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La bicicletta che segnò la svolta? Quella con la trazione a catena e il telaio a trapezio

Che fossero in gara o in viaggio, velocipedi e bicicli continuavano ad essere mezzi difficili da gestire: la conseguenza fu un gran numero di cadute disastrose, in diversi casi persino letali. Già negli anni '70 dell'Ottocento fu chiaro che per facilitare la conduzione del mezzo era necessario avere due ruote quanto possibile dello stesso diametro, ma per non perdere velocità era necessario intervenire sul 'motore'. Si fecero dei tentativi con le leve, ma erano poco funzionali.

Tutto cambiò il 30 settembre 1879, giorno in cui Henry John Lawson, da Coventry, fece richiesta di un brevetto per un biciclo a ruota posteriore motrice: ad azionarla era una catena. L'idea circolava da tempo, fu l'orologiaio francese André Guilmet a pensarci, ma ci volle il progetto di Lawson per mettere in moto i grandi produttori. Nel 1885 John Kemp Starley lancia sul mercato la 'Rover': due ruote quasi uguali, trazione a catena, telaio trapezoidale. Fu la rivoluzione.

Tutte le principali aziende britanniche cominciarono a produrre modelli analoghi, che ben presto dilagarono in Francia, negli Stati Uniti e anche in Italia (la prima fu la Prinetti e Stucchi, cui seguì la Bianchi, fondata nel 1885). In origine gli innovativi mezzi erano chiamati 'safety bicycle', bicicli di sicurezza, per sottolinearne la maggior stabilità rispetto ai 'penny-farthing', ma era chiaro che l'invenzione aveva bisogno di un nome nuovo. Ci pensò la D. Rudge & Co di Coventry, che al termine inglese bicycle aggiunse un diminutivo francese. Era nata la bicyclette.

Rileggi tutti gli articoli precedenti (cliccando sul titolo):
1 Il genio di Leonardo e l’invenzione della bicicletta
2 Draisine, celeriferi e ‘macchine per correre’: le antenate della bici
3 Michaux e una grande scoperta: i pedali
4 Pedalare al tempo delle ‘Scuotiossa’
5 Bicicli, tricicli e velocipedi: così sfidarono i cavalli
6 Gare di lentezza, furti e vincitori scomparsi. Ecco come nacquero le corse ciclistiche

(Nella foto una pubblicità delle biciclette Rover podotte da J. K. Starley & Co (Fonte: Birmingham Museums Trust)