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T°RED HERA

Alessia Bellan

A Montichiari la nuova frontiera della progettazione di biciclette

TRED BIKES

Rivoluzionare, sfidare limiti e convenzioni alla ricerca di un nuovo modo di progettare e realizzare biciclette performanti e dalla customizzazione estrema. Non è il ciclista a doversi adattare al mezzo, ma la bicicletta a dover essere plasmata sull’atleta, permettendogli di dare il meglio di sé. E vincere. Dietro T°RED e TOOT Engineering, la cui sede è a due passi dal velodromo di Montichiari, ci sono Romolo Stanco, presidente, CTO e Head of design, ed Erica Marson, co-founder e general manager. Architetto e designer specializzato in fisica dei materiali metallici lui, giornalista lei, sottolineano come questo processo innovativo non sia necessariamente migliore o peggiore rispetto alla produzione tradizionale, ma sicuramente in grado di esprimere opportunità difficilmente replicabili. 

“Non si parte da un modello da replicare, ma da una prestazione da ottenere. Niente stampi, niente standard, niente semilavorati, niente compromessi, solo progettazione digitale adattiva, simulazioni biodinamiche, test di integrazione meccanica e aerodinamica e manifattura con tecnologie additive e digitali”, spiegano dall’azienda. 

TRED BIKES

Canoni futuristici, ben diversi da quelli della tradizionale bike industry, sviluppati sulla base di processi divergenti dalla linea di produzione industriale, ma anche da quella artigianale. 

“Gli atleti sono pionieri, non clienti. Progetta per l’individuo. L’ingegneria convenzionale è obsoleta. Abbraccia il progetto per la prestazione radicale. Pensa liberamente, crea audacemente. Leggi i numeri, ascolta gli uomini”. Sono solo alcuni dei punti del Performance Manifesto, la filosofia che sottende l’ambizioso progetto, un invito a riscrivere le regole, perché solo così si può veramente fare innovazione. 

L’ultima arrivata, la gamma Hera

Hera TRED bikes

Realizzata in tre versioni, AlScaZir, Acciaio/Niobio e Titanio, Hera non è una bicicletta in carbonio, in metallo o in titanio. È una piattaforma progettuale adattiva, costruita attorno alle caratteristiche specifiche dell’atleta. Una bici che non esiste fino a quando non esiste il ciclista per cui è pensata. E che solo allora prende forma: in una versione, una geometria, una combinazione di materiali unica e irripetibile. Ogni tubo, ogni connessione ogni spessore è determinato e realizzato per quella singola bicicletta e per la sua relazione con l’atleta che la utilizza. Il processo, che prende il nome di A.D.A.P.T. (Adaptive Design Advanced Process Technologies), è il protocollo sviluppato da TOOT Engineering per trasferire al mondo reale un metodo già applicato in settori come l’automotive più avanzato o la vela da Coppa America, lo stesso approccio adottato da Czinger o Divergent per costruire auto da pista fuori da ogni regola o da Dan Bernasconi per sviluppare la barca tre volte vincitrice della America’s Cup o i processi che permettono, grazie a simulatori avanzati, di sviluppare auto da corsa senza neppure testarle. 

“Si usa e si disegna quel che serve, nel modo più efficace possibile perché quello deve fare un progettista, come avviene in Formula 1”, spiega Romolo Stanco. 

Hera TRED BIKES

Guidati dalla passione per le competizioni e dalla ricerca della perfezione, continuano a spingere più in là i limiti di ciò che è possibile realizzare su due ruote. Dalla progettazione parametrica allo sviluppo di soluzioni sempre nuove, ogni sforzo è orientato a creare prodotti che esaltino le capacità dei corridori.

(Photo credits: TOOT Engineering)