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Enrico Salvi

Bugno: "Fare di più per la sicurezza"

La sicurezza nelle strade come tema trasversale: fondamentale per la vita di tutti i giorni, per la pratica e l’allenamento dei più giovani ma anche come elemento di garanzia nelle gare di alto livello. Durante la presentazione della Coppa Italia delle Regioni alla Camera dei Deputati, con Gianni Bugno si è approfondito il tema della sicurezza da promuovere in ogni forma e su cui lavorare insieme agli organizzatori delle corse. Durante il dibattito tra grandi del ciclismo italiano, che ha visto la partecipazione anche Vincenzo Nibali, Francesco Moser e Giuseppe Saronni, il due volte campione del mondo si è focalizzato sul fatto che la bicicletta sia un mezzo che deve essere utilizzato e rispettato, così come i ciclisti devono rispettare le macchine e tutti gli altri mezzi quando si condivide la strada.

Ai microfoni di bikechannel.it Gianni Bugno, in quanto Presidente della Commissione Tecnica della Lega Ciclismo Professionistico sul tema della sicurezza, ha analizzato le prospettive sul tema, delicato anche per i ragazzi che vogliono appassionarsi a questo sport e praticarlo con l’ambizione di diventare professionisti: “Sicuramente la sicurezza è importante per i corridori. Si è fatto tanto fino ad oggi, si può fare ancora di più. Nella veste di presidente della commissione sicurezza della Lega ciclismo Professionistico, cercheremo di implementare questo sistema e cercheremo di rendere più sicure quelle che sono le corse, anche se la matematica di sicurezza assoluta non c’è mai”. 

Un ruolo particolare in quanto occorre dialogare con gli organizzatori, e in questo senso avere una cornice unica come la Coppa Italia delle Regioni può essere utile anche per elevare uno standard comune di qualità. Un’unificazione che, secondo Bugno, è importante per corridori e squadre italiane anche dal punto di vista prettamente sportivo: “Sicuramente è un implemento per la gratificazione dei corridori che fanno queste corse, è un premio che viene lasciato a fine anno e che viene lasciato alle donne con le stesse condizioni (con lo stesso montepremi, ndr), quindi è una cosa che gratifica i corridori e le squadre italiane”. Una chiosa finale sul fatto che un circuito unico possa anche aiutare la crescita di giovani e squadre italiane, ma che tante altre azioni si possono e devono fare in tal senso: “Sicuramente servirà, ma non basta. Per far crescere nuove leve bisogna lavorare soprattutto sulle squadre dei giovani”.

(Photo credits: LaPresse)