Alla scoperta della Valle Isorno
Il percorso odierno porta nella selvaggia Valle Isorno, una delle valli laterali della Val d'Ossola. Una zona incassata e disabitata, che mantiene il fascino di un territorio selvaggio e inaccessibile. Per accedervi si percorre l’unica strada consortile di accesso che raggiunge le baite di Agarina. Con bici da gravel o mtb si potrà proseguire ancora per circa 3,5 chilometri fino al laghetto della Merlata.
Dall‘ingresso del paese di Altoggio parte la strada consortile per Agarina e Coipo. La strada sale molto ripida nel primo tratto fino ad arrivare al primo tornante. Da qui la pista è chiusa al traffico ordinario ma occorre comunque prestare attenzione perché frequentata dai consorzisti e aventi diritto. Dopo un secondo tornante si raggiunge un ulteriore bivio: a sinistra si va a Coipo con salita molto bella ma molto ripida (5 km e 550 m di dislivello); si prosegue invece diritti in direzione Agarina.
La strada prosegue a mezzacosta entrando sempre più nella selvaggia Valle dell’Isorno. Il torrente all’inizio scorre in fondo alla valle, incassato fra le rocce. Poi con una serie di stretti tornanti si scollina e si scende leggermente verso Corte Sapa dove, sulla destra, notiamo un piccolo bacino artificiale (diga della Cippata). La strada prosegue mantenendosi sempre in vicinanza del torrente fino a raggiungere la località Piedelpiaggio. Qui inizia una serie di ripidi tornanti che supera un imponente accumulo detritico ormai colonizzato dal bosco (antica frana di scivolamento). Si raggiunge un primo nucleo di baite di Agarina con una zona torbosa di fronte, quindi si prosegue raggiungendo gli altri gruppi di baite che nel complesso costituiscono Agarina.
Qui la strada asfaltata termina e prosegue un’ampia pista sterrata a servizio di una centralina privata. Da qui in avanti il percorso non è raccomandabile per le bici da strada ma è adatto solo a bici gravel e MTB. La strada prosegue a mezzacosta in salita, raggiunge Ponte Faugiol dove si attraversa il Rio Nocca e dopo alcuni tornanti si raggiunge il piccolo laghetto artificiale e la diga della Merlata, punto più elevato del nostro percorso.
(Photo credits: Pier Maulini e Alessandro Pirocchi)