Dopo il potente sprint di Marcel Kittel, il Tour de France riparte da Troyes per la sua settima tappa, e tutto porta a pensare che il finale non sarà diverso da quello che l’ha preceduta. 213.5 chilometri sino a Nuits-Saint-Georges, nel cuore della regione vinicola della Borgogna, le cui vigne producono alcuni dei vini più pregiati e costosi del mondo intero. La prima metà della tappa è tutta in leggerissima salita, compreso il traguardo volante di Chanceaux, che sarà questione tra i fuggitivi di giornata (aspettiamoci le solite maglie di Fortuneo e Wanty, magari affiancati da chi non ha velocisti come Dimension Data, UAE, Cannondale e Direct Énergie). Al chilometro 147.5 il GPM di giornata, la semplicissima Côte d’Urcy, 2.5 chilometri al 4.2%. Nessuna possibilità di selezione, insomma, e a meno che non ci si metta il vento saranno ancora gli stessi nomi a giocarsi la tappa: Marcel Kittel, Arnaud Démare, André Greipel, Alexander Kristof, Nacer Bouhanni, tanto per restare all’ordine d’arrivo di ieri.

Una volata che si spera un po’ meno convulsa delle ultime due, visto che anche l’arrivo di Troyes ha lasciato delle scorie tra i velocisti, con un aspro scontro verbale tra Jacopo Guarnieri (pesce pilota di Démare) e Nacer Bouhanni. L’italiano della FdJ si è lasciato andare a parole forti a fine tappa nei confronti del rivale francese. Gli insulti li ha immediatamente ritirati scusandosi, ma le accuse restano nell’aria, con Bouhanni che ha preferito non rilasciare dichiarazioni se non un piccato tweet. Più rilassate le parole del capitano di Guarnieri, Arnaud Démare, soddisfatto dai continui progressi nella classifica a punti: “Ci ho creduto nel momento in cui ho sorpassato Greipel, ma poi ho visto un alone blu passare alla mia sinistra. Lì ho provato a buttarmi sulla destra, ero al limite. Ma non ho rimpianti, continuo a far punti per la maglia verde e questo mi rassicura. Sarà un bel duello con Kittel: il Tour è lungo e non posso certo dire di averla in tasca“.

Il vincitore di tappa Marcel Kittel ha invece voluto mettere l’accento sul lavoro dei compagni, a partire da un fantastico Fabio Sabatini: “Sono davvero fiero del lavoro dei miei compagni. L’ultimo chilometro è stato abbastanza confuso, ma sono riuscito a prendere la ruota di Démare e ai 250 metri mi sono lanciato. Ho una gamba perfetta e sono riuscito a partire da dietro, così da vedere dove sarebbero andati i miei avversari“. E la traiettoria scelta, lontano dal mucchio, si è rivelata la sua carta vincente.

Prosegue lontano da insidie intanto il Tour della maglia gialla Chris Froome: “Ho cercato solo di restare al coperto – ha detto al traguardo -, di salvare più energie possibili per i prossimi giorni. Questo non mi impedirebbe di lasciare andare una fuga anche a 15 o 20 minuti, se si tratta di corridori senza ambizioni di classifica“. Chi le ambizioni non le ha abbandonate è Alberto Contador, che ieri ha lasciato una lunga intervista in partenza, con lo sguardo già puntato sulle prossime tappe di montagna. “Credo che quella di domenica sia la tappa più dura del Tour – ha detto il madrileño -, saranno tante ore di salita, con forti pendenze, e credo si adatti meglio a me rispetto all’arrivo della Planche des Belles Filles. Mercoledì è stata complicata, mi sono trovato indietro ma ho cercato di perdere il minor tempo possibile. Il Tour sarà una prova di resistenza. Froome sembra stare bene, ma vedremo come andranno le gambe“.

(foto via A.S.O.)