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Redazione

Giro100: Pinot brinda, Quintana attende

Un Giro così non ce lo si ricorda. Bello, brutto, deludente o coinvolgente, il dibattito è aperto e proseguirà a lungo, ma di certo è un Giro bilanciato, bloccato, indeciso fino all'ultimo. 29 chilometri a cronometro, da Monza a Milano, per assegnare un Trofeo Senza Fine che parrebbe a portata di sei corridori, i primi, racchiusi in novanta secondi. L'ultima tappa di montagna non ha saputo scombinare questo mazzo di carte, o quantomeno non hanno saputo farlo gli ambiziosi sei.

Il programma di giornata, d'altro canto, non era dei più aperti all'ardore. Due salite soltanto: il lunghissimo Monte Grappa, ma dal versante più facile e con la vetta a settanta chilometri dall'arrivo, e la debuttante salita di Foza, cui seguivano quindici chilometri di saliscendi adatti ad ogni soluzione. A complicare il tutto un caldo soffocante, mitigato solo dall'ombra degli alberi nella prima metà del Grappa.

Era la giornata per attaccare, ma per farlo servivano le gambe. L'unico modo per far saltare il banco era aggredire la corsa già sul Grappa, sfruttare gregari ed alleati in discesa e a fondovalle, e dare tutto nell'ultima ascesa. Un piano ambizioso che si è scontrato con la stanchezza di tre settimane di Giro, tanto che il via è stato invece molto lento, con una fuga a sei che non prende mai il largo, ma nemmeno viene riassorbita. Dylan Teuns, Dries Devenyns, Matthieu Ladagnous, Tom-Jelte Slagter, Maxim Belkov e, sorpredentemente, Filippo Pozzato partono al chilometro zero, vengono tenuti sotto controllo ma almeno i primi due finiscono per trovarsi in testa ancora sulle prime rampe verso Foza, dietro ai quali si registra un utopico tentativo di Dario Cataldo.

La corsa si accende solo a sette chilometri dall'ultimo GPM. Ci provano Nairo Quintana e Vincenzo Nibali, rispondono tutti tranne Tom Dumoulin, che passa la giornata a fare l'elastico. Riassorbiti i due, parte anche oggi il duo Ilnur Zakarin - Domenico Pozzovivo, indubbiamente i più brillanti in salita: verranno ripresi solo dopo il GPM, quando si forma un quintetto con Nibali, Quintana e Pinot. I cinque lavorano in maniera non costante ma efficace fino in fondo, cercando di distanziare un altro gruppetto, ben più affiatato, con Tom Dumoulin, Bob Jungels, Bauke Mollema, Adam Yates e Jan Hirt (più Sébastien Reichenbach a ruota). Una sfida a distanza che prosegue sino alla fine. Gli sfidanti di Dumoulin vorrebbero giocarsi il Giro in 10 chilometri di saliscendi alla penultima tappa, missione impossibile per chiunque. Al traguardo esulta Thibaut Pinot, con pieno merito vincitore di tappa e, almeno stasera, sul podio. Dopo il traguardo Quintana e Dumoulin si mettono sui rulli a distanza, si scambiano sguardi, il primo impassibile, il secondo allegro e scherzoso col pubblico. La sfida finale è tra loro due, ma c'è da dormirci sopra, e riflettere sulle possibili sorprese, che in un Giro simile non possono certo essere escluse.


Ordine d'arrivo:
01. Thibaut Pinot 04h57'58"
02. Ilnur Zakarin st
03. Vincenzo Nibali
04. Domenico Pozzovivo
05. Nairo Quintana
06. Bob Jungels a 15"
07. Adam Yates st
08. Sébastien Reichenbach
09. Bauke Mollema
10. Tom Dumoulin

Classifica generale:
01. Nairo Quintana 90h00'38"
02. Vincenzo Nibali a 39"
03. Thibaut Pinot a 43"
04. Tom Dumoulin a 53"
05. Ilnur Zakarin a 01'15"
06. Domenico Pozzovivo a 01'30"
07. Bauke Mollema 03'03"
08. Adam Yates 06'50"
09. Bob Jungels 07'18"
10. Davide Formolo 12'55"



Filippo Cauz, Asiago
(foto via Giro d'Italia)