La bici secondo Giovanni
Articolo pubblicato sul volume 4 di BIKE, edizione spring, aprile-giugno 2021
Per molti, quasi tutti, la bici è libertà. C’è poi un altro importante ingrediente. Lo aggiunge Giovanni Storti, attore e comico milanese del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, quando ci dice che la bici è anche condivisione. Dalla sua casa di Milano ci racconta la passione per lo sport. Conosciamo bene questa versione di Giovanni Storti, ne ha parlato anche nei suoi libri. Sappiamo che la corsa è un amore iniziato in montagna e che lo ha portato in giro per il mondo, dal Brasile all’Islanda, dall’Etiopia all’Argentina. Sappiamo poi che il suo rapporto con la corsa è meditativo.
Quando ci parla del suo incontro con il pedale, per cominciare, si ride. L’aneddoto è la sua prima volta senza rotelle. Un ricordo memorabile come la testata che ha dato cadendo contro il lavandino, perché lui non ha imparato a pedalare in un parco o su una strada dritta, ma sul terrazzo di casa curvando di continuo. Sogghigna.
La bici oggi è il suo tempo libero, ma anche il modo di muoversi a Milano, in sella a una Rondinella anni Settanta. Del trio, anche Giacomo pedala spesso in città: “Lui ha il record di furti di bici – confessa Giovanni – ogni volta ne ha una nuova. Io gli dico: ‘Ma Giacomo, un’altra?’ E lui spalanca le braccia. Credetemi, ne avrà cambiate sei. Aldo, invece, preferisce il tennis”.
Assolutamente coerente alla natura stessa del trio è l’interpretazione che Giovanni ha della bicicletta: “Andare in bici per me vuol dire fare delle cose assieme, è aggregazione. A meno che uno non decida di fare Milano-Cina da solo”. Da ciclo- turista racconta le emozioni di un viaggio in compagnia tra risate e aiuto reciproco. Come quella volta quando, sotto l’acquazzone, uno del gruppo ha bucato la gomma e insieme si è provato a ripararla: “Abbiamo messo dentro quegli spray con la schiuma, ma abbiamo sbagliato. Ne abbiamo messo troppo. Dopo dieci minuti, è esplosa. La cosa bella è che quando si pedala nessuno si arrabbia, ridi anche se piove. E poi comunque, se capitano imprevisti, è bello mettersi tutti attorno alla bicicletta a capire cosa fare”.
Giovanni vede la bici come un buon compromesso tra mantenersi in forma e visitare nuovi posti, perché non è veloce e non è lenta e per questo ti dà la possibilità di ammirare panorami o di conoscere persone. È successo in Toscana dove, pedalando, ha conosciuto un ragazzo che stava percorrendo la via Francigena in sella a una Graziella con solo un piccolo zainetto sul portapacchi. Gli chiediamo se è una di quelle esperienze che avrebbe mai fatto, risponde di non saperlo e che il passato è il passato.
In uno dei successi cinematografici del trio, Chiedimi se sono felice, la bicicletta è una grande protagonista: in una scena del film, Giacomo e Giovanni pedalano fianco a fianco. Giacomo prova a parlare, ma Giovanni lo avvalla interrompendolo ogni volta che apre bocca: “Guarda, Giacomo le paperette!”. Nel film l’invito ad ascoltare la natura è un’ironica battuta, ma nella vita privata è un vero e proprio must. Del resto, Giova loves nature (Giovanni ama la natura), recita il titolo del format social in cui, con leggerezza e ilarità, parla delle sue piante. Un progetto che ha caratterizzato il suo primo lockdown durante la pandemia. Le bellezze della natura e i paesaggi sono quello che Giovanni fotografa con gli occhi. La bicicletta gli permette di osservare e memorizzare.
Tra i percorsi che il comico milanese ama di più ci sono le bellissime colline del Monferrato, le strade che da Milano portano verso l’Adda, ripercorrendo la Martesana, oppure verso il Ticino, dal Naviglio grande verso Sesto Calende. L’ultimo itinerario è il consiglio che ci lascia per un viaggio da fare in primavera oppure anche in estate: scendere da Bormio verso l’Adda per poi costeggiare il lago di Como. Regalarsi delle pause lungo le rive sarà il modo di collezionare alcuni dei ricordi più belli.
(Foto: Agidi)