Tour of the Alps: i giochi sono ancora aperti
La quarta tappa prende il via da Chiusa, con un tracciato che propone due variazioni che infiammeranno il finale. La prima è la salita che porta ad Anras: 4 km con pendenza media attorno al 7%, ma con alcuni tratti superiori al 10%. Dopo una veloce discesa ed un tratto di fondovallesi attacca il secondo GPM di giornata, il Bannberg, sulle strade che videro per la prima volta alla ribalta Marco Pantani e Michele Bartoli nella tredicesima tappa del Giro d’Italia 1994. Saranno 6,9 km al 6,7% di pendenza media a fare da trampolino di lancio per il traguardo di Lienz.
Oltre alla probabile selezione sulla salita, l’adrenalina salirà alle stelle lungo la velocissima e tecnica discesa che proietterà i corridori ad appena 4,2 km dalla linea di arrivo. Gli ultimi fuochi d’artificio si vivranno nel rettilineo finale che introdurrà la corsa nel salotto buono di Lienz, la prestigiosa ed austera Hauptplatz, dove si svelerà il nome del vincitore.
Intanto la tappa di ieri si è svolta all’insegna dello spettacolo, delle sorprese e di protagonisti che non si rassegnano mai ad un esito scontato. Chi pensava che nella terza frazione fra Ora/Auer e Merano/Meran (138,3 km), i corridori favoriti tirassero i remi in barca provati dall’ascesa di Pampeago è stato presto smentito. Attacchi dalla lunga gittata, schermaglie, colpi di scena, un nuovo leader e un altro giovane che si rivela alla ribalta internazionale sulle strade dell’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino.
In pochi, forse, conoscevano il nome di Ben O’Connor (Dimension Data) fino al finale della tappa di ieri, quando la sua maglia bianca spuntava fra quelle dei favoriti più attesi sulle ultime rampe della salita di Pampeago. Il 21enne australiano ha dimostrato che non è stato un caso, prendendosi la seconda vittoria in carriera con uno scatto solitario nel finale. Tempismo, ma non solo: proprio O’Connor è stato protagonista, con Thibaut Pinot e Domenico Pozzovivo, di un audace contrattacco sul Passo Palade a circa 50 km dal traguardo, riportandosi e poi distanziando i quattro fuggitivi di giornata, Giovanni Visconti (Bahrain-Merida), Matteo Montaguti (Ag2R-La Mondiale), Manuel Senni (Bardiani-CSF) e Stephan Rabitsch (Felbermayr-Simplon). Il tentativo è stato neutralizzato solo negli ultimi chilometri della discesa verso Merano, grazie soprattutto al lavoro di un Team Sky sempre generoso e compatto per il capitano Chris Froome.
A 8 km dall’arrivo, il giovane australiano ha sfruttato l’incertezza del drappello al comando ormai ridotto a una decina di unità, e che non comprendeva più la maglia ciclamino di Ivan Ramiro Sosa: una caduta in discesa ha tolto dai giochi il colombiano della Androni-Sidermec, che ha proseguito la corsa ma ha ceduto oltre 4 minuti.
O’Connor si è presentato al traguardo di Merano alzando le braccia con cinque secondi di anticipo sul drappello dei favoriti, regolato proprio dai due suoi compagni d’avanscoperta – Thibaut Pinot e Domenico Pozzovivo. Per il francese, che dall’anno scorso colleziona piazzamenti in serie al Tour of the Alps, finora con il solo successo della tappa finale dell’edizione 2017 a Trento, c’è la consolazione della maglia ciclamino.
“L’anno scorso ho perso la maglia e la corsa da Geraint Thomas per soli 4 secondi – ricorda Thibaut – quest’anno sono riuscito a riprendermela, e farò di tutto per conservarla fino al termine. Oggi il nostro attacco non era preventivato, ma quando ho visto altri uomini forti come Fabio Aru muoversi, ho preso coraggio e sono partito. Questo è il mio modo di correre, e penso che corse come il Tour of the Alps, con tappe così brevi e impegnative, siano il massimo per proporre un grande spettacolo come nella tappa di oggi.”
Le luci della ribalta sono state ieri proprio per il giovane O’Connor, sorriso simpatico e l’incoscienza di chi ha iniziato a pedalare come un gioco (fino a quattro anni fa si dedicava all’atletica): “Noi della Dimension Data siamo venuti al Tour of the Alps puntando ad un successo di tappa, e sono felice che sia arrivato. Dopo la prova di ieri, oggi ero concentrato nel non perdere possibili occasioni per ottenere un altro risultato, e così sono uscito alla ruota di Pinot sul Passo Palade. Le salite lunghe mi piacciono, oggi era una tappa per me: l’anno scorso sono stato ad allenarmi in Val Gardena ed è stato fantastico, evidentemente ho un feeling speciale con l’Alto Adige.”
Tolto lo sfortunato Sosa, cambia poco nel borsino dei favoriti: Pinot conduce con 15 secondi di vantaggio su Pozzovivo e Miguel Angel Lopez (Astana), che nella discesa del Palade ha lasciato qualche prezioso secondo. Un secondo dietro a loro c’è Chris Froome (Team Sky), che anche ieri ha dato l’impressione di non voler lasciare nulla di intentato per vincere questo Tour of the Alps.
La corsa si mantiene incerta e vivacissima ed affronta gli ultimi due giorni decisivi con la certezza di proporre un grande spettacolo di ciclismo.
Le emozioni della quarta tappa saranno in onda su Bike Channel Sky 214 questa sera alle 21.45
Credits: Pentaphoto