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Li Dongju

Alessia Bellan

Li Dongiu, globetrotter per caso

Nonostante abbia iniziato molto tardi ad appassionarsi al cicloturismo, Li Dongju ha attraversato in bici 12 Paesi in 3 continenti. Originaria di Zhengzhou, provincia centrale cinese dello Henan, 66 anni, Li ha pedalato nel sud-est asiatico, in Europa e in Oceania, visitando paesi come la Cambogia, la Francia e l'Australia. Tra i 50 e i 60 anni si è trovata a esplorare il mondo unendosi a persone che avevano un terzo della sua età. Ma come è nata questa passione tardiva? Era il 2013 quando un’allegra comitiva di ciclisti le è passata accanto, scatenando in lei un’ondata di invidia, dal momento che in quel periodo era fortemente depressa per la fine del suo matrimonio. Con scarse disponibilità economiche, vive infatti della pensione di 3.000 yuan (circa 414 dollari) al mese, e dopo essere stata da licenziata dalla fabbrica tessile in cui lavorava, inizialmente si è potuta permettere solo un casco, ma poi il figlio le ha regalato una mountain bike pieghevole costata 1.000 yuan (138 dollari). Con i suoi pochi risparmi, le sembrava davvero impossibile realizzare il sogno di raggiungere il Tibet, il “tetto del mondo”. Dopo un anno di lavoro come colf, Li Dongju ha messo via abbastanza per unirsi a due ciclisti esperti conosciuti online per un'avventura nel sud-est asiatico. Principiante e mal equipaggiata - con solo un cellulare basico e una mountain bike entry-level - dopo una settimana in Vietnam ha perso i compagni, ritrovandosi sola in una terra sconosciuta. Solo l’incontro con un ciclista locale che parlava la sua lingua le è valso l’aiuto necessario per tornare sana e salva a casa. Nonostante questa prima caotica esperienza, non si è lasciata scoraggiare e si è messa a fare pratica pedalando per la Cina in lungo e in largo, in compagnia del suo fedele barboncino Xili accoccolato nel cestino, visitando 20 città, dal sud-est di Hainan all'estremo Xinjiang occidentale. Li Dongju,

Due anni dopo, l'allora 59enne si sentiva di nuovo pronta a tornare nel sud-est asiatico, questa volta con uno smartphone dotato di mappe e app per superare le difficoltà della lingua, oltre a un piano di viaggio completo e due anziani amici ciclisti conosciuti in rete. Durante il viaggio, si è finanziata accettando lavori occasionali come donna delle pulizie in una Spa e lavapiatti in un hotel di lusso. Mentre i suoi compagni di squadra erano pronti a tornare a casa dopo poche settimane, Li ha scelto di continuare a pedalare in solitaria attraverso Cambogia, Thailandia e Myanmar. Dopo 70 giorni nei quattro paesi, è tornata a casa con migliaia di foto e il desiderio di raggiungere presto nuove mete. Nel 2019 è ripartita per attraversare l’Europa, toccando sei paesi. Nell'arco di 66 giorni, si è imbattuta in un escursionista ottuagenario in solitaria in Croazia, ha chiacchierato con i baristi grazie a Google Translate in Bosnia-Erzegovina e ha seguito i consigli di anziane signore in Francia per accaparrarsi baguette scontate nei supermercati. Infine, è volata in Australia, in quel periodo devastata da incendi selvaggi, dove lungo il percorso non di rado comparivano foreste e canguri carbonizzati. Da lì alla volta della Nuova Zelanda per poi tornare in Cina nel marzo 2020, mentre si stava diffondendo la pandemia di Coronavirus.

Certo, non tutto è sempre rose e fiori, in Australia ha perso lo zaino con l'attrezzatura e le provviste e al confine della Bosnia-Erzegovina,ha subito un’ispezione delle guardie di frontiera armate. Con un budget limitato, si è accampata in parchi, stazioni di servizio e persino cimiteri, anche se non dimentica di ricordare che molti abitanti dei luoghi che ha visitato l’hanno accolta dandole ristoro nelle proprie case (per questo oggi porta con sé dei nodi cinesi da donare in segno di gratitudine a tutti coloro che la aiutano). Senza esitazione, tuttavia, afferma di aver vissuto più esperienze positive che negative. Oggi si sta di nuovo preparando per affrontare un viaggio dal Kazakistan agli Emirati Arabi Uniti. 

“Il mio obiettivo è visitare almeno 100 Paesi”, ha dichiarato alla CNN. “Viaggiare è come una droga: una volta che la provi, non puoi fermarti”.

(Photo credits: Li Dongju)