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Fuga con gusto tra Langhe e Roero

Articolo pubblicato su BIKE Volume 5 edizione Summer luglio-settembre 2021

Una terra di vini pregiati, dolci colline e strade tutte da pedalare. Si potrebbe descrivere così, in modo sintetico, la micro-regione delle Langhe e del Roero, una delle più incantevoli d’Italia, tra le più amate dai turisti stranieri, americani in testa. Alba, provincia di Cuneo, è il ‘capoluogo’ di questo magnifico territorio, che dista solo 30 km da Asti e 60 da Torino e la cui magia alberga nei tanti piccoli borghi da scoprire, con castelli e manieri (molti dei quali privati e trasformati in relais extra-lusso) immersi tra vigneti di rara bellezza. Sono belle in ogni stagione le colline delle Langhe anche se, forse, esprimono il loro più grande potenziale a settembre e ottobre quando l’uva è matura e i colori sono pieni e intensi.

Non c’è modo migliore di esplorare questa terra che una bella ‘gita’ in bicicletta. E perché non partire proprio da Baraccone per arrampicarsi immediatamente verso Magliano Alfieri, che dal 2007 fa parte del Circuito degli otto castelli, meglio noto come ‘Castelli Doc’, insieme a Grinzane Cavour, Barolo, Serralunga d’Alba, Govone, Roddi, Mango e Benevello. Le pendenze viaggiano fra il 5 il 10 per cento, utili per scaldare la gamba e per arrivare in cima e dare una prima sbirciata dal punto panoramico che c’è vicino alla chiesa principale. Virando leggermente verso l’interno e passando con qualche saliscendi da Castellinaldo e Castagnito, si arriva poi a Guarene, borghetto delizioso con l’antico castello di stampo juvarriano, oggi trasformato in un hotel a cinque stelle.

Continuando a rimanere sulla parte destra della vallata, provenendo da Asti, si può pedalare fino a Santa Vittoria, altro balcone notevole sul territorio, fino a scendere su Pollenzo, antica città romana fondata nel II° secolo a.C. e famosa per la Chiesa di San Vittore e per la splendida Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, nata nel 2004 e gestita sotto l’egida di Slow Food. Dopo un’obbligatoria sosta fotografica il consiglio è di salire a La Morra. Sono sei km di ascesa molto pedalabili e che portano a poco più di cinquecento metri d’altitudine. Dalla piazza principale si gode di un panorama che, se non è il più bello della zona, poco ci manca. Gli occhi si perdono nei vigneti, ma in sottofondo c’è anche il profilo delle Alpi occidentali, dominate dalla sagoma del Monviso. Una cartolina meravigliosa.

Da La Morra si va in picchiata su Barolo, il ‘borgo-bomboniera’ che da il nome all’omonimo vino rosso. Da visitare il castello, di cui fu ospite anche Silvio Pellico. A metà strada fra La Morra e Barolo, invece, meriterebbe una sosta la coloratissima e originale ‘Cappella del Barolo’, edificio mai consacrato e pitturato in modo alquanto estroso da Sol LeWitt e David Tremlett nel 1999. Ci si arriverebbe meglio con una mountain bike, a dire il vero, ma con un po’ di predisposizione alla sofferenza (le pendenze sono veramente toste se si viene da Barolo) e la voglia di affrontare lo sterrato si può fare anche con quella da strada.

Chi decide di pedalare nelle Langhe deve farlo con il cuore, seguendo l’istinto e le indicazioni, sul momento, più ispirano l’animo. Per esempio, da Barolo è possibile proseguire per Serralunga d’Alba, un’altra ‘chicca’ da non perdersi, e poi addentrarsi verso Sinio e Montelupo Albese, pedalando lungo la suggestiva Via dei Bricchi (6-7 km con qualche strappetto ma fattibile). Dalla terrazza del paese si gode di un altro panorama incantato e da immortalare. È uno dei punti più alti della zona. E da qui ci si può lanciare in discesa sfiorando Diano d’Alba per fermarsi a Grinzane Cavour, dominato dal castello medievale sede dell’enoteca regionale. Il borgo rende omaggio a Camillo Benso Conte di Cavour, che di Grinzane fu sindaco per ben 17 anni. A questo punto si è a una manciata di km, in discesa e pianura, da Alba, capitale del tartufo bianco e una volta denominata la città delle cento torri, anche se oggi ne restano poche.

Il centro di Alba è perfetto per un aperitivo in compagnia. Ma il nostro giro nelle Langhe non è ancora concluso: ributtandosi sulle colline si può fare una bella salita di 3 km (con pendenze fra il 6 e il 10 per cento) e arrivare a Treiso; da lì scendere a Neive, borgo medievale tenuto benissimo e pieno di ristorantini dove venire a mangiare a pedalata conclusa. Prima però di completare l’anello vale la pena transitare da Barbaresco, celebre paese che dà il nome all’altro vino rosso conosciuto in tutto il mondo e per la sua torre, su cui salire e gustarsi una bella veduta su tutta la valle e le colline circostanti. Tornando a Baraccone il contachilometri segna 115 km, per oltre 2mila metri di dislivello. Ma le varianti sul tema possono essere infinite, a seconda della voglia che si ha, dell’allenamento e del tempo a disposizione. Le Langhe, infatti, sono un paradiso enogastronomico e lo sono anche per chi ama la bici. Con salite mai troppo lunghe e mai troppo impegnative. Solo un consiglio, in conclusione: nei mesi estivi evitate i giorni più caldi. Le salite, infatti, sono scoperte e ben esposte al sole. Ma chi pedala nelle Langhe, questo è certo, si innamora. Le Langhe sapranno come rapirvi.