È morto Ennio Doris, grande appassionato di ciclismo
È morto Ennio Doris. A darne notizia una nota di Banca Mediolanum. Nato a Tombolo (Pd) il 3 luglio del 1940, per oltre quarant’anni è stato indiscusso protagonista della finanza italiana. Imprenditore, banchiere e fondatore di
Banca Mediolanum, importante realtà del panorama bancario nazionale presente anche in Spagna, Germania e Irlanda.
Una responsabilità vissuta con tenacia, impegno, e dedizione costante, ricorda la biografia pubblicata sul sito dell'istituto, sottolineando come queste qualità siano anche i tratti fondamentali dello sport che amava, “popolare” per eccellenza: il ciclismo.
Per la bicicletta Ennio Doris nutriva "una passione vera e sincera", si legge "che lo fa annoverare tra i principali opinionisti, commentatori e autori di libri che hanno narrato non solo lo sport ma l’epopea di un'epoca. La storia di quell’Italia che ha fatto della ricostruzione del secondo dopoguerra il vanto di un’intera nazione. C’è anche domani (Sperling & Kupfer) è il titolo del primo libro a lui dedicato in cui ricorda la frase detta da suo papà Alberto dopo una sconfitta di Fausto Coppi: andare oltre, pensare sempre positivamente al futuro nonostante tutto".
Attraverso la passione per il ciclismo, trasmessa anche al figlio Massimo - che è tra i più noti manager che amano la bici -, Banca Mediolanum intreccia da quasi vent’anni la sua storia con quella del Giro d’Italia in qualità di sponsor della maglia azzurra del gran premio della Montagna. Simbolo di dedizione, passione, fatica ed italianità, perché come ricorda Doris, "in salita si va più piano, esattamente come avviene nei momenti di crisi economica. Il passo si fa più lento, ma è nelle difficoltà che si capisce quanto uno vale".
Il 3 luglio del 2020, in occasione del suo ottantesimo compleanno, la famiglia, la banca, gli amici di una vita e le persone a lui care gli dedicano il libro Ennio Doris, 80 anni di ottimismo. L’uomo che non smette di sognare (Mondadori).