Dieci puntuali richieste al governo che verrà per valorizzare la mobilità in bicicletta nella risposta alla crisi climatica nonché di fronte all’esigenza di ridurre spesa energetica e consumo di combustibili. Sono quelle che la Federazione italiana ambiente e bicicletta ha inteso rivolgere ai candidati alle elezioni e leader politici in una lettera firmata dal suo presidente Alessandro Tursi.

L’Olanda è l’esempio proposto dalla Fiab, cui ispirarsi, constatando come in Italia la gran parte degli spostamenti avvenga su distanze di una manciata di chilometri, pertanto agevolmente percorribili in bicicletta, muscolari o a pedalata assistita. Una strada che consentirebbe, osserva la Federazione, oltre che di consumare meno energia, anche di promuovere il cicloturismo, che, come di recente ha osservato anche il ministero del Turismo, è fondamentale per l’economia italiana. Senza dimenticare tutti i vantaggi in termini di sostenibilità nella mobilità urbana e salute.

Per questi motivi Fiab chiede di mettere al centro della proposta politica anche la transizione intelligente della mobilità. Ecco il ‘decalogo’ delle proposte Fiab.

1. La piena attuazione del piano generale della mobilità ciclistica, di recente approvato in modo bipartisan in conferenza stato-regioni, anche e soprattutto mediante finanziamenti costanti e non occasionali, per un’adeguata programmazione pluriennale da parte degli enti e degli amministratori locali.

2. L’integrazione delle politiche sanitarie e sociali con quelle della mobilità attiva – ciclistica e pedonale – che va favorita quale strumento di prevenzione e cura delle diverse patologie legate alla sedentarietà, incluse obesità infantile e patologie derivanti dall’invecchiamento della popolazione.

3. L’integrazione delle politiche e delle azioni legate alla scuola e all’istruzione di ogni ordine e grado con quelle della mobilità attiva, in particolare ciclistica e pedonale.

4. La messa a sistema delle azioni di mobility management e l’obbligatorietà, con adeguato finanziamento, della figura del mobility manager e dei piani di spostamento all’interno di ogni ente e organizzazione pubblica e privata, scuole in primis.

5. La promozione e lo sviluppo del turismo in bicicletta nelle sue varie forme, con programmazione e progettazione di sistemi turistici dedicati e integrati con altre forme di turismo.

6. Il potenziamento del trasporto pubblico, in particolare su ferro, assicurando l’intermodalità sistematica treno/bicicletta e il trasporto delle biciclette su tutti i convogli regionali e nazionali.

7. L’eliminazione dell’Iva sulle biciclette a pedalata muscolare e/o assistita, di ogni tipologia, e agevolazioni per l’acquisto delle bici da carico (cargo bike) e mezzi aziendali.

8. Incentivi al risparmio di combustibili e al cambio di abitudini per contrastare il caro vita e scongiurare il razionamento, sui modelli francese e tedesco-spagnolo: bonus per l’acquisto di bici elettriche per chi rottama auto inquinanti, con priorità a redditi bassi e aree urbane, e prezzi nettamente ribassati per gli abbonamenti a treni e altri mezzi pubblici, con periodi di promozione gratuiti.

9. Sicurezza per gli utenti vulnerabili come pedoni e ciclisti che, in mancanza di misure severe nei confronti degli atteggiamenti indisciplinati di chi è alla guida di veicoli a motore, sono troppo spesso vittime ingiustamente colpevolizzate. Una misura fondamentale è l’abbassamento del limite di velocità nelle aree urbane a 30 km/h, come già avviene in molti altri paesi.

10. Una cabina di regia nazionale, interministeriale, che coordini e gestisca le azioni di cui ai punti precedenti.

(Shutterstock)

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