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Redazione

Super Pogacar, l'analisi di Bugno

Gianni Bugno analizza con bikechannel.it i punti centrali del dibattito nato nelle ultime settimane della stagione ciclistica, scandita dalle imprese in solitaria di Tadej Pogacar: Mondiale, Giro dell’Emilia e Giro di Lombardia. Tutte corse vinte dallo sloveno partendo lontanissimo dal traguardo, con fughe senza storia ben oltre l’ultima ora di corsa. Talmente forte da non scartare l'ipotesi in futuro di una tripletta mai riuscita Giro, Tour, Vuelta. Finali sempre uguali che hanno spinto molti tifosi a chiedersi: spettacolo puro o principio di noia? Con la conseguente nascita di due partiti diversi tra gli appassionati.

Bugno, con la sua abituale asciutta schiettezza, riconosce le ragioni di chi teme che questo dominio possa contenere anche qualche elemento negativo: “Pogacar è bello da vedere, fa cose che nessuno ha mai fatto. La sua superiorità è enorme. È impressionante vedere che guadagna anche in pianura su Remco Evenepoel che ha vinto la medaglia d’oro a cronometro sia alle Olimpiadi che ai Mondiali oltre alla prova in linea ai Giochi di Parigi. Per questo, quando vedo che scatta, so già che ha vinto e gli avversari non possono fare niente. L’ho pensato subito ai Mondiali. Ma questo significa che, a un’ora e mezza dalla fine, spengo la tv. E forse anche altri fanno come me. Tutti dicono: che spettacolo. La verità è che so già chi vince quando la corsa entra nel vivo”.

Per l’ex fuoriclasse brianzolo questo discorso chiama in causa interessi più ampi: “Mi chiedo come possano reagire gli investitori del ciclismo che pagano per entrare nel cuore delle case grazie alle grandi corse trasmesse in tv. Quello che interessa davvero è l’ultima ora e mezza di diretta. Delle prime quattro oggettivamente interessa molto meno. E se in quel momento decisivo le telecamere inquadrano sempre lo stesso atleta da solo e quindi la stessa maglia della Uae, che ritorno economico hanno sponsor e proprietari delle squadre? Gli ultimi 50 km rappresentano l’80% dell’esposizione mediatica. Questa situazione per me può rappresentare un problema perché qualcuno potrebbe trovare più redditizio comprare una squadra di calcio, basket o pallavolo anziché continuare a gestire un team ciclistico”.

Secondo il due volte Campione del Mondo, gli avversari possono fare poco sia a livello individuale che di squadra: “Non esistono contromisure tattiche. Non c’è tattica con Pogacar. Anche perché ha una squadra fortissima dalla sua parte. C’è una differenza abissale con i rivali. È fortissimo in tutto: salita, discesa, pianura. L'unico che può impensierirlo è Jonas Vingegaard al prossimo Tour”.

(Photo credits: LaPresse)