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Verso la Maratona dles Dolomites: il giro dei 4 passi in 4 piatti da gustare

Il prossimo 4 luglio si corre la 34esima edizione della Maratona Dles Dolomites, secondo molti la regina delle granfondo italiane, che appassiona anche tantissimi manager che amano la bici, tra cui Francesco Starace di Enel, cui BIKE ha dedicato la sua prima copertina. Solitamente partecipano quasi 9mila ciclisti, provenienti da mezzo mondo, pedaleranno all’ombra dei Monti Pallidi, sulle salite che non sono solo il simbolo di questo territorio ma lo sono anche del ciclismo. Tre i percorsi previsti dal regolamento: 55, 106 oppure 138 km, su e giù tra le creste delle Dolomiti.

Qualsiasi sia il percorso scelto, non basta fare solo il pieno di salite e discese: riempirsi gli occhi e il cuore di quel panorama che è patrimonio dell’umanità e fare una scorpacciata di gusto e sapori sono esperienze cui non riunciare. La Maratona, infatti, è l’occasione per conoscere il territorio, le sue valli, e assaporare i suoi piatti. Ecco allora una mini-guida, rapida e informale, con quattro piatti tipici delle quattro valli principali attorno a cui si corre la Mdd34. Non i soliti piatti: strudel e speck non hanno bisogno di sottolineature. Ma ci sono ricette della tradizione locale che vanno riscoperte e quale migliore occasione che una pedalata tra le valli per lasciarsi andare a qualche 'peccatuccio di gola'?

Cominciamo dall’Alta Badia, il palcoscenico della Maratona Dles Dolomites, partenza e arrivo della corsa. La linea del via è nel cuore di La Villa, quella del traguardo a Corvara. La Mdd parte da qui e subito i ciclisti devono affrontare la salita del Passo Campolongo e lasciarsi l’Alta Badia alle spalle. Una delle specialità della valle ladina per eccellenza sono le turtres: comunemente si potrebbero anche chiamare frittelle di spinaci, ma, onestamente, si perderebbe la magia. Trattasi di frittelle ripiene, fritte on olio bollente, con spinaci e ricotta, o anche crauti. “Per i nostri nonni, le turtres erano il piatto forte del sabato, per lo più servite con la zuppa d’orzo”, dicono i ladini dell’Alta Badia. Ecco fatto, abbinata perfetta per questo primo suggerimento.

In cima al Campolongo si situa la linea di divisione tra Trentino Alto Adige e Veneto. La discesa porta fino ad Arabba, una delle perle del lato bellunese delle Dolomiti. La discesa non è lunga e nemmeno molto tecnica. Arabba è il cuore della Valle di Fodom, ai piedi della Marmolada. Qui sono da provare pearà e peverada. Da non confondere, nel primo caso parliamo di midollo di bue sciolto nell’olio, con pane raffermo, brodo caldo, formaggio grattuggiato e pepe. Tanto pepe. Un piatto dall’aroma forte, come le tradizioni di questo angolo di paradiso. La peverada invece si prepara facendo rosolare nel burro una cipolla e del pan grattato. Aggiungendo il brodo si ottiene una sorta di crema che si può servire con carni e polenta, meglio se di grano saraceno.

Ad Arabba inizia la salita che porta fino al Passo Pordoi. Poco più di 9 km e oltre 30 tornanti. Da far venire il mal di testa. E invece no, perché la salita è sempre abbastanza dolce, con una pendenza media del 6%. La valle è ampia, lo spettacolo assicurato, col massiccio del Pordoi che vi aspetta imponente. Si torna in Trentino e in cima inizia la discesa verso Canazei e la Val di Fassa. Qui non si può che parlare di dolci, ma non del classico strudel. No, piuttosto di zelten e fortaie. Lo zelten è una ricetta povera, un pane dolce di frutta secca, che non per questo va denigrato. Gusto intenso, ottimo per recuperare le energie. Le fortaie invece sono il dolce della festa: si mescola pastella di farina, uova e latte, si frigge tutto nell’olio bollente e si ottengono delle frittelle che vanno poi condite con zucchero a velo e marmellata di mirtilli.

Questo breve giro nel gusto, o meglio, il 'Sellaronda dei sapori', sta per finire. Il classico giro dei 4 passi prevede l’ultima fatica. Da Canazei si affronta la salita al Passo Sella (impegnativo, senza dubbio) e da lì si entra in Val Gardena. Che è la terra dei crafucins (ravioli ripieni di spinaci) del puessl (schmarren di mele, una frittata dolce spezzettata) ma soprattutto del gröstl, una rosticciata di carne e patate da gustare fino all’ultimo boccone. Servita in moltissimi rifugi e ristoranti di Santa Cristina, Selca e Ortisei. Per fare il gröstl servono carne e speck, patate e cipolle. E il prezzemolo fresco, da tritare prima di servire in tavola. Un piatto per ognuna delle quattro valli. Dalla Val Gardena si sale poi sull’omonimo passo da cui poi inizierà la discesa che vi porterà di nuovo in Alta Badia, verso Colfosco e poi Corvara.