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Torre del Lago Puccini

Redazione

Puccini e l'amore per la bicicletta

Giacomo Puccini e il ciclismo. Un rapporto molto stretto: il grande compositore non era solo un grande appassionato di questo sport, ma anche un ottimo intenditore di biciclette. Lo racconta un libro molto interessante sulla vita del maestro, scritto da Maurizio Sessa: “Puccini cento anni, viaggio sentimentale da Lucca al mondo” (Medicea, 2024). Ne ha parlato nei giorni scorsi Tuttosport, evidenziando proprio le pagine legate alla passione di Puccini per le due ruote, “il bicicletto”, come veniva chiamato al maschile nell’800.

Così scriveva il compositore a un amico: “Ho preso un bicicletto! È pagabile in comode rate mensili. Verrà da te l’amministratore della ditta A. Schlegel, Foro Bonaparte 36, e tu gli pagherai mio conto L. 70 come prima rata e gli altri mesi L. 50, salvo saldarlo completamente alla mia venuta a Milano in ottobre”. In un’altra missiva al cognato dà prova di conoscenza dettagliatissima dei prodotti offerti dal mercato: “Caro cognato, se vuoi la bicicletta, scrivimelo, che ti posso procurare un buon affare! Redaelli, negoziante mio amico, ne ha di buonissime; anche il figlio di Ricordi ha preso una Melton inglese, con cerchi di legno, ultima novità, a lire 335, con pompa, lampione, oliatore e chiave. Il figlio di Ricordi l’ha pagata 375. lo ti faccio risparmiare mercé la mia raccomandazione”.

In una lettera successiva: “La macchina New Turner è buona e costa, il ristrettissimo, lire 475, quella da 350 o 60 non te la consiglio e poi ora non ne ha. Franchetti, il maestro milionario, ne ha una di quelle da 475 e ne è contento molto, è bella, ha cerchi di legno, elegante. T’ho spedito il catalogo delle Adler, come vedrai costano 'carette' ma sono buone, il tipo per te sarebbe il numero 24, costa 550, è bella. L’altra, il numero 23 è il modello vecchio dell’anno scorso. Anch’essa è buona. Le più belle però sono le Mary, addirittura smaglianti di verniciatura e nichellatura. Hanno delle fermezze e lucidità degne di te e costano meno delle Adler. Ci sarebbe, per esempio, la Mary 9, con cerchi legno e gomme antisdrucciolevoli sul bagnato che è splendida addirittura per te. (…) bella e spietata. Farai crepar di rabbia chi ti vede”.

Puccini partecipò anche ad alcune gare, come raccontano le cronache dell’epoca. ‘L’Eco della Valdinievole’ del 29 giugno 1895 così riportava: “Martedì 25 l’Unione Ciclistica Valdinievole ebbe l’onore di ospitare Giacomo Puccini, il fortunato autore della Manon Lescaut. Tipo forte e simpatico d’uomo, egli è un appassionato cacciatore e valente ciclista. La nostra Unione oggi ha il vanto e la fortuna di averlo Presidente Onorario. Badate però, che come nel campo della musica, anche nel ciclismo, egli semina molti per la strada. Vidi pur troppo l’altro giorno come ridusse i suoi compagni di viaggio. Sembravano, con rispetto parlando, tanti peperoni”. In occasione di una gara, Puccini conobbe Costante Girardengo che era uno dei suoi sportivi preferiti. Questa passione per la bicicletta è stata certificata da alcuni anni con la dedica a Puccini della ciclovia che collega la sua città natale, Lucca, a Massaciuccoli sul lago amato dal maestro che qui ha composto tante delle sue celebri opere.

(Photo credits: Shutterstock)