Evenepoel: "I Grandi Giri non erano più nei piani della Soudal"
Fa ancora rumore il trasferimento di Remco Evenepoel dalla Soudal Quick-Step alla Red Bull-Bora-hansgrohe. Soprattutto per quanto dichiarato dal corridore belga in un’intervista a Nieuwsblad: «Si è capito che la squadra vuole tornare a essere forte nelle Classiche e sta investendo molto sotto questo aspetto – le parole di Evenepoel –. Però, mi viene anche da pensare che siamo arrivati sul podio del Tour de France (correva l’anno 2024, ndr), che avevamo vinto la Vuelta a España (tre anni fa, nel 2022, ndr) e che eravamo sulla buona strada per poter vincere il Giro d’Italia. A questo punto, perché non impegnarci di più in questo settore e investirci di più? Per qualche motivo, però, questo non era il più piano della squadra. Quindi, ho pensato: “va bene, se non faremo tutto il possibile per i Grandi Giri, tanto vale cercare qualcosa d’altro”».
L’addio e l’arrivo in Red Bull
Da qui la decisione di dire addio alla Soudal Quick-Step e l’approdo in Red Bull. Evenepoel non vede l’ora di iniziare. In questa sua nuova avventura il suo allenatore sarà Dan Lorang: «Lui è un po’ fuori dagli schemi. Vuole affrontare certe cose in modo diverso. Senza entrare nei dettagli, ha dato un’occhiata ai miei allenamenti passati e ha già creato un piano completo – ha proseguito il belga –. È uno che sa dove andare. Ci sono alcune aree in cui secondo lui ci sono margini di miglioramento, mentre altre sono già al limite. Nel gruppo tecnico ci sono anche degli specialisti per le cronometro e l’aerodinamica, ma in quei settori sono già abbastanza bravo». Evenepoel sta lavorando da settimane per migliorare sotto alcuni aspetti: «Sì, è così. Come negli sforzi brevi, come quelli che fa Tadej Pogacar per cinque minuti, costringendo tutti gli altri a rallentare, prima o dopo. In realtà bisogna arrivare a dieci minuti, perché di solito la sua squadra fa cinque minuti ad altissimo ritmo e poi Tadej ce ne mette altri cinque. Aumenta per un minuto, per un altro minuto e poi riesce a rimanere su quel ritmo. È qualcosa su cui lavoreremo».
Incidente archiviato
L’incidente di un anno fa è ormai archiviato da tempo: «Quello è stato un duro colpo. Tutti i miei colleghi iniziavano ad allenarsi e io sapevo che avrei dovuto stare fermo per otto settimane, proprio nel momento in cui volevo riprendere a pedalare. La guarigione è stata lenta. Poi era inverno, la luce arrivava tardi e faceva buio presto. Mi dicevo che se le cose non fossero migliorate in fretta, avrei anche potuto smettere. Solo più tardi mi sono reso conto di quanto fosse grave la situazione in quel periodo. Ripensandoci adesso, credo che stessi andando verso la depressione o che ci fossi già dentro. Stavo sul divano tutto il giorno. Se qualcuno mi mandava un messaggio, mi sentivo come se mi stesse disturbando o interferisse», ha concluso Evenepoel.
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