Al lavoro felici con la bici
Articolo pubblicato su BIKE Volume 8, edizione spring, aprile-giugno 2022
Dall’auto alla bici aziendale. Cambia il mondo e cambiano i benefit. La mobilità intelligente è diventata un ingrediente sempre più presente in quella miscela di agevolazioni e vantaggi, chiamata welfare aziendale, che le aziende preparano per il benessere dei dipendenti. O per attirarne di nuovi.
In Italia il mezzo ancora più utilizzato per muoversi resta l’automobile privata. Una scelta fatta controvoglia, però, perché il traffico non piace a nessuno e poi cresce la consapevolezza del suo impatto negativo sull’ambiente. Un italiano su due, secondo l’osservatorio Chance lab Italia 2030 di Groupama Assicurazioni, afferma di voler rivedere le proprie abitudini di mobilità, ma nei prossimi dieci anni. E ci muoviamo meno ma vorremmo muoverci meglio.
Un ‘aiutino’ non dispiace e arriva dalle aziende. Secondo l’Arval mobility observatory 2022, in Italia sono in proporzione più di sette su dieci le persone che hanno già avviato almeno una soluzione di mobilità alternativa, l’83% se si considera anche chi intende farlo nei prossimi tre anni. È il lavoro del mobility manager, figura obbligatoria per legge dal 2020 nelle grandi aziende e nelle pubbliche amministrazioni (sopra i 100 dipendenti), che analizza le abitudini di mobilità dei dipendenti e trova le soluzioni più intelligenti e, soprattutto, sostenibili.
A una bicicletta per le aziende ha pensato Pirelli: una e-bike premium con freni a disco, gps integrato, cambio a dieci velocità e fino a 115 chilometri di autonomia, proposta con un pacchetto che prevede rastrelliera, manutenzione, piattaforma digitale per le prenotazioni. Tutti i costi per l’azienda sono deducibili. Questa è una delle tante proposte di micromobilità che si trovano all’interno di Mobility company, la piattaforma creata da Movesion (società di ingegneria che dal 2014 sviluppa soluzioni per la mobilità delle aziende) e che è entrata nell’offerta della multinazionale francese Edenred (quella dei ticket restaurant), a conferma del ruolo crescente della mobilità nel welfare aziendale.
Propongono soluzioni alternative all’auto privata ormai tantissime aziende, da Unipol a Electrolux, da Ntt Data, a Terna, da Open Fiber a Hitachi, da Armani a Eni, da Autogrill a Ducati, da Intesa Sanpaolo a Tim, per citarne solo alcune. Che cosa offrono? Dall’abbonamento ai trasporti pubblici ai veicoli in sharing a prezzi scontati, fino alla bici aziendale oppure il car pooling. In Enel, ad esempio, è stata data la possibilità a chi lavora negli uffici di Roma e Milano di utilizzare gli scooter elettrici di Cooltra. Come hanno fatto anche Huawei, Mango e il gruppo assicurativo Axa. Non a caso la sharing mobility è ben presente su Tbusiness, la piattaforma lanciata da Telepass per aiutare le aziende a ottimizzare la mobilità dei dipendenti, tenendo sotto controllo i costi.
La mobilità intelligente in azienda è l’approdo di un percorso graduale. In Fastweb, ad esempio, prima sono stati analizzati i bisogni dei dipendenti, poi è stata fatta molta comunicazione interna, quindi si è cominciato con gli abbonamenti per il trasporto pubblico in tutte le città dove la società è presente, poi sono stati attivati i servizi in sharing. L’importante è proporre ciò che davvero serve: le esigenze (e le destinazioni) di chi va in ufficio, per esempio, sono molto diverse da quelle di chi lavora in fabbrica. E le risposte non possono essere le stesse per tutti.
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