Così la presenza di Remco Evenepoel alza il prestigio del Giro d'Italia
Con un video girato ad Amalfi e postato sui propri social, Remco Evenepoel ha ufficializzato la propria partecipazione al prossimo Giro d'Italia, che scatterà il 6 maggio 2023 dall'Abruzzo. La cronometro individuale dalla Costa dei Trabocchi ad Ortona strizza già l'occhio alle caratteristiche del corridore belga. Ed è probabile che il fatto di poter indossare subito la maglia rosa vincendo la crono inaugurale, abbia spinto il campione del mondo in carica a scegliere il Giro. Ma non è solo questa possibilità che renderà la presenza di Evenepoel fondamentale per l'appetibilità, sportiva e non solo, della prossima corsa rosa. Di seguito, alcuni motivi in totale ordine sparso per cui avere Re Remco al Giro è già di per se un evento.
IL VALORE DEL CAMPIONE DEL MONDO
Lo scorso 25 settembre, con un'azione delle sue, Remco Evenepoel si è laureato campione del mondo a Wallongong in Australia. L'ultima volta che un corridore in maglia iridata si è presentato al via del Giro era il lontano 2012 con Mark Cavendish presente alla prima tappa in Danimarca. Da allora, per i successivi 10 anni, i campioni del mondo avevano preferito altri lidi (leggasi Tour de France). Il ritorno dunque di un iridato alla corsa rosa eleva già la stessa a meritevole di attenzione e le fa guadagnare un po' di terreno (non troppo, attenzione) in fatto di interesse nei confronti del Tour. Ancor di più se si pensa che Evenepoel giungerà in Italia per vincere la classifica generale. Sfogliando gli annali sono appena 3 i vincitori del Giro in maglia di campione del mondo: Alfredo Binda, Eddy Merckx e Giuseppe Saronni. Tre mostri sacri della storia del ciclismo. Remco potrebbe essere il 4°. E per reperire l'ultimo iridato a presentarsi al Giro con l'obiettivo di vincerlo bisogna retrocedere fino al 2010 con Cadel Evans (che finì 4°). Non capita proprio tutti i giorni, diciamo così.
EVENEPOEL È UNO DEI TRE MIGLIORI CORRIDORI AL MONDO
"Come mai i big non partecipano al Giro?". Questa era la domanda più gettonata durante l'ultimo Giro d'Italia. Gli appassionati italiani si chiedevano come mai i grossi calibri delle corse a tappe preferissero altre gare rispetto a quella di casa. Pogacar, Roglic ed Evenepoel avevano virato su altri impegni nel 2022, Bernal era alle prese con il recupero dall'incidente in Colombia in cui era rimasto coinvolto. Loro erano i famigerati "big" che la folla chiedeva. Non bastava la presenza di Mathieu Van Der Poel, tra i principali interpreti delle corse di un giorno, e di molti altri ottimi corridori (Carapaz, Hindley, primo australiano in rosa, Bardet, Almeida, Nibali). No, ogni evento ha bisogno dell'uomo copertina. Per attrarre il pubblico, ogni show deve mettere il grosso nome sulla propria locandina. In risalto, in stampatello, sopra ogni altro. Remco Evenepoel è il nome che fa al caso del Giro d'Italia. Ha vinto tanto nel 2022 (Liegi-Bastogne-Liegi, Vuelta e Mondiale le perle) ed è sulla bocca di tutti, appassionati e non. Per certi aspetti, è il corridore di cui si sente più parlare, anche per i suoi trascorsi da calciatore nelle giovanili dell'Anderlecht in Belgio e del PSV Eindhoven in Olanda che lo rendono maggiormente "mainstream". Qualcuno è disposto pure a pagarlo come un calciatore pur di averlo in squadra (si parla di un'offerta della Ineos che si aggira intorno ai 60 milioni di euro per strapparlo alla Soudal-Quick Step con cui è legato fino al 2026). Perché Evenepoel è giovane, bello, spendibile e soprattutto forte. I grandi marchi fanno a cazzotti per accaparrarselo. E saranno gli stessi che guarderanno e forse investiranno nel prossimo Giro d'Italia pur di stare accanto al loro gioiellino.
IL PERCORSO È ADATTO ALLE SUE CARATTERISTICHE
Un vecchio detto recita che in un Grande Giro puoi mettere tutte le tappe impegnative che vuoi, tanto alla fine "la corsa la fanno i corridori". Ecco, Evenepoel è quel tipo di corridore che "fa la corsa". Ha uno stile tutto suo, votato all'attacco. Tendenzialmente vince per distacco, è uno di quelli che "fa il vuoto", il classico personaggio che esalta le folle. Non solo, è anche uno dei migliori cronoman del mondo e con un Giro ad alto contenuto di prove contro il tempo (tre tappe, quasi 71 km in totale) potrebbe trovare terreno ideale. Attenzione però, questa potrebbe essere anche un'arma a doppio taglio. Dopo la cronometro inaugurale in Abruzzo, la seconda sarà già alla 9ª tappa: 33,6 km da Savignano sul Rubicone a Cesena. Evenepoel potrebbe già spezzare in due il Giro a neanche metà percorso guadagnando un cospicuo vantaggio sui rivali. A quel punto, potrebbe gestirsi nell'ultima settimana (durissima, forse troppo) e contravvenire al suo istinto di attaccante. Lo farà? Probabilmente no. Basta vedere come si è comportato all'ultima Vuelta. I corridori sono lupi: perdono il pelo e mai il vizio.
IL SENSO DI RIVALSA VERSO L'ITALIA, UNA TERRA CHE NON GLI HA MAI PORTATO FORTUNA
Remco tornerà al Giro d'Italia dopo 2 anni. L'ultima volta fu nel 2021. C'era grandissima attesa per la sua partecipazione ma non andò bene. Anzi, andò proprio male. Si ritirò dopo la 17ª tappa che finiva a Sega di Ala per colpa di una caduta, sciroppandosi comunque le arcigne pendenza della salita finale pur di onorare la corsa. Così finì un Giro ricco di difficoltà, che non lo vide mai reale protagonista seppur costantemente entro le prime 10 posizioni della classifica generale. In quell'occasione dimostrò inesperienza in svariate situazioni (perdeva le ruote dei compagni, pedalava in fondo al gruppo, affrontava male le discese) ma era comprensibile. Era il suo primo Grande Giro in carriera e rientrava dopo il capitombolo a Il Lombardia dell'anno precedente, quando nella discesa giù dal Muro di Sormano urtò contro un muretto e cadde nella scarpata (bacino fratturato). Un rapporto complesso con l'Italia (due sole corse vinte) che il prossimo Giro potrebbe interrompere, sperando che stavolta un po' di fortuna giri a suo favore.
IL "MESSIA" CHE IL BELGIO ATTENDEVA DA TEMPO
Belgio significa ciclismo. Ma la nazione che più di ogni altra vede questo sport come un sorta di religione prima dell'avvento di Evenepoel non vinceva un grande giro dal 1978, ossia da quando Johan De Muynck trionfò al Giro d'Italia. Remco ha interrotto un digiuno che sembrava interminabile e adesso tutti in Belgio si augurano che sia la volta del Giro e poi, ovviamente, del Tour dove la bandierina belga manca nell'albo d'oro dal 1976 (Lucien Van Impe). D'ora in poi, dove andrà Evenepoel ci sarà l'attenzione spasmodica di un'intera nazione. D'altro canto, è il messia su due ruote che quella parte di mondo che ha il cuore a raggi aspettava. Ha dalla sua tutto per scrivere pagine di storia di questo sport. L'età (compirà 23 anni il prossimo 25 gennaio) il talento, la squadra (la Soudal Quick Step che si sta riscoprendo anche formazione da grandi corse a tappe oltre che da classiche), una nazione dietro a spingerlo e contratti pronti ad offrirgli una certa agiatezza e serenità economica. Ha persino già iniziato a fare le ricognizioni delle tappe che dovrà affrontare dal prossimo 6 maggio. Adesso sarà importante ponderare bene la stagione, evitando di ingolfare il calendario con troppi impegni. Il Giro, si sa, è esigente e merita attenzione. L'Italia aspetta Re Remco e lui stavolta scenderà per essere incoronato.