Il potenziale inespresso delle e-bike e delle cargo secondo Bosch
Più cargo, meno auto per risparmiare su più fronti. Una ricerca di Bosch ebike systems, realizzata insieme a Decisio, esplora le opportunità ancora non del tutto espresse, dal punto di vista economico, sociale e ambientale, delle bici a pedalata assistita e delle cargo.
Come riporta un comunicato, Bosch parte da un paradosso, già noto ai più: quasi l’80% degli spostamenti che compiamo per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa, a prendere i bambini è inferiore ai 10 km. Quasi il 30% è più breve di 2 km. Nonostante ciò, usiamo la macchina in quasi due spostamenti su tre, e la bicicletta in meno del 5% dei casi (Fonte: ISFORT (2022), 19° Rapporto sulla mobilità degli italiani).
Come emerge dal rapporto, invece, l'e-bike potrebbe già oggi soddisfare gran parte delle esigenze legate alla mobilità quotidiana degli italiani, più di quanto non potrebbe fare la bici muscolare (Fonte: Fyhri A., Sundfør H. B. (2020) Do people who buy e-bikes cycle more?, Transportation Research Part
D: Transport and Environment. 86. 102422. 10.1016/j.trd.2020.102422). A fronte, infatti, di vantaggi come il supporto nella pedalata del motore elettrico rispetto alla tradizionale bici muscolare, l'accessibilità sempre maggiore, non solo a casa, di infrastrutture di ricarica (del resto per l'e-bike è sufficiente una presa domestica), l'efficacia delle soluzioni di carico raggiuta dalle cargo, il consumo di energia di una e-bike, considerando l’intero ciclo di vita del mezzo (e quindi produzione e smaltimento di batterie e componenti, oltre che il consumo di energia per il suo utilizzo), è di 8-10 volte inferiore in termini di CO2 rispetto a quello di un’automobile a benzina, e 5-6 volte meno di un’auto elettrica a parità di chilometri percorsi (Noussan M., Campisi E., Jarre M. (2022). Carbon Intensity of Passenger Transport Modes: A Review of Emission Factors, Their Variability, and the Main Drivers. Sustainability. 14. 10652. 10.3390/su141710652).
La ricerca prende poi in esame l’impatto della e-bike da un punto di vista economico su tre livelli: quello privato o micro-economico, quello macro- economico e quello socio-economico collettivo. Da un punto di vista privato, una famiglia con due automobili arriva a spendere, in 60 anni, oltre 370mila euro per il loro acquisto e mantenimento. Se una delle due auto fosse sostituita con una e-bike o una e-Cargobike la famiglia risparmierebbe oltre 150mila euro nel corso di una vita.
Anche da un punto di vista macro-economico, in termini di crescita del Pil e di creazione di posti di lavoro, i segnali emersi dallo studio sono positivi: il settore della e-Bike è caratterizzato da un importante fenomeno di “reShoring”, ossia il ritorno in Italia e in Europa della produzione di componentistica e di assemblaggio. Già oggi il 50% del valore economico di una eBike venduta in Europa è prodotto nel continente (Mark Sutton (2022), Reshoring: How far has the trend come and what obstacles remain?, Cycling Industry News) e le proiezioni sono incoraggianti: la produzione di 2,8 milioni di biciclette all’anno farà ritorno in Europa, e il valore della produzione di eBike sul continente crescerà fino a 6 miliardi di euro entro il 2025 (Banca Ifis (2022), Ecosistema della Bicicletta).
Il lavoro di Decisio si interroga poi su quali sarebbero gli impatti socioeconomici sulla collettività di un maggior utilizzo della eBike in sostituzione di alcuni spostamenti fatti in automobile. Non è solo la già citata riduzione delle emissioni di CO2: anche l’impatto positivo sulla salute grazie all’aumento di attività fisica è significativo, e l’effetto ‘negativo’ dell’assistenza elettrica (che quindi fa compiere meno sforzo a parità di chilometri percorsi rispetto alla bicicletta muscolare) è in gran parte controbilanciato dal fatto che chi possiede una eBike percorre in media più chilometri. Pure il traffico nell’ora di punta ne gioverebbe: se tante persone usano la bici invece che l’automobile, coloro che invece non hanno alternative e devono usare l’automobile troveranno strade più libere e più scorrevoli. Ne è prova il fatto che nelle 5 città più trafficate d’Italia la velocità media in ora di punta è inferiore a 25 km/h; nelle analoghe 5 città più trafficate dei Paesi Bassi, in cui la bicicletta è protagonista, la velocità del traffico motorizzato nell’ora di punta è superiore ai 40 km/h (TomTom (2022), Traffic Index).
La ricerca sottolinea, infatti, come la dicotomia “Auto contro Bici”, che porta a pensare che promuovere l’uso della bicicletta vada a discapito di chi invece vuole o deve spostarsi in automobile sia in realtà fittizia. Promuovere l’uso della e-bike e della e-cargobike, secondo i dati riportati, può ridurre gli impatti negativi del sistema di mobilità attuale e rendere più facili tanto gli spostamenti in bicicletta quanto quelli compiuti in automobile. Infine, nel documento, Decisio riporta un caso studio specifico che riguarda la bicicletta come mezzo per le consegne e la logistica di prossimità in ambito urbano, prendendo in esame l’attività di Urban Bike Messenger, azienda milanese di servizi di consegna in bici alla quale Bosch eBike ha fornito in via sperimentale una flotta di e-cargobike. Anche se si potrebbe pensare che una consegna in bicicletta sia più lenta e complessa di una consegna in furgone, l’esperienza di Urban Bike Messengers a Milano ha raccolto dati che dimostrano il contrario: la e-cargobike ‘batte’ il furgone sia in termini di velocità di consegna che di costi complessivi per ogni pacco consegnato. Inoltre, le consegne in bici dell’ultimo anno di UBM hanno evitato l’emissione di 44 tonnellate di CO2.
In conclusione, lo studio conferma come eBike e eCargobike possano rappresentare un’opportunità per le imprese e le famiglie italiane, che beneficerebbero di una mobilità più economica ed egualitaria e di una migliore qualità della vita, riducendo il traffico, la sedentarietà, l’inquinamento locale e molti dei problemi che affliggono le nostre città.