
La fotografia della sharing mobility in Italia, crescono Bologna e Firenze
Un’abitudine consolidata per una parte degli italiani, sempre più affidabile ed efficiente, ma con l’offerta in calo e la necessità di integrazione con il trasporto pubblico. Questo in sintesi lo status della sharing mobility con la presentazione del 9° Rapporto Nazionale durante la Conferenza Nazionale sulla Sharing mobility andata in scena a Roma, presso la Sala della Promoteca in Campidoglio.
La Conferenza, organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility e promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, è diventata un appuntamento fisso che da 10 anni osserva e monitora tutto il comparto della mobilità condivisa. Una scelta che, oggi, è a disposizione di 13 milioni di italiani, in calo però del 7% rispetto al 2022.
L’Osservatorio ha elaborato, per la prima volta, lo Sharing Mobility Index che permette di valutare le performance delle città italiane all’interno di quattro indicatori: varietà dei servizi disponibili, tasso di rotazione giornaliero dei veicoli, numero di veicoli e di noleggi per abitante. Dai dati è emerso che Roma ha superato Milano per numero di noleggi totali (13,2 milioni nel 2024) ma non pro-capite e insieme rappresentano la metà dei noleggi totali in Italia; Bologna e Firenze sono le città cresciute maggiormente nel 2024; Bologna in particolare è la città con più noleggi per abitante nonostante non vi siano i monopattini; Milano è la migliore per veicoli a disposizione per abitante; Brescia ha il migliore tasso di rotazione dei veicoli.
Numeri che devono essere analizzati con attenzione: se la domanda cresce - nel 2024 sono stati registrati oltre 50 milioni di noleggi, con una stima di 60 milioni nel 2025 – l’offerta è in diminuzione: rispetto al 2022, i veicoli in sharing sono scesi a del 15%, i servizi del 26% e gli operatori del 24%. Questo a causa di una “urbanizzazione” dell’offerta: si concentra nelle grandi città, dove il mercato è più redditizio, mentre 16 capoluoghi, di grandezza medio-piccola e spesso nel sud Italia, hanno perso servizi di mobilità condivisa.
Tra gli altri indicatori, l’evidenza di un sistema che dopo una crescita vertiginosa, nel 2022 ha iniziato un trend di consolidamento nei numeri, sintomo di una determinata efficienza dei servizi offerti (che si stanno muovendo tra le città). Infatti, nonostante alcune contrazioni in termini di servizi, il fatturato complessivo è ancora in crescita nel 2024 (poco più di 200 milioni di euro, +2% sul 2023), inoltre la micromobilità sta diventando sempre più sostenibile (95% della flotta a zero emissioni) e sicura: nel 2024 un incidente ogni 300mila km, per un calo del 7% per i monopattini, del 54% per gli scooter e del 67% per le biciclette.
Numeri che impongono una “nuova rotta” per l’Osservatorio, che ha dedicato la seconda parte della giornata a un dibattito attivo tra operatori ed esperti del settore per trovare un percorso condiviso, con l’obiettivo finale di rafforzare ed unificare il ventaglio dal punto di vista della governance, degli aspetti normativi e finanziari.
Per il Direttore della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile Raimondo Orsini “i dati che raccogliamo ormai da dieci anni ci dicono che la sharing ormai è un’abitudine consolidata ed è qui per restare, ma è giunto il momento di cambiare passo. Attraverso una forte integrazione col trasporto pubblico e l’estensione dei servizi di sharing mobility nelle aree più periferiche e svantaggiate delle città, è possibile garantire sempre di più il diritto alla mobilità sostenibile che spetta a tutti i cittadini italiani”.
Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, che ha aperto la conferenza, ha dichiarato: “Col nuovo regolamento introdotto a Roma, ci stiamo progressivamente avvicinando agli obiettivi di garantire l’Intermodalità e il decoro attraverso norme chiare e una razionalizzazione e capillarizzazione del servizio. I dati sui giorni di utilizzo e sulla distanza media percorsa ci dicono che la mobilità in sharing sta diventando una parte molto importante del trasporto collettivo, soprattutto nell’ottica dell’intermodalità degli spostamenti, assumendo una funzione trasportistica concentrata durante la settimana a differenza di quella ludica, spesso concentrata nel weekend, che avevamo riscontrato in passato”.
Gli ha fatto ecco il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, intervenuto durante la Tavola rotonda istituzionale, che ha segnalato come la sharing mobility non debba essere considerata come una forma di trasporto a sé stante, ma “un pilastro della mobilità, in quanto ormai integrata al trasporto pubblico e correlata a politiche pubbliche in termini urbanistici, ambientali e di ridistribuzione dei servizi”.
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto in video ha dichiarato: “La Sharing Mobility è certamente una delle leve per la costruzione di un nuovo modello di mobilità, per ridisegnare una città più sostenibile, una modalità di movimento ormai divenuta componente stabile della vita quotidiana. È un fenomeno che riguarda in profondità il tessuto socio economico del Paese, da dove parte la domanda di nuova mobilità”.