
Ironman 70.3, la sfida di Daniele: "Lo sport come strumento per rinascere"
«Resilienza». È questa la parola chiave nella vita di Daniele Matterazzo, 35 anni, un fundraiser sportivo di Legnaro, in provincia di Padova. Nonostante la disabilità, ha deciso di trasformare la sua passione per lo sport e l‘outdoor in missioni di grande valore sociale. Il 21 settembre, a Cervia, parteciperà alla sfida internazionale dell’Ironman 70.3. Gareggerà al fianco di atleti normodotati con l’obiettivo di raccogliere fondi per la Fondazione Salus Pueri e il Nuovo Ospedale Pediatrico di Padova (questo l'indirizzo per donare: https://www.retedeldono.it/progetto/da-zero-irnoman-703). A questa grande sfida si sta preparando da mesi, dal novembre scorso.
Le difficoltà
«Convivo da 20 anni con una lesione al plesso brachiale. Si tratta di una disabilità fisica che comporta immobilità di gran parte dei movimenti del braccio e totali della mano, causati da un grave incidente stradale che ho fatto in adolescenza con lo scooter. Ho rischiato di perdere prima la vita e successivamente l’intero arto superiore sinistro – ha raccontato a Bikechannel – è stato salvato dopo numerose operazioni tra rianimazione e chirurgia plastica. Anche dopo aver svolto i successivi 17 interventi tra Italia e Francia per ridare forma e funzione all’arto danneggiato non ho più recuperato tutti i suoi movimenti».
La rinascita
Daniele ci ha messo molto tempo prima di ripartire: «Per tanti anni non sono stato padrone della mia vita – ha continuato – fino ai 30 anni avevo vissuto una vita passiva, lontano dallo sport. Ho impiegato 15 anni per reagire a quanto mi era accaduto. Ci sono state grandi ripercussioni sulla mia sfera emozionale e sulla mia persona, oggi finalmente risolte». C’è stato un giorno nel quale Daniele ha ripreso in mano la sua vita riuscendo a colmare il vuoto dentro di sé. È stato ispirato da un film: 'The Way-Il cammino per Santiago' di Emilio Estevez. Una trama che lo ha conquistato subito: un padre americano vola in Francia per recuperare il corpo del figlio morto, per poi scoprire che il ragazzo aveva intrapreso il cammino di Santiago de Compostela, un sentiero di 800 chilometri che i pellegrini percorrono a piedi, tappa dopo tappa. Con la scatola delle ceneri nello zaino, l’uomo decide di portare a termine il viaggio iniziato dal figlio: «Per me è stato il segnale di rimettermi in gioco. Così nel 2020, ad agosto, mi sono lanciato in questa avventura, nel cammino di Santiago, fino a Finisterre – ha continuato Daniele nel suo racconto – camminare mi ha ridato la voglia di vivere. Mi sono appassionato a questi cammini. Ho alzato poi sempre di più l’asticella. Nel 2021 ho percorso la via Francigena Italiana e in Lapponia nel 2022 è stata la prima vera prova con me stesso nella natura selvaggia. I pellegrinaggi iniziali avevano contesti cittadini, mentre lì al nord nelle attraversate fatte in autonomia ero a contatto con la natura ed era il perfetto contesto per mettermi alla prova. Più cose riuscivo a fare da solo con un braccio, più ero felice».
Le nuove sfide
Daniele non si è mai fermato. Anno dopo anno ha sempre aggiunto quel tasso in più di avventura: «Il luogo più bello che io abbia mai visto? L’Islanda. La natura lì è di una bellezza disarmante. Mi piacciono quei mondi a nord, quelle terre dove sembra che l’uomo, pur vivendoci, abbia intaccato il territorio solo in una minima parte». Insomma, Daniele sta insegnando a tutti che non esistono limiti: «Arriviamo, infatti, a quest’anno. Avevo in testa altre avventure, ma sono stato ispirato da un altro film. Si chiama “100 Metros”. Il protagonista scopre di essere gravemente malato e decide di fare questo Ironman, una cosa impossibile per quello che aveva lui. Ed eccomi qui. Mi sono iscritto a questo Ironman e ai miei progetti associo sempre delle raccolte fondi. Il motivo? Questa cosa mi aiuta a non mollare e mi motiva ad andare avanti. Inoltre, mi piace sempre mettermi alla prova e lo sport è il contesto perfetto, mi ha fatto rinascere. Solo così cerco e sposto nuovi limiti».
L’ultima iniziativa
In questa gara di triathlon di livello Daniele sarà impegnato ad affrontare 1,9 chilometri di nuoto, 90 chilometri di ciclismo e i successivi 21 chilometri di corsa: «Il nuoto era la disciplina che ha risvegliato in me la voglia di sfida e che, allo stesso tempo, mi intimoriva di più. Mi sono intestardito nel volerci riuscire al di là delle difficoltà. Mi sto allenando da novembre 2024 con un programma intenso che sta mettendo a dura prova la mia resistenza fisica e mentale allenando quanto più possibile il mio corpo – ha concluso – soprattutto i pochi muscoli rimasti attivi del braccio sinistro per compensare le mie difficoltà».