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Proteste Codice

Redazione

Fiab, lettera appello a Mattarella

Oggi, 19 novembre, il disegno di legge di modifica al Codice della Strada arriva in Senato per l’approvazione finale. A due giorni dalla Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada: in Italia 3.000 morti e 200.000 feriti ogni anno, prima causa di morte per persone fino a 29 anni di età e prima causa di morte violenta in Italia, con un numero di vittime addirittura triplo delle morti sul lavoro, secondo i dati INAIL. Sono state decine le mobilitazioni, i presidi, le proteste e i flash mob nelle città italiane, promosse dalle associazioni dei familiari delle vittime sulla strada, associazioni ambientaliste, per la mobilità sostenibile e organizzazioni sindacali, contrarie al nuovo Codice della Strada.

Fiab, Federazione Italiana Ambiente Bicicletta, ha deciso di far arrivare questa voce direttamente al Quirinale con una lettera inviata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Fiab spiega a Mattarella quali sono le critiche alla riforma, definita “debole con i forti” perché dà “maggiore libertà di circolazione ai veicoli a motore, i cui guidatori secondo i dati Istat causano il 94% delle collisioni e il 98% dei morti”. È, invece, “forte coi deboli” perché restringe “viceversa le misure in favore di pedoni, ciclisti, bambini e persone anziane, che sono la maggior parte delle vittime nelle città. Il nuovo CdS ad esempio, limita gli autovelox invece che la velocità, che è la prima causa delle collisioni con morti o feriti gravi; vieta controlli automatici sulla guida distratta al cellulare, che è fra i primi fattori di incidentalità; introduce una sola multa per più infrazioni, incentivando la violazione di quante più regole”.

Fiab prosegue così: “È una modifica particolarmente dannosa perché rende più difficile realizzare o proteggere aree pedonali, ostacola piste e corsie ciclabili, zone a traffico limitato, fondamentali per la tutela dell’incolumità e della salute delle persone nelle città; e limita di fatto l’azione dei Comuni e la loro autonomia decisionale, anche dal punto di vista burocratico, sottoponendoli a decreti ministeriali”. Fiab sottolinea che l’Italia in Europa è al 19° posto su 27 per tasso di mortalità legata agli incidenti sulla strada. Inoltre la Legge di bilancio 2025 taglia di 4,6 milioni gli interventi di sicurezza stradale e per l’educazione stradale, di 47 milioni quelli per le piste ciclabili urbane e di 31,9 milioni per le ciclovie turistiche.