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Federico Guido

Poche crono, tante salite e tappe imprevedibili: Giro, Tour e Vuelta a confronto

Inediti arrivi in salita, altimetrie da brividi e misurate prove contro il tempo. Sono solo alcuni dei tratti che accomunano i percorsi delle tre grandi corse a tappe del World Tour per il 2022, stagione in cui, senza i Giochi Olimpici in programma ed imprevisti pandemici permettendo, Giro d’Italia, Tour de France e Vuelta a España torneranno a occupare il loro abituale spot in calendario, riscoprendo anche le partenze dall’estero.

Il Giro d'Italia, in programma dal 6 al 29 maggio, partirà dall’Ungheria, come avrebbe dovuto essere nel 2020 prima che il Covid lo impedisse. Una prima volta, come era stato per Israele nel 2018 e l’Irlanda nel 2014, che consentirà, nelle tre tappe iniziali, ai tifosi magiari di ammirare da vicino i contendenti per la vittoria del Trofeo Senza Fine.

Una volta archiviata la 14ª partenza oltreconfine nella storia della competizione, la Corsa Rosa risalirà poi la Penisola dalla Sicilia e, zigzagando attraverso 15 regioni e un breve tratto della Slovenia, si concluderà diciannove giorni più tardi in quel di Verona.

Qui il gruppo metterà fine alle proprie fatiche, dopo aver completato in tutto due cronometro, sette tappe per velocisti, sei di media montagna e sei di alta montagna ma, soprattutto, dopo aver superato sei arrivi in salita (tre in meno rispetto a quelli dell’edizione 2021) e 51mila metri di dislivello; una cifra quest’ultima raramente raggiunta in una grande corsa a tappe.

La 105ª, dunque, sarà un’edizione della Corsa Rosa all’insegna della durezza e delle insidie, due concetti questi sviluppati rispolverando cime storiche (dal Blockhaus al Fedaia, dall’Etna al Mortirolo fino alla Cima Coppi del Pordoi) e alternando tappe con scalate inedite (occhio a Kolovrat e Monte Rovere) ad altre molto più esplosive (Potenza, Jesi e Torino su tutte), un mix questo che decreterà il successore di Egan Bernal, primo l’anno scorso davanti al nostro Damiano Caruso e a Simon Yates. Le cronometro, invece, avranno un ruolo quasi ininfluente: solo 26,3 kilometri contro il tempo, mai così pochi dal 1962 quando, addirittura, non ne furono proposti.

Le crono potranno, al contrario, incidere di più al Tour de France dove, ad ogni modo, i 53 kilometri contre-la-montre della 109ª edizione rappresentano comunque il secondo dato più basso degli ultimi cinque anni. A pesare, in ottica maglia gialla, saranno soprattutto i 40 kilometri della penultima frazione, quella antecedente alla classica passerella sugli Champs Elysees che, come da tradizione, farà calare il sipario su una corsa che nel 2022 scatterà per la prima volta nella sua storia dalla Danimarca.

Aso ha deciso di estrarre dal cassetto i piani originariamente elaborati per il 2021 e riproporli con rinnovata enfasi: spetterà dunque ai ventosi scenari della Scandinavia inaugurare una Grande Boucle (in calendario dal 1° al 24 luglio) che, stando al direttore Christian Prudhomme, “si potrà perdere tutti i giorni”. L’affermazione poggia su basi solide dato che, nell’arco delle tre settimane di corsa, non mancheranno imprevisti e difficoltà in grado di mandare all’aria le ambizioni di molti.

Il pensiero, in particolare, va alle tappe di Arenberg (con 11 settori e 19 km sul pavé del nord della Francia) e della Planche des Belles Filles nella prima settimana, alla tripletta alpina con gli arrivi di Megeve, Col du Granon e Alpe d’Huez nella seconda e a quelle di Peyragudes (nel menù di giornata Col d'Aspin, Hourquette d'Ancizan, Col de Val Louron-Azet) e Hautacam (scalata preceduta da Col d'Aubisque e Col de Spandelles) nella terza.

I tracciati di queste frazioni daranno vita a un Tour molto esigente e obbligheranno i corridori ad affrontare nel complesso, tra quelli collocati in cima a strappi medio-brevi (tre) e quelli posti al termine di lunghe asperità (sei), ben nove traguardi con la strada all’insù, quattro in meno rispetto all’edizione 2021 ed esattamente gli stessi che presenterà qualche settimana più tardi la 76ª edizione del Grande Giro iberico.

Seguendo la stessa filosofia delle ultime stagioni, anche la Vuelta a España (19 agosto-11 settembre) infatti strizzerà l’occhio agli scalatori proponendo un tracciato colmo di finali impervi che, sulla carta, dovrebbe rendere scoppiettante e molto animata la contesa per la maglia rossa.

Pur senza i Pirenei e traguardi in alta quota (l’unico oltre i 2mila metri sarà quello di Sierra Nevada), gli arrivi di La Guardia, Pico Jano, Collau Fancuaya, Les Praeres, Pena Blancas, Sierra de la Pandera, Alto del Piornal e Puerto de Navacerrada offriranno ai grimpeur parecchio terreno per mettersi in mostra e fare la differenza in una corsa che, tolta la partenza da Utrecht (la seconda dall’Olanda dopo Assen 2009, la quarta assoluta dall’estero nella storia della competizione) e il finale nei pressi di Madrid, si concentrerà sostanzialmente in due regioni.

A Nord, nella fase iniziale della Vuelta, lo scenario predominante sarà quello dei Paesi Baschi (per la prima volta verranno attraversate tutte e tre le province), mentre a sud spetterà all’Andalusia con le sue otto province caratterizzare la seconda metà di gara. Tra Elche ed Alicante si disputerà, invece, l’unica cronometro individuale, 31 chilometri (dato più basso dal 1978) totalmente pianeggianti che si andranno a sommare ai 23 della cronosquadre d’apertura, prova riproposta in un Grande Giro a tre anni di distanza dall’ultima volta.

Nel complesso dunque, sia in Spagna che nelle altre due corse a tappe di tre settimane, i momenti più spettacolari si vivranno verosimilmente lungo le tante salite che, proposte in gran numero, nei piani degli organizzatori dovrebbero accendere la fantasia e il coraggio degli atleti più forti del lotto.

In questo senso i numeri preliminari, i profili altimetrici e i disegni generali delle tre manifestazioni sono abbastanza esplicativi e, nell’ottica di chi sarà chiamato a goderne dall’esterno, apparecchiano senza dubbio la tavola a tre eventi di spessore da vivere tutti con passione e gli occhi rivolti costantemente alle pendenze che i corridori incontreranno lungo la strada.

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