroni, posti ai lati della lunga ascesa, sono molto precisi al riguardo ; ma, visto l'effetto negativo sul morale,  preferiamo ignorarli, concentrandoci sul fantastico panorama. Per fortuna la giornata non è troppo calda, soffia  un bel venticello che porta sollievo mentre si sale decisamente su tratti  molto esposti ; uno spettacolo naturale  imponente e severo. Devo fare anche i conti con uno strano  fenomeno che mi perseguita sempre nelle lunghe salite;  la ruota posteriore della mia bici sembra incollata all'asfalto da una mano invisibile.

Sono i piccoli/grandi misteri del cicloturismo.........  E  comunque, dopo tanto sudare e penare , circondata da una corona di monti, ecco la piccola e meravigliosa conca di pian del re, davanti a noi. Siamo a 2020 mslm;  pochi edifici in pietra ,il cartello, qualche auto, gente che cammina, e tanti bici di cicloturisti arrivati fin quassù, tutti più veloci di noi. Lontana 200 metri su un viottolo accidentato, la nostra sorgente; il" Po' bambino" è davanti a noi, finalmente.  La sosta ristoratrice al rifugio ridona vigore ai muscoli ed  anche un pò  di luce alla mente.

Mentre scendiamo, adesso col morale alle stelle, assieme al nostro amato fiume verso il nostro capolinea, un pensierino attraversa i poveri neuroni ancora affaticati del cicloturista ; visto da neonato, chi avrebbe mai immaginato che questo piccolo torrentello uguale a tanti altri, sarebbe diventato il più importante dei fiumi Italiani?  I misteri della Natura sono insondabili, così  come succede  alle vicende degli umani; non si sa quasi mai come andrà a finire !!  

Nel nostro caso specifico è finita dopo quasi 70 chilometri e 1700 metri di dislivello, con le gambe un po' legnose, una curiosità in meno ed un ricordo tolto dalla polvere del tempo, così all'improvviso; quando su queste piccole strade scavate nella parete rocciosa, Max Lelli  in una tappa del Giro d'Italia di tanti anni fa, sbucava dalle  nuvole basse e tagliava il traguardo  a mani alzate. Ricordi persi nel tempo e nella mente ritornano prepotentemente a galla; la bicicletta non teme confronti.

Graziano Majavacchi